20The Boys (Amazon Prime Video)
I supereroi meno eroici mai visti. Sono brutti, sporchi e cattivi: vedi Abisso, un mix tra Aquaman e Harvey Weinstein. E gestiti da una multinazionale che pensa a sfruttarli per ragioni di marketing e insabbia i loro peggiori segreti. Un meta-cinecomic che sfotte il canone ormai classico degli Avengers alla maniera di Watchmen, ma virando sull’umorismo nero.
19Derry Girls 2 (Netflix)
Suore scazzate, genitori incapaci, ma soprattutto un gruppo di ragazzine (più un maschio schiacciato dal matriarcato) a cui non si può resistere. Alla seconda stagione, la serie un po’ Ken Loach un po’ The Commitments continua a unire spensieratezza teen e temi alti (il conflitto nordirlandese, la guerra tra cattolici e protestanti): vinceranno le bombe o i Take That?
18Unbelievable (Netflix)
Nel dibattito post-MeToo a tratti troppo confuso e ideologico, una serie “didattica” sulla difficoltà, da parte delle donne, di denunciare le violenze subite. Nonostante il soggetto, la sceneggiatura incisiva ma equilibrata non cede mai a facili sensazionalismi. E il cast di volti conosciuti (Toni Collette) e nuovi (Merritt Wever, Kaitlyn Dever) cerca le sfumature e non le scene madri.
17Il metodo Kominsky 2 (Netflix)
Vorremmo essere allo stesso tavolo del ristorante di LA in cui si incontrano ogni sera o quasi Michael Douglas e Alan Arkin. I due amici tornano nella seconda stagione della dramedy meglio scritta e recitata degli ultimi anni. Aumenta l’età dei protagonisti e, di conseguenza, crescono i malanni: ma la migliore cura è sempre un martini.
16Euphoria (Sky)
Più che una semplice serie teen, un tuffo nelle storie di Instagram della Generazione Zeta. Non solo per l’estetica “social” di regia, fotografia e montaggio, ma anche per i temi “intimi” affrontati senza censure. Un prodotto non per tutti, ma tra i più originali della stagione. E poi, a star is born: Zendaya è sensazionale.
15Pose 2 (Netflix)
Mentre la prima stagione sembrava anche una “origin story” dell’America di Trump, stavolta Ryan Murphy si concentra sul gruppo di protagonisti veri: le trans e drag della Manhattan anni ’80, che non sono “casi umani” da studiare ma personaggi sfaccettati da capire e da proteggere. Tra lo spettro dell’Aids e le sfide su Vogue di Madonna, New York is burning.
14Gomorra – La serie 4 (Sky)
Il titolo più clamoroso della serialità italiana degli anni 2000 è un caso pressoché unico: ogni nuova stagione sembra aggiungere qualcosa allo storytelling già raffinatissimo delle precedenti. Come le migliori serie USA, Gomorra non ha paura di far fuori i personaggi su cui ha investito di più mantenendo intatte epica e tensione. Ma per Ciro l’Immortale non poteva finire qui: l’hype sulla quinta è già altissimo.
13Mindhunter 2 (Netflix)
La serie sugli agenti dell’FBI che hanno inventato il profiling del serial killer moderno è coraggiosamente più lenta e riflessiva della media dei titoli in circolazione (e anche della sua prima stagione). Ma per regia (di David Fincher & Co.), scrittura e ricostruzione d’epoca è il meglio del meglio possibile. Tanto da rendere cult scene potenzialmente noiose come i lunghissimi interrogatori.
121994 (Sky)
La stagione finale della trilogia su Tangentopoli dà davvero senso all’“idea di Stefano Accorsi” che avevamo spernacchiato all’inizio. Aveva ragione: fra il triangolo Accorsi-Leone-Caprino e il Silvio d’antologia di Paolo Pierobon, il racconto della seconda repubblica è ancora più indiavolato, ironico e appassionante. Il giallo balneare a Villa Certosa è il cult italiano dell’annata.
11Good Omens (Amazon Prime Video)
C’è chi dice che è così fedele al romanzo del re del fantasy umoristico Terry Prachett e Neil Gaiman da risultare faticosa. Ma il “bromance” tra Michael Sheen e David Tennant è irresistibile e rende giustizia al mood Monty Python del libro. E poi Jon Hamm nei panni dell’Arcangelo Gabriele e Frances McDormand che dà la voce a Dio sono la fine del mondo.
