‘Forrest Gump’, dalla A alla Z | Rolling Stone Italia
Corri, Forrest, Corri!

‘Forrest Gump’, dalla A alla Z

30 anni esatti oggi: il 6 ottobre 1994 usciva in Italia il classico di Robert Zemeckis starring Tom Hanks e Robin Wright. Per l'occasione abbiamo deciso di stilare una sorta di alfabeto del film. Sì," La vita è come una scatola di cioccolatini", c'è

‘Forrest Gump’, dalla A alla Z

Tom Hanks in 'Forrest Gump'

Foto: Paramount Pictures Courtesy: Everett Collection.

30 anni esatti oggi. Dopo l’anteprima alla Mostra di Venezia, il 6 ottobre 1994 usciva in Italia Forrest Gump, il classico di Robert Zemeckis starring Tom Hanks e Robin Wright, probabilmente uno dei titoli con più citazioni riconoscibili della storia del cinema. Forrest è un uomo semplice con un basso QI, un Candido moderno che però diventerà eroe nazionale e farà fortuna, incrociando e modellando il sogno e la storia americana.

Per l’occasione abbiamo deciso di stilare una sorta di alfabeto del film: un’analisi dalla A alla Z delle scene più celebri, del super cast e delle battute più iconiche (sì, è una parola bruttissima, ma tant’è).

A

Alabama

“Dovresti tornare a casa, a Greenbow, Alabama!”. È così che Forrest rimprovera Jenny, ormai parte del movimento hippie, facendo brutto al ragazzo di lei. I due infatti sono cresciuti nella cittadina fittizia di Greenbow, Alabama. E nella colonna sonora ovviamente c’è Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd quando lei, alla fine, a casa da lui ci torna davvero.

Jenny and Forrest Dance. Forrest Gump (1994)

Apple

A un certo punto Forrest diventa persino milionario: “Non tornai più a lavorare con il tenente Dan. Però lui curava i miei soldi della Bubba Gump; e me li fece investire in una specie di società di frutta. Poi mi telefonò, dicendo che non avevamo più il problema dei soldi, e io dissi, ‘Meno male. Una cosa in meno’. Ora, mamma diceva che un uomo ha bisogno di un tanto di soldi e non di più, e il resto serve solo a fare il pavone”. Per questo, il nostro spartì il patrimonio con la sua comunità e la famiglia di Bubba. La “società di frutta” ovviamente era una giovanissima Apple, che manda al protagonista una lettera di ringraziamento per la fiducia accordata e per il suo primo investimento nell’azienda di Cupertino. E oggi c’è chi prova davvero a calcolare quanto avrebbe guadagnato se Forrest avesse comprato le azioni della Mela. Spoiler: parecchio.

Forrest Gump e Apple

B

Bubba

“Il mio vero nome è Benjamin Buford Blue. Ma tutti quanti mi chiamano Bubba. Così si chiamavano quei vecchi bifolchi razzisti. Di’, non è incredibile?”. Interpretato da Mykelti Williamson, Bubba è un soldato afroamericano (anch’egli affetto da un lieve disturbo mentale) che Forrest incontra quando si arruola nell’esercito. Quando i due vengono mandati insieme a combattere in Vietnam, il loro plotone cade vittima di un’imboscata e Forrest si rifiuta di abbandonare l’amico, che morirà tra le sue braccia. Fedele alla promessa che gli aveva fatto, Gump fonderà comprerà una barca per la pesca dei gamberi (il business della famiglia di Bubba) e fonderà la “Bubba Gump Shrimp Company”. Che ovviamente oggi è diventato il nome di una vera catena di ristoranti di pesce.

