Veneratissimo maestro su scala globale, Bernardo Bertolucci non è stato però immune da incomprensioni e contestazioni. Non solo le polemiche relative ai suoi film più famosi (Ultimo tango a Parigi su tutti), ma anche le critiche di chi non ha capito quanto fosse avanti rispetto ai suoi colleghi. A un anno dalla morte, ecco i suoi 5 titoli da rivalutare.
5. Prima della rivoluzione (1964)
Non che (oggi) non sia celebrato, ma per molti è ancora più un manifesto politico che un film compiuto. Falso. Il racconto dei ribelli anni ’60 è la svolta artistica (e dandy-cinéphile) di Bertolucci. E anche il riferimento estetico di tutti i cineasti europei che hanno voluto misurarsi con quel periodo che ha cambiato la Storia.
4. Io e te (2012)
I detrattori di Tea Falco sono arrivati prima di 1992. Invece Bertolucci, che adatta il romanzo di Niccolò Ammaniti, la usa per un altro dei suoi ritratti femminili teneri e dolenti. E la versione italiana di Space Oddity con testo di Mogol inserita nella colonna sonora è la firma del maestro.
3. Il Conformista (1970)
La metafora dell’uomo (alias Jean-Louis Trintignant) che si piega a qualsiasi compromesso politico, sociale e umano è, per alcuni, troppo morbida nei confronti della borghesia fascista. Invece è una lucidissima analisi della cecità di fronte alla Storia. Che neanche un ballo illuminato dalle luci sature di Vittorio Storaro riesce a curare.
2. L'assedio (1998)
Un uomo, una donna, un appartamento a piazza di Spagna. Un saggio da camera romantico e caldissimo, tacciato però di manierismo eccessivo. Forse l’unica ad averlo capito davvero è Daria Bignardi, che ha intitolato così il suo ultimo programma.
1. La tragedia di un uomo ridicolo (1981)
La parabola di un borghese piccolo piccolo serve ancora una volta a Bertolucci per fare i conti con la nostra Storia: ora tocca agli anni di piombo. L’hanno capito subito solo i francesi: Ugo Tognazzi at his best ha vinto il premio come migliore attore al Festival di Cannes.
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