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La sua performance nelle Ragazze di Wall Street era da premio, lo dicevano tutti. Invece l'Academy a suo tempo – era il 2020 – non l'ha nominata (pregiudizi?), e J.Lo ci è rimasta male, anzi malissimo, come ha raccontato di recente nel documentario Halftime (su Netflix). Perché, per la popstar mondiale, il cinema è una parte cruciale della carriera. Ripassiamo i ruoli della cantante/produttrice/imprenditrice più eclettica su piazza.
Muore dopo pochi minuti (a distanza di quindici anni non è più spoiler), ma è un piccolo culto generazionale che non smetteremmo di rivedere. E anche l’unico titolo decente del “periodo Ben Affleck”.
Il maestro Stone le dà la parte della nativa americana (oggi urlerebbero alla cultural appropriation) accanto a mostri come Penn, Nolte, Voight, Phoenix e Thornton: riesce a non sfigurare.
La wedding planner che non riesce a innamorarsi? Sulla carta, che barba. Sullo schermo, funziona. Anche perché J.Lo e Matthew McConaughey sono una delle rom-couple più credibili di inizi 2000.
Nell’ondata di “film di ballo”, uno dei più godibili. Merito dell’alchimia creata sullo schermo con Richard Gere. Che però, nonostante il tango con la sexy latina, torna dalla moglie Susan Sarandon.
Una commedia romantica old style dove J.Lo fa… J.Lo. Un 'tale e quale show' presso se stessa: Kat è popstar latina che sta per convolare a nozze con un collega più giovane (Maluma), ma tutto va a monte, Ci penserà il timido professore Owen Wilson a farle scoprire che c’è una donna sotto la diva.
Lo scult dell’autore videoclipparo Tarsem Singh è oggi un titolo rivalutato. Merito dell’iconografia camp di cui Lopez è parte integrante. Un po’ come Monica Bellucci in Malèna : basta lei.
Ammettiamolo: il grosso lo fa Jane Fonda. Ma Jennifer le tiene testa, in questa commedia romantica che, a suo modo, riscrive il genere. Al centro non ci sono più i fidanzati, ma suocera e nuora. Al profumo di vecchia Hollywood.
La biografia della “John Lennon latina” (attenzione ai fan: potrebbero diventare brutali assassini) le offre il ruolo della consacrazione, con tanto di nomination al Golden Globe. E la rende un’icona imperitura nel mondo ispanico.
Un anno prima di scalare le classifiche con If You Had My Love, voleva fare l’attrice sul serio. Soderbergh era l’autore giusto su cui puntare. E George Clooney la giusta spalla, neo-divo come lei in un pimpante neo-noir.
Purtroppo avevano gridato all'Oscar troppo presto. Ma certo è che J.Lo non è mai stata così in parte. E così brava. La sequenza di pole dance sulle note di Criminal di Fiona Apple è da antologia. A star is re-born.
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