C

Cioccolatini

“La vita è come una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita”, lo ripete sempre la mamma di Forrest, lo ricorda lui, offrendone qualcuno a chi gli si siede di fianco sulla celeberrima panchina di Savannah. Ma nel libro la frase era diversa (e Forrest un po’ più cinico): “Essere un idiota non è una scatola di cioccolatini. La gente ride, perde la pazienza, ti tratta male. Dicono che le persone dovrebbero essere gentili con chi è in difficoltà, ma lascia che te lo dica: non è sempre così”. Per una volta, meglio il film. Tanto che l’American Film Institute ha inserito la citazione al 40esimo posto nella lista 100 Movie Quotes.

Correre

All’inizio lo fa per sfuggire ai bulli che lo tormentano, spinto anche da Jenny che per proteggerlo lo incoraggia: “Corri, Forrest, corri!”. Ma poi con il tempo capisce di essere bravo, vede che nessuno può stare al suo passo, diventa una star del football al college, salva cinque persone in Vietnam grazie al suo talento. Fino a che, dopo che la stessa Jenny gli spezza il cuore, inizia a correre senza una meta: “Quel giorno, non so proprio perché decisi di andare a correre un po’, perciò corsi fino alla fine della strada, e una volta li pensai di correre fino la fine della città, pensai di correre attraverso la contea di Greenbow, poi mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale correre attraverso il bellissimo stato dell’ Alabama, e cosi feci. Corsi fino all’oceano e, una volta lì mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui tanto vale girarmi e continuare a correre, quando arrivai a un altro oceano, mi dissi, visto che sono arrivato fino a qui, tanto vale girare di nuovo e continuare a correre; quando ero stanco dormivo, quando avevo fame mangiavo, quando dovevo fare… insomma, la facevo!”. Per la cronaca, la Paramount si rifiutò di pagare per le riprese della lunghissima corsa di Forrest, e Tom Hanks e Robert Zemeckis tirarono fuori i soldi di tasca loro.

D

Diplomazia del ping pong

Un’altra cosa che veniva naturale a Forrest? Il ping-pong. Lo scopre negli anni ’60 durante la guerra del Vietnam: “Il segreto del gioco è che qualunque cosa succede, non devi mai, mai perdere d’occhio la pallina. Vedi? Ci riesce anche un idiota”, gli spiega un soldato. “Così cominciai a giocarci sempre. Giocavo a ping-pong anche quando non avevo nessuno con cui giocare a ping-pong. Quelli dell’ospedale dicevano che mi calzava come un guanto, chissà che volevano dire. Anche il tenente Dan veniva a vedermi giocare. Giocavo a ping-pong talmente tanto che ci giocavo anche nel sonno”.

Foto: Paramount Pictures

Il 6 aprile del 1971 la squadra di ping pong americana, che disputava in Giappone il Campionato Mondiale di Tennis Tavolo, riceve un invito dalla squadra della Repubblica Popolare Cinese a visitare la Cina. E, manco a dirlo, Forrest c’è: “Dovrò tornare in Vietnam, pensavo. Ma invece decisero che io potevo combattere meglio i comunisti giocando a ping-pong. Così mi ritrovai nelle Forze Speciali, girando tutto il Paese, per far vedere ai veterani feriti come si gioca a ping-pong. Ero così bravo, che qualche anno dopo l’esercito mi mise nella squadra della nazionale di ping-pong. Eravamo i primi americani che visitavano il paese della Cina in un milione di anni o cose così. E qualcuno disse che la pace nel mondo era nelle nostre mani, ma io giocavo solo a ping-pong. Quando tornai a casa, ero diventato una celebrità, più famosissimo anche di Pinocchio”.

E

Elvis

Le movenze singolari e scattose di Forrest da bambino, causate dal tutore metallico che portava alle gambe per migliorare i suoi problemi di postura, ispirarono nientemeno che Elvis in persona. In una scena del film infatti il protagonista passa del tempo insieme a un tizio con la chitarra, ospite della casa-albergo della madre, muovendosi al ritmo della sua musica. Taglio: poco dopo, la signora Gump e il figlio ritrovano quel ragazzo in tv. Sbam. E poi, per dirla con Forrest :”Qualche anno più tardi, quel bel giovanotto che chiamavano il Re, beh, doveva aver cantato troppe canzoni, e gli venne un infarto, o cose così. Dev’essere difficile fare il Re”. Ah, l’attore che interpreta il giovane Elvis Presley è Peter Dobson ma in realtà la voce è quella di… Kurt Russell!

