Shining, il capolavoro di Stanley Kubrick con Jack Nicholson, ha 40 anni. Il cult tratto dal romanzo di Stephen King arrivava nei cinema americani il 23 maggio 1980. E per prepararci a questa terrificante rimpatriata all’Overlook Hotel fra tricicli e asce, abbiamo recuperato qualche curiosità. Da Kubrick candidato come peggior regista a Nicholson che ha scritto una scena del film, le chicche sulla pellicola sono tantissime. Ne abbiamo scelte cinque.
Kubrick peggior regista?!
Shining è stato l’unico degli ultimi nove film di Kubrick a non ricevere nessuna candidatura agli Oscar o ai Golden Globes. Come se non bastasse, il più grande horror mai realizzato è stato nominato a ben due Razzie Awards, i premi (fondati proprio nel 1981 dal giornalista statunitense John J. B. Wilson) che ogni anno vengono assegnati al peggio della stagione cinematografica. Shelley Duvall è stata nominata come peggior attrice protagonista. E va bene che inizialmente la pellicola non ebbe una buona accoglienza da parte dei critici, ma Stanley Kubrick che si becca una candidatura come peggior regista fa venire i brividi più del ghigno di Jack Nicholson.
Jack Nicholson: oltre all’ascia c’è di più
Ok, che Jack Nicholson abbia improvvisato la battuta “Heeeere’s Johnny!”, prendendo in prestito uno dei più celebri slogan dei Late Show americani, era cosa nota. Ma lo sapevate che l’attore tre volte premio Oscar ha ideato un’intera scena del film? Si tratta della sequenza in cui Jack Torrance rimprovera Wendy per averlo interrotto mentre scrive. In un’intervista con il New York Times, Nicholson ha spiegato: «Era esattamente come mi sentivo quando ho ottenuto il divorzio. Avvertivo la pressione di essere un padre di famiglia e ad un certo punto mi sono ritrovato a recitare in un film di giorno, mentre di notte lavoravo a una sceneggiatura. Sono lì nel mio angolino e mia moglie Sandra si imbatte inconsapevolmente in questo maniaco. L’ho raccontato a Stanley e ci abbiamo costruito sopra una scena». Se per caso incrociate Nicholson intento a scrivere qualcosa, meglio non disturbare.
Danny non sapeva di essere in un film horror
Dan Lloyd aveva solo 5 anni quando fu scelto tra 5mila ragazzini per interpretare il figlio di Jack e Wendy Torrance e Kubrick decise di non dirgli che stavano girando un horror. Il piccolo pensava di essere sul set di un film drammatico perché tutte le scene più terrificanti gli venivano tenute nascoste. Ad esempio Shelley Duvall ha utilizzato un manichino a grandezza naturale per la scena in cui corre urlando con Danny in braccio, in modo che il bambino non si spaventasse. Proprio da Lloyd è nata l’idea del “dito Tony”, con un gesto che gli uscì spontaneamente durante il suo primo provino. L’attore ha visto la pellicola solo una volta raggiunti i 16 anni ma ha dichiarato di non esserne rimasto molto impressionato, avendo vissuto il dietro le quinte.
Il mattino ha l’oro in bocca
La leggenda racconta che Kubrick abbia personalmente battuto con la propria macchina da scrivere tutte le 500 pagine di “All work and no play makes Jack a dull boy”. Quel che è certo invece è che la frase iconica che Jack Torrance scrive ossessivamente cambia leggermente significato, su indicazione del regista, per adattarsi ai modi di dire della lingua in cui viene tradotta: se in italiano è diventata “Il mattino ha l’oro in bocca”, in tedesco è stato usato il motto “Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi”, mentre in spagnolo suona come “L’alba non arriverà prima, per quanto uno si svegli presto”.
“Vieni a giocare con noi?”
“Ciao Danny. Vieni a giocare con noi?”. Dopo aver tormentato il piccolo Danny mentre gira in triciclo per i corridoi dell’Overlook Hotel, sono entrate di diritto negli incubi di tutti, ma le gemelle Grady nel romanzo di Stephen King non c’erano. Stanley Kubrick è stato ispirato dalla foto Identical Twins, scattata nel 1967 in New Jersey da Diane Arbus, la rivoluzionaria fotografa che scioccò l’America di metà ‘900 immortalando i freaks in situazioni intime e private e cogliendo il “diverso” in tutti i suoi soggetti. La posa delle due figure e la composizione dell’inquadratura sono le stesse, cambia il colore dei vestiti (da nero ad azzurro). Ma le gemelle non sono l’unico omaggio del regista alla fotografa, della quale era un grande fan: la Arbus morì suicida il 26 luglio del 1971, ingerendo barbiturici e tagliandosi i polsi nella vasca da bagno, dove venne rinvenuta solo due giorni dopo. Vi ricorda qualcosa? Già, la donna che Jack trova parzialmente decomposta nella vasca da bagno e che lo seduce. Suuuper-creepy.