Handmaid’s Tale
Da quando è partita una raffica di restrizioni all’aborto nelle legislature degli stati americani, il mantello rosso e la cuffia immacolata di Handmaid’s Tale, l’uniforme della schiavitù riproduttiva del romanzo di Margaret Atwood, è diventata un potente costume di protesta: le manifestanti compaiono ovunque siano in discussione i diritti delle donne. Perché a Gilead le donne i diritti non li hanno. Quelle (poche) che sono ancora in grado di generare figli, sono diventate uteri con la gambe, il cui unico scopo è di partorire i figli dei comandanti di questo patriarcato pseudo religioso e delle loro moglie sterili. Ma June (la bravissima Elizabeth Moss) non ci sta. E dapprima prova a sopravvivere in questa distopia anti-femminista, per poi cercare di rovesciarla, di ricostruire il sistema. Handmaid’s Tale usa i colori, i silenzi e il ghigno della sua protagonista meglio di qualunque altro show in tv, mescolando l’intimità alla dimensione epica. E ci sbatte in faccia i pericoli dell’estremismo, nel caso non avessimo ancora imparato niente dalla Storia, quella vera.
Killing Eve
Killing Eve era un prodotto che rischiava di somigliare a mille altri: una profiler dà la caccia a una killer psicopatica, ma la cosa diventa personale e va ben oltre l’ossessione. Se la serie è diventata uno dei migliori spy thriller della tv (e anche qualcosa di mai visto prima) è merito di Phoebe Waller-Bridge (quella di Fleabag), che ha compreso a fondo le dinamiche tra i personaggi creati sulla carta da Luke Jennings, muovendo con grazia i fili di una stuzzicante caccia al gatto e al topo, contorta al punto giusto e intrisa di un un inglesissimo umorismo dark. Sandra Oh e Jodie Comer ci hanno messo il resto. La prima ha centrato il ruolo della vita (altro che Grey’s Anatomy) e ha vinto un Golden Globe, mentre la seconda è diventata una star da un giorno all’altro, con la sua interpretazione fighissima di una seducente pazza assassina fuori controllo, che agisce d’istinto senza mai pensare alle conseguenze. Una delle cose più belle della tv degli ultimi anni.
SKAM Italia
SKAM Italia è la prima soap opera della generazione Z, perché racconta la purezza dell’adolescenza in streaming. Il format viene direttamente dalla Norvegia ma lo showrunner Ludovico Bessegato è riuscito a fare della versione italiana un cult, grazie a un’autenticità e a un realismo mai rischiati in prodotti italiani di questo tipo prima d’ora. Dopo le vicende di Eva (Ludovica Martino), che stando insieme a Giovanni (Ludovico Tersigni) ha un po’ perso se stessa, e quelle di Martino (Federico Cesari), mentre fa i conti col fatto che gli piacciono i ragazzi, la terza stagione segue la difficile ed emozionante relazione tra Eleonora (Benedetta Gargari) e Edoardo (Giancarlo Commare). Il successo è merito anche di un format a prova di bomba: la serie infatti, è divisa in clip, rilasciate all’ora esatta del giorno in cui sono ambientate, che poi vengono raccolte in un episodio al termine di ogni settimana. Non potrete più vivere senza la vostra dose di SKAM giornaliera.
L’Amica Geniale
Un’amicizia al femminile strettissima, che è un’arma a doppio taglio, una benedizione e una maledizione allo stesso tempo: Lila e Lenù sono arrivate sul piccolo schermo nell’adattamento prodotto da HBO, RAI e TimVision. Il regista Saverio Costanzo è riuscito a valorizzare il materiale della saga bestseller di Elena Ferrante con bellezza e grazia, comprendendo che le due ragazze sono prodotti di un tempo, il dopoguerra, e di un luogo specifico, il rione, un ecosistema a sé stante, di cui la serie esplora e fissa ogni angolo. La ricostruzione degli spazi e dei tempi è sbalorditiva, così come il casting delle protagoniste è magistrale. Vediamo il mondo per come lo vedono le ragazze, e lo conosciamo per quello che ne sanno loro. Tutto sembra più grande e di conseguenza anche le emozioni lo diventano, in un modo che può rendere L’Amica Geniale eccitante o devastante.