Forrest Gump and Elvis Presley

F

Forrest

“Il mio nome è Forrest, Forrest Gump”.

Jenny:Si chiama Forrest, come suo padre.
Forrest: Anche suo padre si chiama Forrest?
Jenny: Sei tu il padre, Forrest!

G

Groom

Winston Groom, che scrisse il romanzo del 1986, vedeva Forrest come un moderno Candido, un ottimista di fronte alle sfide a volte impossibili della vita. Dopo aver combattuto in Vietnam, Groom è stato giornalista per il Washington Star prima di iniziare a scrivere romanzi, a partire da Better Times Than These del 1978. Ha anche scritto altra fiction e alcuni testi storici relativi alla guerra, vedi Conversations With the Enemy nel 1983 (per cui fini tra i finalisti del Pulitzer), ma nessuno gli valse la popolarità che lo investì con Forrest Gump. Che fu ispirato a un personaggio di cui gli raccontò il padre: un ragazzo che abitava lì vicino e veniva chiamato “lento”, ma sapeva suonare il pianoforte come nessuno. Quella stessa notte Groom iniziò a scrivere il libro.

Gamberi

“Bubba veniva da Bayou La Batre, in Alabama. Sua mamma cucinava gamberi. E la mamma di sua mamma cucinava gamberi, e la mamma della mamma di sua mamma cucinava gamberi anche lei. La famiglia di Bubba sapeva tutto di tutto sul commercio di gamberi”, cit. Forrest.

“Il gambero è un frutto del mare, te lo puoi fare sia arrosto, bollito, grigliato al forno, saltato, c’e lo spiedino di gamberi, gamberi con cipolle, zuppa di gamberi, gamberi fritti in padella, con la pastella, a bagnomaria, gamberi con le patate, gamberi al limone, gamberi strapazzati, gamberi al pepe, minestra di gamberi, stufato di gamberi, gamberi all’insalata, gamberi e patatine, polpette di gamberi, tramezzini coi gamberi, e questo è tutto, mi pare”, cit. Bubba

H

Hanks

In Hollywood it’s always raining rain men“, scrive Peter Travers su Rolling Stone (e non traduciamo per ovvi motivi). “Bisogna dare credito a Tom Hanks per non aver calcato troppo la mano nella sua interpretazione. Riesce a infondere una gravità toccante al ruolo”. Dopo aver conquistato il suo primo Oscar per Philadelphia nel 1994, l’anno dopo Hanks lo vince anche per questo film. È il secondo nella storia – c’era riuscito solo Spencer Tracy – a portarsi a casa due little gold men (cit. Quentin) back-to-back.

Tom Hanks Wins Best Actor: 67th Oscars (1995)

Hippie

Forrest vede per la prima volta gli hippie a Washington, subito dopo che il presidente Johnson gli ha conferito la Medaglia d’Onore: un’intera distesa di persone impegnata ad ascoltare le parole di Abbie Hoffman. E qui ritrova Jenny nella sua “peace & love era” (anche se poco love, perché il ragazzo del momento je mena).

I

Imagine

Sì, nel film Forrest Gump ispira accidentalmente anche il testo di Imagine mentre descrive a John Lennon la condizione del popolo in Cina, una volta tornato dalla diplomazia del ping-pong. Siamo al Dick Cavett Show, dopo che il conduttore ha introdotto gli ospiti domanda a Forrest com’è la Cina: “Be’, in terra cinese la gente non ha quasi nulla”. E Lennon chiede: “Niente possedimenti? (No possessions?). Gump poi racconta: “E in Cina non vanno mai in chiesa”, al che Lennon dice: “Nessuna religione? (No religion, too?). Qui interviene Cavett : “Difficile da immaginare”, ma John afferma: “Beh, è ​​facile se ci provi, Dick (Well, it’s easy if you try, Dick). Serve altro?

