San Valentino è, per il cinema, come il Natale. Una data su cui puntare, il 14 febbraio, una festa che porta tante coppie al cinema. E San Valentino porta con sé, immancabile, le classifiche dei film d’amore. Ecco, noi proviamo a far altro: Casablanca, Love Story, Io e Annie, Harry ti presento Sally, Via col Vento, Romeo + Juliet e Titanic ve li avranno già consigliati tutti. Ecco perché invece qui ve ne proponiamo dieci che potreste non avere ancora visto, lungometraggi che hanno dell’amore vero, puro, totale il loro centro, ma che lo affrontano in maniera profondamente diversa l’uno dall’altro.
Perché non vi è nulla di più soggettivo dei film d’amore: chi vi scrive, ad esempio, è matto di Forget Paris, opera mediocre. Perché conta quando li vedi, se ti hanno lasciato poco prima o ti sei appena innamorato, se, come con le canzoni, ti immedesimi o se una frase, di quelle che credevi di aver detto o sentito solo tu, la ritrovi lì, sullo schermo. Questi non sono i migliori film d’amore della storia del cinema, ma solo quelli che potrebbe valer la pena recuperare. Forse alcuni di loro non vi assicureranno il fine serata che immaginavate, tra luci soffuse, vino bianco, cioccolatini ed effusioni. Forse rimarrete a parlare fino a tarda notte di eroi ed eroine romantiche che non vi aspettavate. Ma un avvertimento ve lo diamo, preparate i fazzoletti. Perché una bella storia d’amore al cinema, nove volte su dieci finisce male. Anzi finisce e basta.
Questione di tempo (2013)
Richard Curtis è un romantico e ironico signore inglese ed uno dei più raffinati autori di commedie sentimentali. Per intenderci, ha scritto Notting Hill e diretto Love Actually. Difficile aspettarselo da chi, con Rowan Atkinson, si è inventato Mr. Bean. Noi però ve lo segnaliamo per un film più piccolo, dolcissimo, divertente. Quello su un ragazzo che può viaggiare nel tempo. E lo fa per conquistare la sua ragazza: a volte scopre che il destino è più forte di tutto, altre che per una notte perfetta e per un figurone nella famosa “prima volta” basta tornare indietro nel tempo finché lei non sospirerà come Rossella O’Hara.
Cosa vi insegnerà: in amore chi l’ha dura la vince. Soprattutto se nel momento giusto, bara.
Come eravamo (1973)
Alla regia, un maestro e un uomo sensibile come Sydney Pollack. In scena Robert Redford e Barbra Streisand, nella parte di Hubbel e Katie. C’è tutto, qui: la politica e la vita che li dividono, l’amore che li unisce, gli anni che passano. E anche, diciamolo, una donna piena di fascino ma non bellissima che cattura il cuore, ogni volta, di un uomo irresistibile e upper class (di solito siamo abituati al contrario). Un capolavoro, con una gran colonna sonora (canzone e colonna sonora hanno vinto l’Oscar).
Cosa vi insegnerà: come dice Barbra, bisogna saper perdere molto bene.
Away from Her (2006)
È il primo film da regista di una giovanissima Sarah Polley. Che racconta l’amore tra due anziani, che dopo 44 anni insieme devono affrontare un terzo incomodo, l’amante più crudele, l’Alzheimer. Julie Christie, nella parte della donna che torna ragazza a causa di quel mostro, è meravigliosa, incarna l’incoscienza e l’innocenza, la perdita e la riconquista con leggerezza e profondità. Ma seppur meno bravo, voi amerete Gordon Pinsent: un uomo che vive per quelle poche ore in cui verrà riconosciuto dalla sua compagna di vita e passerà il resto del tempo a vederla ballare con altri, a sentirsi confidare l’attrazione per un altro. E gli andrà bene così, perché l’amore è la felicità della propria metà. Anche quando la tua va in pezzi.
Cosa vi insegnerà: in amore non si vive di ricordi. Ma a volte è l’unica cosa che ti rimane.
La vita di Adele (2013)
Abdellatif Kechiche in tre ore ci dice cos’è l’amore totalizzante, estremo, selvaggio, lacerante. E lo fa con una ragazza, Adèle Exarchopoulos, di una bellezza entusiasmante, e con un’attrice eccellente come Léa Seydoux. Le vedremo conoscersi, amarsi, consumarsi di sesso, farsi male. Se San Valentino è la festa dell’amore, qui due donne meravigliose e anche crudeli, come solo chi si ama sa essere, ci mostrano tutti i lati di questo sentimento. E alla fine, rimarrete stremati e sconvolti. Perché l’amore è questo: la cosa più bella, faticosa e ingiusta che conoscerete. Ma non se ne può fare a meno.
Cosa vi insegnerà: di non ascoltare Adinolfi e Giovanardi. Conta l’amore, non il sesso di chi lo prova. Al massimo conta il sesso che fai.