10Billions 4 (Sky)
La saga finanziaria più scorretta d’America torna con una quarta stagione che è forse la migliore di tutte. Paul Giamatti e Damian Lewis sono sempre più scatenati nei rispettivi ruoli (il procuratore rosicone e l’imprenditore spudorato). Giudicare i loro misfatti è impossibile: alla fine anche tu faresti carte false per avere una vita maleducata, di quelle vite fatte così.
9Russian Doll (Netflix)
L’eterno ritorno di Natasha Lyonne. In senso figurato: è un’attrice che, per avere il ruolo della vita, se l’è dovuto scrivere da sola. E anche in senso letterale: la protagonista vive dentro un quotidiano “ricomincio da capo”, che mescola ironia nera e riflessione sul proprio destino. Sembrava un titolo minore nello sterminato catalogo Netflix, è invece è uno dei colpi di fulmine della stagione.
8Fosse/Verdon (FoxLife)
Willkommen, bienvenue, welcome in questa serie che poteva essere un semplice biopic e invece diventa il racconto attento ma umano di un’epoca e di un cinema che non ci sono più. Sam Rockwell e (soprattutto) Michelle Williams, nei panni del regista e coreografo Bob Fosse e della moglie e musa Gwen Verdon, sono la coppia tv dell’anno.
7Chernobyl (Sky)
Come raccontare il peggior disastro nucleare dell’era moderna senza cadere nella retorica da fiction? Affidando il progetto a un regista (lo svedese Johan Renck) che usa un’estetica da videoarte ma non dimentica la prospettiva umana: il momento dell’esplosione nel reattore sovietico lo riviviamo guardando una tazza di caffè che traballa. E il “dopo” è quello che conta di più.
6After Life (Netflix)
Ricky Gervais non è solo stand up comedy. La sua serie è una “commedia umana” su vita, morte e miracoli di provincia che indovina battute, toni e personaggi. Il protagonista, abituato a stare al centro della scena, si fa sorprendentemente nella storia che lo riguarda più da vicino. E che, proprio per questo, ci riguarda tutti.
5Undone (Amazon Prime Video)
L’animazione si fa più vera del vero, ma è l’unica strada per raccontare questa parabola tra trip psicanalitici e viaggi spaziotemporali. Un po’ Fleabag, un po’ Russian Doll, ma con twist totalmente inediti. Ogni frame è così sbalorditivo che vi verrà voglia di schiacciare su “pausa” per capire come diavolo l’hanno realizzato.
4The Marvelous Mrs. Maisel 3 (Amazon Prime Video)
La stand up comedy è la migliore amica di una ragazza? Coi suoi dialoghi a raffica, Amy Sherman-Palladino sembra dirci di sì. La produzione è ancora più sontuosa, il cast rodatissimo e il messaggio suona più forte e chiaro: Midge (una Rachel Brosnahan sempre più incredibile) che finalmente può vivere di cabaret vale più di mille proclami femministi.
3Watchmen (Sky)
Ci avevano provato in molti a portare al cinema la graphic novel di Alan Moore: Terry Gilliam, Darren Aronofsky e Paul Greengrass. L’aveva spuntata Zack Snyder, senza però convincere tutti. Damon Lindelof, quello di Lost e The Leftovers, lo adatta ora per la tv, facendone un sequel (?) che usa il fumetto di partenza per interrogarsi sulla contemporaneità. E centra, finalmente, il capolavoro.
2Succession 2 (Sky)
Tutti i personaggi in scena sono così stronzi che… finisci per adorarli. È una gara a chi è più bastardo, in questa famiglia di straricchi egomani in cui ciascuno si contende l’eredità di un padre che ancora non è morto. Ed è una gara anche tra gli attori, uno più sensazionale dell’altro. La seconda stagione non tradisce la prima, anzi: vola ancora più alto.
1Fleabag 2 (Amazon Prime Video)
Phoebe Waller-Bridge è senza dubbio il personaggio dell’anno: è la showrunner (e attrice “presso se stessa”) che racconta il mondo delle trentenni di oggi facendo dimenticare di essere una “quota rosa”. Se la prima stagione era stata una sorpresa, questa è la conferma del suo talento. Quando chiunque altro avrebbe sfornato un terzo capitolo, lei ha deciso di fermarsi: un altro colpo da maestra.