J

Jenny

Jenny Curran (interpretata da Robin Wright) è l’amica d’infanzia, la Cunegonda di Forrest, di cui lui si innamora immediatamente e che non smetterà mai di amare per tutta la vita: “Da quel giorno, siamo stati sempre insieme, Jenny e io, come il pane e il burro”. Vittima di abusi sessuali da parte del padre vedovo (“Signore, fammi diventare un uccello così posso volare lontano lontano da qui”, prega bambina), da adulta intraprende una parabola auto-distruttiva. Finché non tornerà a casa da Forrest (che nel frattempo ha chiamato la sua barca da gamberi come lei) anche se sarà troppo tardi. Se vogliamo parlare di simbolismi, Jenny è un po’ il lato oscuro del sogno americano.

K

Kennedy

Forrest [voce narrante]: Ora, la cosa veramente buona quando incontri il Presidente degli Stati Uniti è il mangiare. Ti mettono in una piccola stanza dove… dove c’è praticamente ogni ben di Dio. E siccome per prima cosa non avevo fame, ma sete, e seconda cosa, era gratis, avrò bevuto quasi quindici Dr Peppers.

Kennedy: Congratulazioni, come si sente a far parte della Selezione Americana?

Forrest: Devo fare pipì.

Kennedy: Eh… Credo che abbia detto che deve fare pipì.

Forrest [voce narrante]: Tempo dopo, non so perché, qualcuno sparò a quel simpatico giovane Presidente mentre stava nella sua macchina. E pochi anni dopo il fatto, qualcuno sparò anche al suo fratellino, solo che questo stava nella cucina di un albergo.

Forrest Gump JFK "I Gotta Pee" Scene

L

Lettera

“Un giorno, come un fulmine a ciel sereno, ebbi una lettera da Jenny. Mi chiedeva se potevo fare un salto a Savannah a trovarla, è per questo che sono qui. Mi ha visto in tv, correvo. E mi hanno detto di andare con l’autobus numero nove a Richmond Street, e scendere, fare un isolato a sinistra fino al 1-9-4-7 di Henry Street, appartamento 4”.

M

Mamma

Sally Field ha soltanto 10 anni più di Tom Hanks ed è stata invecchiata ad arte (con il trucco eh, quella roba con il digitale ancora non esisteva) per interpretare la madre di Forrest, la signora Gump, disposta davvero a tutto per il figlio e meravigliosa custode di gran parte delle massime che accompagnano la sua vita. E la nostra, ancora oggi.

N

Nathan Bedford Forrest

“Quando ero piccolino, mamma mi mise il nome di un eroe della guerra di secessione, il generale Nathan Bedford Forrest. Diceva che in qualche modo eravamo parenti. Lui aveva fatto una cosa: aveva messo su un circolo chiamato Ku Klux Klan. Si mettevano addosso mantelli, lenzuola, e andavano in giro come tanti fantasmi o spiriti o cose così. Mettevano le lenzuola anche sui cavalli, per andare in giro. Comunque, è così che ho avuto il mio nome, Forrest Gump. Mamma diceva che quel Forrest era per ricordarmi che tutti facciamo cose che, be’, che non hanno molto senso”.

