L’overture di Benigni, l’halftime di Mahmood, lo show di Cucciari: top e flop della serata cover di Sanremo 2025 | Rolling Stone Italia
'Grazia, Graziella e grazie al Carlo' (cit.)

L’overture di Benigni, l’halftime di Mahmood, lo show di Cucciari: top e flop della serata cover di Sanremo 2025

E tutto questo nonostante la regia, che l'inquadratura giusta non la becca MAI

L’overture di Benigni, l’halftime di Mahmood, lo show di Cucciari: top e flop della serata cover di Sanremo 2025

Mahmood a Sanremo 2025

Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

TOP:

Benigni, Bella ciao e i Neri per caso

Niente lezioni sulla Costituzione, a questo giro Benigni torna piccolo diavolo intrattenitore, ma pur sempre disturbatore della destra: al grido di “non parliamo di politica”, in meno di 5 minuti Roberto blasta tutto il blastabile in materia di governo e affini. “Prima in camerino ho incrociato Marcella Bella, l’ho salutata – ‘Bella ciao!’ – ed è successo un casino. Per par condicio ho dovuto salutare anche i Neri per caso”. E ancora: “Tutti parlano solo del Festival, hai bloccato l’Italia Carlo, dovresti fare il ministro dei Trasporti”. Poi Elon Musk che guarda Sanremo e vota… Giorgia, Trump che vuole annettere anche la Liguria, fino al colpo di grazia al Festival casa e chiesa: L’inno del corpo sciolto. Robbèrto ti vogliamo bene.

FLOP:

Canta come mangi

Non vorremmo aggiungere sovranismo, visto che in questo Sanremo ce n’è già abbastanza (tutta l’Italia, tutta l’Italia, tutta l’Itali-ha). Ma chiediamo al tribunale internazionale dell’Aia la messa al bando delle canzoni non italiane (azzarderemmo addirittura un: non sanremesi) nella serata delle cover. Non solo perché Sanremo è heritage nazionale, ma anche perché cantare canzoni in inglesi sembra quasi un autosabotaggio: vedere le nostre pagelle per avere le prove.

TOP:

Geppi MVP

“Non l’hai guardato con Benigni l’orologio eh, te lo buco”. Dopo che Carlo ha interrotto, pressato e pure un po’ bullizzato tutti i suoi co-conduttori, il karma ha fatto il suo gioco ed è arrivata Geppi Cucciari, castigatrice di Conti che comunque è “un grande artista, ma soprattutto un padre” (LOL). A ogni sua apparizione è fuoricampo, touchdown, canestro da tre punti tutto insieme. Alleghiamo prove: “I protagonisti dei duetti saranno indicati come cantante 1 e cantante 2”, “Il Volo dimostra che può cantare qualsiasi canzone e purtroppo lo fa”, “Topo Gigio ha distrutto il camerino, l’hanno trovato positivo al pecorino”, e poi “Simon Maxibon”, ma anche ”Grazia, Graziella e grazie al Carlo”. Politica nel senso più ampio del termine, “alta” ma allo stesso tempo pop, una fuoriclasse. Usiamo una parola brutissima: iconica.

FLOP:

La regia? Ariston Ending

Come non beccare l’inquadratura giusta MAI. Si parla con uno e si inquadra l’altra. I tempi delle gag? Inesistenti. I Neri per caso cantano con Massimo Ranieri? Vai di carrellata sui posteriori. Inquadrare i conduttori mentre alle loro spalle passano i tecnici di palco? Sempre. Cade il microfono a Cristiano De André? Perfetto, non strigiamo. Tant’è che quando Mahmood fa il suo super show (vedi sotto) viene il dubbio che qualcun altro abbia preso i comandi in sala regia. Ariston Ending (chi capisce capisce).

TOP:

L’halftime show di Mahmood

Prova a depistarci presentandosi in versione Clark Kent che lancia la pubblicità, ma lo swag inevitabilmente viene fuori, prima nella gag sull’autotune con Geppi, poi al selfie con Topo Gigio (che canta Brividi!) e ovviamente nel suo personalissimo halftime show sanremese, tra Bakug, RA TA TA, Soldi, Kobra, Tuta gold. Mahmood si magna il palco a torso nudo, ancora unica vera popstar internazionale in circolazione dalle nostre parti. E come se non bastasse regala al web pure il momento meme, infilando a Conti gli occhiali da sole glitterati e assestandogli una botta sul naso nel tutorial per il balletto di Tuta Gold.

FLOP:

All Together Now

Ci lamentavamo di Ama e degli artigiani della qualità, ma non sapevamo che sarebbe arrivato Carlo a far intonare ogni due per tre una canzone al pubblico (sempre per spot). E se sulle prime i braccialetti dell’amicizia luminosi ci sembravamo pure una buona idea, al quarto giorno di psichedelia collettiva sulla marcetta dance di Gabry Ponte (di cui pure Geppi ha le – ehm – orecchie piene) sventolando i polsi al tunz tunz, la situazione sembra sfuggita di mano. E infatti qualcuno a inizio serata ha pensato bene di sabotarli. Peccato che poi abbiano risolto.

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