10Che fare quando il mondo è in fiamme? di Roberto Minervini
Dopo il premiatissimo Louisiana, l’italiano Roberto Minervini si riconferma uno dei documentaristi più interessanti della scena internazionale. E riparte dagli USA (le comunità di afroamericani che vivono ai margini, nella fattispecie) per raccontare gli emarginati di tutto il mondo.
9Il venerabile W. di Barbet Schroeder
Il monaco buddista Wirathu è davvero un nuovo Hitler sterminatore di minoranze etniche oppure un guru spirituale ingiustamente accusato di genocidio? Il grande Barbet Schroeder prende posizione, ma lascia l’ambiguità sul personaggio. Il che rende il suo lavoro ancora meno didattico e più seducente.
8American Factory di Steven Bognar e Julia Reichert
Il documentario, disponibile su Netflix, passerà alla storia come primo film prodotto da Barack e Michelle Obama. Ma, al di là di questo, è anche un’opera interessante, per come riesce a prendere una vicenda apparentemente irrilevante (l’arrivo di una società cinese in un ex stabilimento della General Motors) per descrivere simbolicamente gli equilibri economici e sociali della contemporaneità.
7La scomparsa di mia madre di Beniamino Barrese
Benedetta Barzini, prima modella italiana a finire su Vogue America negli anni ’60 e icona suo malgrado, vuole davvero scappare da tutto e da tutti. Suo figlio la mette al centro del suo primo film. Che è la storia di una donna, ma anche una riflessione quasi psicanalitica su madri e figli. Inaspettata e commovente.
6One Child Nation di Nanfu Wang e Jialing Zhang
La Cina al centro di un’opera che ha fatto il giro del mondo (da noi è arrivata su Amazon Prime Video). La regista Nanfu Wang, classe 1985, racconta la “politica del figlio unico” che l’ha riguardata da vicino: “nan” vuol dire “uomo”. Una parabola privata per analizzare la nascita (anche in senso letterale) di una nazione.
5Selfie di Agostino Ferrente
Dopo gli incroci musicali e multietnici dell’Orchestra di Piazza Vittorio, Agostino Ferrente usa due sedicenni del rione Traiano di Napoli per riflettere “dall’interno” sull’epoca dell’auto-storytelling che stiamo vivendo. E per lanciare un messaggio fortissimo: cosa vuol dire essere adolescenti nel posto sbagliato.
4Maradona di Asif Kapadia
Il protagonista non ha bisogno di presentazioni. Ma nelle mani di Asif Kapadia, già premio Oscar per Amy, l’idolo del calcio mondiale si mostra come non l’avevamo mai visto prima. Anche perché il punto di vista scelto ci riguarda da vicino: è quello della “sua” Napoli. Uscito in sala come evento, ora è disponibile su Netflix.
3The Brink – Sull’orlo dell’abisso di Alison Klayman
Dietro un presidente contestatissimo, c’è un uomo ancora più controverso. Cioè Steve Bannon, lo stratega responsabile del successo (e delle ombre) di Donald Trump. La regista Alison Klayman lo pedina tra comizi e riunioni. E racconta il dark side della politica non solo statunitense. Partecipazione involontariamente cult della nostra Giorgia Meloni.
2Rolling Thunder Revue: A Bob Dylan Story di Martin Scorsese
Martin Scorsese e la musica, un rapporto strettissimo: dalle origini del blues in Dal Mali al Mississippi a George Harrison: Living in the Material World, ce n’è per tutti i fan. Ora sfida i “dylaniati” con un film che è fedele ricostruzione e rivisitazione d’autore dell’opera del premio Nobel. Un incontro tra maestri: imperdibile.
1Free Solo di Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin
Alex Honnold, che si arrampica senza corde sulle pareti rocciose più alte d’America, è un pazzo o un eroe? Il film di Elizabeth Chai Vasarhelyi e Jimmy Chin sta sospeso (pardon) tra le due facce dello stesso uomo. E la sua impresa folle parla ai sogni e ai fallimenti di ognuno di noi. Meritato premio Oscar come miglior documentario dell’anno: è proprio il più bello.