O

Oscar

Dopo aver guadagnato 650 milioni di dollari, attestandosi come il film con più incassi del 1994, Forrest Gump ha dominato l’edizione 1995 degli Oscar, sfiorando il record di 14 nomination di Eva contro Eva (che poi fu eguagliato da Titanic e La La Land) e portando a casa sei statuette pesantissime: miglior film, regia (Robert Zemeckis) attore protagonista (Tom Hanks), sceneggiatura non originale (Eric Roth), montaggio (Arthur Schmidt) e, last but not least, migliori effetti speciali (Ken Ralston). Perché se la sceneggiatura è riuscita abilmente a incrociare la storia statunitense con la vicenda umana di Forrest, sono state proprio le tecniche CGI a permettere al personaggio non solo di incontrare fisicamente Kennedy, Lennon & C., ma addirittura di stringere loro la mano. Chapeu. Il resto – ancora una volta – è storia, americana e del cinema.

P

Panchina

“Tutte le parti che abbiamo girato sulla panchina del parco a Savannah, in Georgia, le stavamo filmando solo come riempitivi”, ha detto un paio di anni fa Hanks in un’intervista con Cinemablend. “Stavamo solo accumulando ore di materiale per un possibile espediente narrativo. Ricordo di aver detto a Bob Zemeckis che le scene sulla panchina secondo me non sarebbero piaciute a nessuno”. Ancora: “Gli dissi: ‘C’è qualcuno a cui importerà qualcosa di questo pazzo che blatera seduto su una panchina? Nessuno sa cosa c’è in questa scatola che si porta appresso… Voglio dire…’. Abbiamo finito per girare 13 pagine di dialogo in un giorno e mezzo”. E invece. Pare che di quelle panchine ne vennero costruite cinque: una è al Savannah History Museum (Georgia), due al Museo della Paramount, una allo Smithsonian e un’altra sarebbe di proprietà di una delle guardie del set. E ora avrebbe un valore di mezzo milione di dollari.

Piuma

Alleghiamo diapositiva:

Forrest Gump Opening Scene (Feather at the Bus Stop) - Forrest Gump (1994) - Movie Clip HD Scene

Q

QI – Quoziente intellettivo

Preside Hancock: Il suo ragazzo è diverso, signora Gump. Il suo quoziente intellettivo è 75.
Signora Gump: Beh, ognuno di noi è diverso, signor Hancock.
Forrest: Mamma voleva per me l’istruzione migliore, così mi portò alla scuola centrale della Contea di Greenbow. Incontrai persino il preside.
Preside: Voglio mostrarle una cosa, signora Gump. Guardi, questo è normale. Forrest si trova esattamente qui. Lo stato richiede un quoziente intellettivo minimo di 80 per frequentare la scuola pubblica, signora Gump. Dovrà andare in una scuola speciale, di sicuro. Lì si troverà benissimo.
Signora Gump: Ma “normale” che vuol dire, in effetti?

R

Roth (Eric)

La sceneggiatura di Forrest Gump valse a Eric Roth il suo primo Oscar, a cui seguirono poi altre cinque nomination per Insider – Dietro la verità, Munich, Il curioso caso di Benjamin Button, A Star Is Born, Mank e Dune. Ed è proprio la scrittura il punto di forza del film, il modo in cui Roth riuscì a prendere spunto da momenti chiave della storia americana e a reinterpretarli in un racconto lieve, coinvolgente e commovente. Per la serie “Forse non tutti sanno che…”, nel 1995 Groom scrisse un sequel, Gump & Co. e Roth decise di trasformarlo in un copione, che però riuscì a finire soltanto sei anni dopo. Consegnò la bozza alla Paramount Pictures il 10 settembre 2001, il giorno prima degli attacchi alle Torri Gemelle: “Tom ed io ci siamo guardati e ci siamo detti: ‘Ok, è finita’”.

Forrest Gump Writer Eric Roth Shares The Some Secrets From the movie & Writing Forrest Gump 2

S

Stupido

“Stupido è chi lo stupido fa!”.

Stanchino

Forrest: Avevo corso per tre anni, due mesi, 14 giorni e 16 ore.
Corridore: Zitti! Zitti! Sta per dire qualcosa!
Forrest: Sono un po’ stanchino. Credo che tornerò a casa ora.

