12The Hurt Locker (2008) di Kathryn Bigelow
Primo Oscar a un film diretto da una donna, ma un film di soli maschi. Cioè il gruppo di artificieri americani in missione in Iraq. La guerra come impresa muscolare, che però distrugge corpi e menti.
11La sottile linea rossa (1998) di Terrence Malick
Terrence Malick quando faceva un film ogni decennio o quasi: ora è diventato fin troppo prolifico. Con un cast di superstar (Penn, Clooney, Travolta, Harrelson, Nolte) e la natura che osserva impotente i disastri dell’uomo. Fun fact: un film bellico che nei primi 40 minuti non mostra nemmeno un colpo d’arma da fuoco.
10Lettere da Iwo Jima (2006) di Clint Eastwood
Nel dittico sulla seconda guerra mondiale firmato Clint (l’altra metà è Flags of Our Fathers), vince la prospettiva più intimista dell’esercito giapponese. La scelta di usare il punto di vista del “nemico” rende più umano (e più assurdo) l’intero conflitto.
9La grande guerra (1959) di Mario Monicelli
Non propriamente un film bellico, ma la commedia all’italiana che ha saputo raccontare con più umanità e pietà la prima guerra mondiale. I cuori pavidi Alberto Sordi e Vittorio Gassman sono gli antieroi che ogni conflitto si merita.
8La grande illusione (1937) di Jean Renoir
Ancora la prima guerra mondiale, stavolta osservata dall’occhio impressionista di Jean Renoir. Anche qui, una storia più di uomini che di soldati, con uno dei finali più belli di tutta la storia del cinema. Disse Truffaut: «La grande illusione consiste nel credere che questa guerra sia l’ultima».
71917 (2020) di Sam Mendes
Un prodigio della tecnica (vedi il “finto” unico piano sequenza del genio della fotografia Roger Deakins), ma anche un’immersione “esperienziale” dentro le trincee come non s’era mai vista e vissuta. Un grande giovane protagonista (George MacKay) e tanti cammei illustri (Colin Firth, Benedict Cumberbatch, Mark Strong, ecc) che entrano ed escono dalle quinte di questo teatro degli orrori.
6Full Metal Jacket (1987) di Stanley Kubrick
Palla di lardo, gli ordini del sergente maggiore Hartman, la Marcia di Topolino: la preparazione alla guerra immaginata da Kubrick è peggio della guerra stessa. Più che un war movie, un’analisi su quanto il Vietnam sia diventato la più grossa psicosi americana prima di Bin Laden.
5Platoon (1986) di Oliver Stone
Altra guerra, altro Oscar. Anzi, quattro: tra cui la statuetta al miglior film e quella alla regia forsennata di Oliver Stone. Negli anni della riflessione sul Vietnam, questo resta il documento più adrenalinico (e forse per questo ingiustamente sottovalutato), ma non meno profondo nel racconto del conflitto così lontano ma così vicino al cuore degli States.
4Orizzonti di gloria (1957) di Stanley Kubrick
Lo strazio della Grande Guerra è tutto nella canzone popolare tedesca che accompagna la scena finale e la carrellata sul volto dei soldati francesi che hanno finalmente deposto le armi. Trent’anni prima di Full Metal Jacket, Stanley lanciava già la sua critica non solo alla guerra, ma a tutto l’apparato militare dell’Occidente.
3Salvate il soldato Ryan (1998) di Steven Spielberg
Non un unico piano sequenza, ma i 24 minuti di “take” sullo sbarco in Normandia bastano e avanzano per siglare il capolavoro. Dopo la seconda guerra mondiale vista dalla parte delle vittime della persecuzione (Schindler’s List), Spielberg adotta l’ottica non meno struggente dei soldati. Così iconico da meritarsi addirittura una citazione in Tolo Tolo di Checco Zalone.
2Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola
Si può definire il capolavoro di Coppola un film sulla guerra? Nì. Ma si può escludere da una classifica sui migliori film di guerra? Certo che no. Anzi, avrà un posizione molto alta. Anche qui lo sfondo è il Vietnam, ma ciò che conta è il cuore di tenebra che pulsa in ogni stupida battaglia. Aggiungeteci la Cavalcata delle valchirie e Marlon Brando nei panni (e nella pelata) del disertore Kurtz: ne vogliamo davvero parlare?
1Dunkirk (2017) di Christopher Nolan
È il tempo il vero nemico. E il vero metro per misurare la follia e la fragilità della guerra e dei suoi uomini. Nolan compie un miracolo di messinscena, ma firma anche il suo film più ideologico: se il conflitto resta un atto inutile e disperato, l’eroismo non va trovato nei singoli ma nella collettività che prova a salvare se stessa. Medaglia d’oro al valore etico ed estetico.