20Copia originale di Marielle Heller
Una volta lo chiamavano “cinema d’autore medio”, ora non esiste più. Cioè: belle storie ben scritte, ben girate, ben recitate, “di qualità” (copyright Franca Ciampi) ma pensate per il pubblico. Questa lo è. E la recitazione è più che buona: Melissa McCarthy e Richard E. Grant sono favolosi.
19Rocketman di Dexter Fletcher
Rocketman non è solo il film che Elton John ha sempre voluto girare su se stesso, ma è anche il film che abbiamo sempre voluto vedere su Elton John. Un musical con contorno di costumi incredibili, coreografie elaborate e momenti di realismo magico, vedi il bravissimo Taron Egerton che fluttua su un pianoforte. Alla facciaccia di Bohemian Rhapsody.
18Un giorno di pioggia a New York di Woody Allen
Un acquazzone a Manhattan? È bellissimo, se lo filma Woody (e lo fotografa Vittorio Storaro). Allen torna alla commedia romantica pura, con un intreccio da far impallidire gli sceneggiatori millennial. E illumina le sue giovani star: Fanning, Chalamet, ma è Selena Gomez la vera fuoriclasse.
17I figli del Fiume Giallo di Jia Zhang-ke
La Cina è vicina? Insomma. Tra capitalismo sfrenato e tradizioni che non vogliono mollare, resta un luogo (sociale, politico, culturale) da noi ancora inesplorato. Il più bravo a raccontarla è Jia Zhang-ke, che firma un altro filmone tra intimismo e crimine. Non solo per cinefili da festival.
16Noi – Us di Jordan Peele
Dopo Scappa – Get Out, un nuovo horror sociale firmato da Jordan Peele, in cui le cospirazioni di razza e classe si insinuano nell’American Dream. Se questo non è un film dell’orrore perfetto per il suo tempo… Ah, non riuscirete più a guardare un paio di forbici allo stesso modo.
15Il corriere – The Mule di Clint Eastwood
Il tranquillo coltivatore di gigli (ma non gigli qualunque: una varietà rarissima) diventa corriere dei narcos a sua insaputa. A quasi novant’anni, Clint sembra il primo a divertirsi. Ma ci divertiamo moltissimo anche noi. È stato sottovalutato, invece è un altro colpo da maestro.
14John Wick 3 – Parabellum di Chad Stahelski
Un action esistenziale, con sequenze di combattimento memorabili e un personaggio che parla lo stretto indispensabile, cucito su Keanu Reeves, come l’abito scuro d’ordinanza che indossa anche nei combattimenti più furiosi. Siamo proprio sicuri che Keanu sia nato per interpretare Neo?
13I fratelli Sisters di Jacques Audiard
Il maiuscolo autore di Tutti i battiti del mio cuore e Il profeta va nel selvaggio West. E, adattando il già brillantissimo Arrivano i Sister di Patrick deWitt, trova una leggerezza sorprendente. Joaquin Phoenix e Jake Gyllenhaal sono deliziosi, ma è un monumentale John C. Reilly a rubare la scena.
12Il gioco delle coppie di Olivier Assayas
Titolo italiano sciocchino per un film (in originale Doubles vies, doppie vite) che è invece l’intelligente resoconto definitivo sulla coppia di oggi. Dopo dramma (Sils Maria) e fantasy (Personal Shopper), Assayas firma una commedia sfrenata. Lo vorremmo vedere così più spesso.
11Il traditore di Marco Bellocchio
La prima scena, quella della festa di Santa Rosalia, sembra uscita dai film di Coppola e Scorsese, l’Aula bunker del carcere dell’Ucciardone è un teatro, il maxi-processo è uno spettacolo in cui ognuno indossa una maschera. Bellocchio racconta Cosa nostra come un grande melodramma, grazie anche a un Pierfrancesco Favino da applausi nei panni di Tommaso Buscetta.
10La favorita di Yorgos Lanthimos
Nel period piece punk di Yorgos Lanthimos, Emma Stone e Rachel Weisz sono due cortigiane che si contendono il favore dell’unica vera queen by Olivia Colman: la capricciosa, infantile e selvaggia regina Anna, che le ha regalato l’Oscar. Sorry, Lilibet.
9Joker di Todd Phillips
Nelle mani di Todd Phillips, il cattivo di Batman diventa un archetipo quasi da fiaba per raccontare un’emozione: il disturbo mentale. Poi, c’è anche la origin story, che riscrive il fumetto in maniera contemporaneo-cool. E c’è Joaquin Phoenix: un gigante, ma lo sapevamo già.
8Burning di Lee Chang-dong
Finora l’opera di Haruki Murakami non aveva avuto adattamenti cinematografici all’altezza. Poi è arrivato Lee Chang-dong che ha trasformato il racconto Granai incendiati in un thriller a fuoco lento, un film ipnotico e inquietante che trascende il genere per scavare in profondità nella condizione umana. Meraviglia.
7La vita invisibile di Eurídice Gusmão di Karim Aïnouz
Un ritratto a due voci di sorellanza negata in una cultura machista, travestito da sontuoso feuilleton tropicale. Un po’ telenovela e un po’ cinema d’autore, ma sempre meravigliosamente onirico, sensuale e pieno di vita.
6Storia di un matrimonio di Noah Baumbach
Un divorzio? No, un amore. Che, incidentalmente, finisce. Baumbach al meglio della scrittura, della regia, della direzione degli attori. Adam Driver eccelle, ma date anche a Scarlett quel che è di Scarlett: la (prima!) nomination all’Oscar, almeno.
5L’ufficiale e la spia di Roman Polanski
Nel rievocare l’affaire Dreyfus, Polanski punta il dito contro l’intolleranza di oggi sì, ma affida anche la sua difesa al suo film: un thriller politico, un lavoro di denuncia potente ed elegante. Che è grandissimo cinema. Punto.
4Dolor y gloria di Pedro Almodóvar
Pedro racconta se stesso: chioma bianca scapigliata, camiciole di Prada, ma soprattutto una crisi artistica che lo fa tornare all’infanzia e agli anni della Movida. A dare volto e corpo a questo memoir, il feticcio Antonio Banderas, mai stato così bravo. Una carriera, una vita, il Cinema.
3C’era una volta a… Hollywood di Quentin Tarantino
Lettera d’amore di Tarantino al cinema, a Hollywood e agli anni Sessanta e Settanta. Quentin regala a Brad Pitt uno dei suoi ruoli migliori, dà a DiCaprio pane per i suoi denti e usa la luce (e i piedi) di Margot Robbie per girare uno dei suoi film migliori. A day in the life di un star della tv in declino, del suo stunt-man e di Sharon Tate. Per riscrivere la Storia.
2The Irishman di Martin Scorsese
Film-testamento? No, Marty è più vivo che mai. Piuttosto, questa è l’elegia di un cinema che non c’è più, ma che sa ancora essere giovane. E non solo per gli effetti speciali che tolgono vent’anni e più a Robert De Niro e Al Pacino. Grazie (anche a Netflix) per questo capolavoro.
1Parasite di Bong Joon-ho
Parabola divertente, scioccante e sovversiva del sabotaggio della guerra di classe, che nei temi ricorda l’opera di Ken Loach ma con un twist che più tarantiniano non si può. Una commedia senza clown, una tragedia senza cattivi. Il primo film sudcoreano a vincere la Palma d’oro a Cannes. E per noi, senza dubbio, il miglior film dell’anno.