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La diva più diva degli anni 2000 (ma anche una delle dive più dive dell’intera storia del cinema) ha fatto decine di film bruttissimi: anche da fan lo possiamo riconoscere, no? Nonostante questo, Angelina Jolie ha raggiunto la statura di icona che meritava fin dagli esordi (e dall’Oscar a soli 25 anni per Ragazze interrotte). Figlia della Hollywood royalty (il papà, per i quattro che non lo sanno, è Jon Voight), attrice di una bellezza ultraterrena e dunque spesso condannata a ruoli cartoon (vedi Tomb Raider e Maleficent), ma anche star umanitaria, supermamma, altra metà della coppia più incredibile di sempre (serve dire chi è – sigh, era – lui?), role model transgenerazionale. Nel giorno del suo 46esimo compleanno, ecco la sua Top 10.
L’opera terza di Angelina regista segna anche la fine del film più bello da lei mai girato, titolo: Brangelina. Profetica fu la (pasticciata) sceneggiatura firmata dalla stessa Jolie, che piazza una coppia in crisi su sfondo di villeggiatura estiva. La coppia vera, protagonista anche sullo schermo, non ne uscì bene. Ma lei e Brad, travolti da un insolito destino (perché nessuno di noi era disposto ad accettarlo), sono di una bellezza struggente e ultraterrena.
Tra i (pochi) Grandi Maestri con cui Angie si è trovata a recitare, si segnala il nome di Oliver Stone. Che le offre la parte della mamma di Alessandro Magno/Colin Farrell non senza un certo azzardo: Jolie ha solo un anno in più rispetto al protagonista. Ma, in questo peplum kitsch ma irresistibile, la nostra è perfetta. Anzi divina, nell’accezione greco-antica del termine.
Nello stesso anno dell’exploit di Ragazze interrotte, esce questo thriller hitchcockiano diretto da un solido mestierante (Phillip Noyce, che l’attrice ritroverà dieci anni dopo sul set di Salt) e con un co-protagonista di lusso (Denzel Washington). Quante volte l’avete visto su Italia1? Forse troppe, ma va bene così. Perché il giallo c’è, la tensione tiene, e Angelina è già una action girl fatta e finita.
Dai fumetti di Mark Miller, un film d’azione übertamarro, che però restituisce bene la “pulp fiction” delle strisce originali. Grazie anche alla Fox di Angelina, sicaria presso una società segreta di assassini spietati con occhio bistrato e tattoo in bella mostra. Tra pallottole rotanti (davvero) e colpi di scena improbabili, la star si diverte un botto (pardon). E noi con lei.
Il set che ha cambiato la storia: se non del cinema, della Hollywood life (e non solo). Che si è trovata, dall’oggi al domani, con la Golden Couple più bella di tutti i tempi (scusate, Humphrey e Lauren). L’action fracassone di Doug Liman resterà rilevante nei secoli dei secoli per aver messo insieme (letteralmente) Angelina e Brad. Basta rivederli oggi in azione: il livello di tensione erotica che trasuda dallo schermo è più pirotecnico delle acrobazie delle due spie protagoniste. Brangelina, e il resto scompare.
In principio fu Gia. Dopo qualche titolo in cui già dimostrava di saper rubare la scena pure ai mostri sacri (leggi: Gena Rowlands e Sean Connery nel delizioso Scherzi del cuore), il primo vero ruolo con cui Angelina conquista lo schermo (e un Golden Globe) è quello della modella realmente esistita Gia Carangi nel biopic prodotto da HBO. Lesbica, tossica e morta di AIDS, permette a Jolie di compiere un tour de force da vera “pro”. Oltre ogni limite davvero: la versione andata in onda in tv è stata censurata di 6 minuti. Del resto, anche Angie era la ragazza degli scandali.
Altro giro, altro maestro. E che maestro: dopo anni di film terribili (siamo sinceri), Clint Eastwood la vuole in un drammone classico, girato alla sua maniera. Ovvero, la storia della madre anni ’20 a cui scompare misteriosamente il figlio: ma viene considerata pazza. Unico problema (si fa per dire), per stessa ammissione del regista: era difficile “levare” da Jolie la bellezza sovrumana e renderla una ordinary woman. Nonostante ciò, la sua performance è inappuntabile: e nominata all’Oscar. Tiè.
Lara Croft era già una sexy icona action dei videogame, una specie di Indiana Jones in gonnella, prima che Angelina diventasse il volto perfetto per interpretarla nel primo blockbuster di successo tratto da un videogioco. Il film è stato stroncato dalla critica, nonostante un buon risultato al botteghino. E proprio questo spinse gli studios a realizzarne il sequel, che invece fu un flop su tutta la linea. Ma provate a trovare qualcuno che sia più Lara Croft di Angie. Dritta nella storia della pop culture. E un saluto ad Alicia Vikander.
Angie era l’unica scelta possibile per incarnare il lato oscuro del mondo Disney. E non solo per quegli zigomi altissimi (qui pure potenziati) benedetti da madre natura. Jolie interpreta Malefica, la memorabile strega della Bella addormentata nel bosco. Che – indovinate – all’inizio cattiva non era. E in questa origin story dal piglio femminista ci restituisce un ritratto complesso, pieno di sfumature e molto moderno di una creatura fantasy, sì, ma soprattutto di una donna. Il secondo capitolo è decisamente meno efficace, ma Angelina resta sempre magica.
Avrebbe dovuto essere il film di Winona Ryder. E invece. Date ad Angie un personaggio estremo e avrete un’interpretazione da Oscar. Che infatti la nostra si porta puntualmente a casa come supporting. Dimostrando a 25 anni di essere molto di più che una bellissima dal sangue blu hollywoodiano. In questo drammone psichiatrico che ha lanciato una nuova generazione di attrici (pure Elisabeth Moss e Brittany Murphy), Jolie – con zazzera bionda – interpreta la paziente più complicata della clinica: sociopatica, carismatica, dominante, sessualmente promiscua e borderline. E riesce a spiccare su tutto e tutti (ci sono pure Whoopi Goldberg e Jared Leto). Senza sforzo.
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