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Il 16 dicembre del 1775 a Steventon, Hampshire, nasceva Jane Austen, una delle scrittrici più fortunate anche al cinema. Tra adattamenti fedeli (come il prossimo Emma con Anya Taylor-Joy, nella foto) e libere riletture, ecco la sua “filmografia” essenziale.
Merita un posto in classifica anche solo per il titolo (originale) tra i più belli di sempre: Bride and Prejudice. In più, è una rom-com che mischia l’impianto classico alla Austen ai numeri di Bollywood. Con l’indiscussa star locale Aishwarya Rai.
Femminismo ante-litteram in un biopic non memorabile ma coraggiosamente infedele: vedi la storia d’amore tra la scrittrice (interpretata da una Anne Hathaway un po’ fuori parte) e l’umile avvocaticchio (James McAvoy).
Tra gli adattamenti più fedeli dei romanzi dell’autrice, ma un po’ dimenticato. Al pari della sua protagonista Frances O’Connor, bella promessa anni ’90 di cui si sono oggi perse le tracce. Pure Jonny Lee Miller, con lei sullo schermo, l’avete più visto?
Da un romanzetto postumo e apparentemente minore (Lady Susan), una commedia pura che sembra recitata su un palcoscenico. Kate Beckinsale ha tempi brillanti sorprendenti (e cofane favolose), ma è l’amica Chloë Sevigny a rubarle la scena.
Instant classic assoluto, consacrazione romantica (e prima nomination all’Oscar) per Keira Knightley e prodotto di ottima fattura grazie alla regia di Joe Wright. Forse un compitino fatto fin troppo bene per appassionare fino in fondo.
Un progetto covato a lungo da Natalie Portman, che resta solo in veste di produttrice. La parte di Elizabeth Bennet va a Lily James. Ma il vero twist è l’invasione dei morti viventi nella buona società del ‘700. Un cult incompreso.
Uno dei capisaldi della commedia teen anni ’90, con un cast di stelle mancate ma bravissime: Alicia Silverstone su tutte. Alla base c’è il romanzo Emma, ma l’educazione sentimentale della rampolla viziata è tradita con classe.
Questo invece è il romanzo fedelmente adattato e cucito addosso alla diva in ascesa del momento: Gwyneth Paltrow subito prima di Shakespeare in Love. Una delizia in cui si bevevano litri di tè: forse il costo maggiore dell’intera produzione.
Il Mr. Darcy di Colin Firth è lo stesso di Orgoglio e pregiudizio? Certo che sì, anche se cambiano i contorni della vicenda e la fu Elizabeth Bennett diventa una goffa trentenne di oggi. Cioè Renée Zellweger, con impeccabile accento londinese nonostante i natali texani.
Il cinese Ang Lee riesce a esaltare qualsiasi genere: persino il dramma in costume 100% british. Il resto lo fanno la sceneggiatura da Oscar (di Emma Thompson) e il supercast: oltre alla stessa Thompson, Hugh Grant e una luminosa Kate Winslet. Da rivedere, sempre.
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