T

Tenente Dan

Non ci sarebbe il tenente Dan senza l’interpretazione di Gary Sinise. Attore teatrale di professione, Sinise si era affacciato da poco al cinema quando si è presentata l’opportunità di interpretare il capo plotone di Forrest durante la guerra del Vietnam, che proviene da una famiglia di militari. Gump lo salva durante un’incursione, ma le ferite che ha riportato sono così terribili che gli devono amputare entrambe le gambe all’altezza delle ginocchia, un trauma con il quale il personaggio non farà mai davvero pace.

“Ricordo che Tom Hanks mi chiamò dopo aver visto un sacco di materiale e essersi soffermato su footage insieme del tenente Dan e Forrest”, ha ricordato Sinise di recente. “Ha detto qualcosa del tipo: ‘Cavolo, ho appena visto le tue cose ed è come se Clark Gable fosse salito sul palco.’ È rimasto davvero colpito. Ed era solo il mio terzo o quarto film. Ero sconvolto”.

U

Uragano Carmen

L’uragano Carmen si abbatte sulla costa statunitense del Golfo del Messico all’inizio del settembre 1974. In Forrest Gump decima l’industria dei gamberetti di Bayou La Batre: “Fatti sotto! E questa la chiami una tempesta? Soffia, brutto figlio di puttana! Soffia! Ora siamo arrivati alla resa dei conti! Tu e io! Guarda, sono qui! Vieni a prendermi! Ah, ah, ah, ah! Non affonderai mai questa barca! Ah, ah, ah, ah!”, urla al cielo il tenente Dan. La barca di Forrest, Jenny, in effetti, è una delle pochissime a non venire distrutta e la discussione di Dan con Dio si risolve in una sorta di pesca miracolosa. Gli affari della Bubba Gump iniziano a andare benissimo dopo che il disastro elimina gran parte della concorrenza. Sì, si chiama monopolio.

V

Vietnam

Forrest: La cosa bella del Vietnam è che c’era sempre un posto dove andare.
Dan: Sparate in quel buco! Gump, controlla quel buco.
Forrest: E c’era sempre una cosa da fare.
Dan: Pronti all’attacco!

“C’era solo una cosa che potevo dire sulla guerra nel Vietnam. C’è solo una cosa che posso dire sulla guerra nel Vietnam. Nel Vietnam il tuo… (si blocca il microfono) E non ho altro da dire su questa faccenda”.

W

Watergate

Forrest Gump (1994) - Watergate Scene

Altro momento della vita di Forrest, altro pezzo di storia americana: il nostro viene invitato da Nixon a soggiornare al Watergate Hotel, dove vede dalla finestra alcune persone con delle torce elettriche in un’altra stanza del complesso. Supponendo che le luci fossero spente a causa di un problema di corrente, Gump chiama la reception del Watergate: “Sì. Signore… Forse è meglio che mandi qualcuno a vedere nell’ufficio di fronte. Non c’è luce, staranno cercando la scatola delle valvole, perchè quelle torce mi tengono sveglio”. Risponde la guardia di sicurezza Frank Wills. Scoppia lo scandalo. Già sapete.

Z

Zemeckis

Lanciato da Spielberg, quando gira Forrest Gump Robert Zemeckis ha già diretto All’inseguimento della pietra verde, suo primo successo al box office, la trilogia di Ritorno al futuro e un altro cult, Chi ha incastrato Roger Rabbit. Ma è l’inizio del sodalizio con Tom Hanks che gli regala il suo unico – per ora – Oscar alla regia. “È un campo minato Tom. È un campo minato”, ha detto Zemeckis all’attore a proposito del film. “Potremmo piantare i semi della nostra stessa autodistruzione. Ogni passo che facciamo ci potrebbe far saltare in aria perché abbiamo messo piede su una bounging betty“. Be’, il boom c’è stato.