The Danish Girl (2015)
The Danish Girl è passato alla storia come il racconto della prima transessuale della storia. Ma è soprattutto la struggente e meravigliosa storia d’amore tra gli artisti Lili Elbe (nato Einar Wegener) e Gerda Wegener. Nel film di Tom Hooper lei, simbolo di un sentimento che supera ogni barriera, è Alicia Vikander. Bella, come ogni eroina, dedita al sacrificio, come ogni innamorata, destinata alla tragedia, come in ogni dramma romantico. Lei è il simbolo di come l’abnegazione di chi ama diventi autolesionismo compiaciuto.
Cosa vi insegnerà: la sindrome della crocerossina a volte vi può portare ad esagerare.
Colpa delle stelle (2014)
C’è un sottogenere tra i film romantici che serve solo a strapazzare il cuore degli spettatori. Quello fondato su amore e morte, meglio se nel pieno dell’adolescenza. Due ragazzi malati di cancro si incontrano, si amano, si divertono insieme. E noi sappiamo che vivranno felici e contenti, sì, ma per troppo poco tempo. Ma non riusciamo a non adorarli, a non tifare per loro, a non sperare in un miracolo. Se avete voglia di vedere il vostro cuore in mille pezzi, potete anche vedervi L’amore che resta (2011) di Gus Van Sant, in cui lei ha un tumore al cervello e lui è orfano di entrambi i genitori o l’adorabile, cinefilo e irresistibile Quel fantastico peggior anno della mia vita (2015).
Cosa vi insegnerà: l’amore vale la pena di essere vissuto. Sempre. Anche quando il tempo è poco.
Sette Anime (2009)
Will Smith e Gabriele Muccino in un film su un uomo devastato dai sensi di colpa, peraltro giustamente, che vuole rendere il suo corpo un bancomat. Donare organi, per espiare. Peccato che il suo cuore ricominci a funzionare quando incontra Rosario Dawson, che ce l’ha difettoso. Qui la storia d’amore dura poco, anche nel film. Ma vale tutto il racconto. E la scelta finale è così crudele da essere perfetta. Anche se gli occhi di Woody Harrelson sono inguardabili.
Cosa vi insegnerà: aveva ragione Fabrizio De André in Ballata dell’amore cieco (o della vanità). Si è proprio disposti a tutto, per amore. Almeno lei, però, se lo merita.
Le pagine della nostra vita (2004)
Nick Cassavetes ha ripreso dal papà una tendenza al melodramma come sport estremo e se pure non l’avesse avuta, si è scelto Nicholas Sparks come ispiratore. Ovvero “lo” scrittore di romanzi d’amore. Uno che sa farti impregnare di lacrime le sue pagine. Qui poi abbiamo Rachel McAdams, la Meg Ryan 2.0 (o 0.2 visto che spesso fa film in costume), l’eroina dei film d’amore per eccellenza. È una storia di lettere mai lette, di una casa ristrutturata come vuole lei anche se lei non c’è (sì, rassegnatevi uomini, sceglierà sempre lei cosa mettere in casa e come, anche se vi ha mollato), di una guerra mondiale, di un complesso edipico: Gena Rowlands, che nella vita è la mamma del regista, fa Allie da vecchia.
Cosa vi insegnerà: se volete conquistare una donna ricca e colta, mandate le lettere d’amore per raccomandata. Con ricevuta di ritorno,
The Lobster (2015)
Yorgos Lanthimos è un genio che in un futuro distopico racconta un mondo in cui chi non si accoppia è perduto e condannato a reincarnarsi in un animale. Succede anche da noi e di solito è un porco. Colin Farrell vuole fortissimamente diventare un’aragosta, ma alla fine quel luogo privo di libertà e sentimenti, non fa per lui. Fugge, finisce in una comunità nel bosco di donne e uomini liberi dal vincolo dell’amore a tutti i costi. E proprio lì, dove tutti non si innamorano per legge, lui si innamora. Il modo in cui vivono di nascosto il loro amore lui e Rachel Weisz, è da Oscar. E anche la metafora sugli assolutismi: in amore decide solo chi ama, è una regola semplice, ma spesso nessuna la segue. Ah, anche qui c’è Lea Seydoux. Ed evidentemente ancora non aveva superato la fine della storia con Adele.
Cosa vi insegnerà: amarsi di nascosto è impossibile.
Alabama Monroe (2012)
Lo confessiamo, nell’anno in cui Paolo Sorrentino ha vinto l’Oscar con La Grande Bellezza, noi tifavamo per The Broken Circle Breakdown, in Italia arrivato con il titolo azzeccato di Alabama Monroe. Musica bluegrass e tatuaggi, due outcast ci fanno vivere un amore complice, appassionato, esplosivo. Tra esibizioni, aforismi naturali e una creatura a suggellare quel sentimento. Ma a volte si sopravvive al proprio amore (e non solo ad esso) e devi assistere impotente alla sua fine. Anche quando c’è ancora e ti brucia l’anima. Qui altro che fazzoletti, preparate i rotoloni. Didier ed Elise sono l’amore. E pure la musica.
Cosa vi insegnerà: non tatuatevi mai il nome di lui o di lei. Anzi sì, alla fine un modo per metterci una pezza lo si trova sempre. Forse.