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‘Baby Reindeer’ e le altre: le serie più controverse ispirate a fatti realmente accaduti

Quando la realtà non basta, arriva la (semi)fiction: dal caso di quest'anno a 'Succession' (ebbene sì) passando per 'Dahmer', ecco i migliori titoli che raccontano quasi "tutta la verità, nient'altro che la verità". E che per questo fanno discutere

Foto: Netflix

Inventing Anna
2022

“Questa storia è del tutto vera. Tranne che per le parti assolutamente inventate”. Love it or hate it (noi, per esempio, ci eravamo probabilmente iscritti al secondo partito), Inventing Anna (con Julia Garner nel ruolo del titolo) è l’esempio perfetto di tutti i pregi e tutti i difetti del genere televisivo che sbatte in prima pagina i fatti di cronaca ammantandoli di alcuni dettagli di finzione (e che per questo documentario non è). Tra true crime e personalità larger than life, il rischio, come nel caso della storia di Anna Delvey, anzi, di Anna Sorokin, truffatrice incallita che, facendosi passare per una ricca ereditiera tedesca, è riuscita a infiltrarsi nel bel mondo di New York – e a ripulire la gente-che-piace di ben più di qualche centone – è lasciare la mano troppo larga, e sbrodolare un po’ sulla caratterizzazione di alcuni personaggi. Che, come nel caso della stessa Anna, potrebbero far causa alla produzione per diffamazione. Ma alla fine, forse, è proprio questo lo spettacolo che speriamo sempre di guardare.

Baby Reindeer
2024

L’autofiction va di gran moda ultimamente, e Richard Gadd non ha resistito alla tentazione, mettendo insieme una delle serie (o forse la serie) più disturbanti dell’anno: Baby Reindeer, ovvero la storia di una stalker, di un violentatore, e di una versione dei fatti che viene messa in discussione (di nuovo) nella vita reale (e che sta con tutta probabilità portando a una causa in tribunale). C’è chi si è sentito infastidito, impaurito, commosso guardando la serie scritta e creata da Gadd a partire da eventi reali della sua vita personale; e chi mente. La ritroveremo anche andando avanti con gli anni.

Maid
2021

È forse con Maid che abbiamo iniziato ad accorgerci davvero di Margaret Qualley. Il suo ritratto di Alex, giovane donna che decide di scappare dalla relazione tossica con il compagno e si trova così sola contro il mondo, senza soldi e con una figlia a cui badare, è delicato ma incisivo, e contribuisce al successo della serie (tratta dal memoir Donna delle pulizie – Lavoro duro, paga bassa e la volontà di sopravvivere di una madre) che porta il timbro dei creatori di Shameless. Tutto è attorno ad Alex/Qualley, tutto sul contrasto tra la ragione dei cavilli burocratici che regolano l’esistenza in società e il sentimento di una vita che sta ricominciando. E ogni vicenda arriva a dirci che Alex potrà contare solo su sé stessa.

The Crown
2016-2023

I reali, il mito, la corona: quando The Crown è iniziata, quasi non volevamo crederci. Era davvero possibile che una serie riuscisse a centrare in pieno il discreto fascino che la nobiltà (e la sua sovente miseria umana) esercita sull’immaginario collettivo? Tra amori sinceri, legami di comodo, e il peso degli stemmi che ci si porta dietro, c’è ancora spazio per una lacrima – e per un grande storytelling e un casting azzeccatissimo. Finita l’anno scorso, già un po’ ci manca. Ma di certo non manca ai veri royal, divisi tra fan (Camilla, pare) e coloro che hanno tacciato la serie di spiare un po’ troppo dal buco della serratura (tutti gli altri).

Unorthodox
2020

La performance impeccabile di Shira Haas, uno spioncino dentro la comunità ebrea ultraortodossa (chassidica) di Williamsburg a New York, la voglia di scappare a Berlino: gli ingredienti per una storia da tenere incollati sono serviti, e farcene volere giusto ancora un po’ di più (complice un finale in minore) è molto semplice per questa serie Netflix, che adatta il memoir di Deborah Feldman del 2012, Unorthodox: The Scandalous Rejection of my Hasidic Roots. La miniserie non è una di quelle che vogliono dare risposte, ma sollevare interrogativi. E, mentre che ci apre una porta su un mondo che assomiglia a un cabinet of curiosities, di domande su di noi ne apre alla grandissima.

When They See Us
2019

Nel 1989, cinque adolescenti di Harlem furono ingiustamente accusati di aver violentato e ridotto in fin di vita Trisha Meili, una ragazza bianca che stava facendo jogging nel parco più famoso di New York. Passarono alla storia come i “Cinque di Central Park”, e, dopo un documentario che ne ha ricostruito la storia (The Central Park Five di Ken Burns, David McMahon e Sarah Burns), è arrivata la miniserie diretta da Ava DuVernay. Un buon modo per aggiornarsi su un importante caso storico, e farlo attraverso lo sguardo di una delle registe più talentuose (e senza compromessi) in circolazione.

Dahmer – Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer
2022-

Jeffrey avant Dahmer, l’uomo prima del Cannibale di Milwaukee. La prima stagione nella serie antologica Mostro di Ryan Murphy e Ian Brennan è uscita a fine 2022 e ha generato sospiri di terrore, recensioni positive, commenti negativi, e soprattutto l’accusa di aver romanticizzato eccessivamente un criminale condannato ritenuto colpevole di omicidio e cannibalizzazione di altri esseri umani. Ma l’arte è l’arte, e, anche se forse non la più riuscita della sua classe, Dahmer ha cavalcato con intelligenza l’onda dei serial killer e del true crime, mettendo l’enfasi sulle procedure di polizia e le falle che hanno permesso al “mostro” di farla franca. Chi è appassionato di Indagini di Stefano Nazzi apprezza.

Supersex
2024

L’equazione sesso-potere è la lezione più vecchia del mondo, ma anche quella di cui, collettivamente, cerchiamo di dimenticarci più spesso. Supersex – la miniserie che mette in scena la vita del pornodivo Rocco Siffredi, a centimetri secondo solo a Dante Alighieri, Giorgio Armani e Giulio Cesare nella classifica dell’italianità – la riporta al centro della conversazione, e, attraverso gli occhi di Francesca Manieri, la usa come specchio per raccontare la mascolinità e i ruoli sociali in cui ci siamo rinchiusi. Alessandro Borghi protagonista a condire il tutto. Non sono mancate le polemiche (ma dai).

Succession
2018-2023

Succession è finzione al 99,9%, ma dove non lo è – nella sua ispirazione – parla di imperi, politica e lotte per il potere (ma si può intuire dal titolo). Il casus belli è lo sfiorire di Logan Roy aka Rupert Murdoch, magnate dei media australiano e mano dietro Fox (nella finzione Waystar RoyCo), la principale emittente statunitense legata alle posizioni socio-politiche conservatrici e al Partito Repubblicano. E si sa, quando il padre si appresta a morire, i figli cominciano a sgomitare. Tre più uno (ovvero dalla prima moglie ripudiata), così in Succession come nella vita reale: tra Kendall, Siobhan e Roman Roy sarà guerra senza quartiere. Così come nella vita reale lo è stata tra Lachlan, James ed Elisabeth Murdoch.

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