Seconda serata più tranquilla rispetto a ieri. I cantanti con le canzoni migliori erano quasi tutti in gara oggi. Domani temo l’ecatombe, visti gli interpreti che si esibiranno. La sorpresa è che la giuria della sala stampa ha premiato Achille Lauro, Arisa, Loredana Bertè e Daniele Silvestri. Bocciati, almeno per questa sera, Federica Carta e Shade, Einar, Negrita e Nek. Ma arriviamo alle pagelle.
Dopofestival voto: 8
Un happening divertentissimo. Rocco Papaleo è il musicista un po’ annoiato, un po’ insolente che dà il benvenuto ai vari cantanti e li smista, tra un commento a caldo e un Luzzatto Fegiz che rappa robba coatta. Anna Foglietta fa lo strafalcione scrivendo “Qual’è” e Melissa Greta Marchetto è una presenza utile perché fa ordine, anche se è un po’ troppo esagitata. Anche meno.
Lo show voto: 6
Baglioni apre con Noi no. Poi arrivano Claudio “Fratello Sole” Bisio e Virginia “Sorella Luna” Raffaele. La Raffaela tira fuori – ancora!!! – la storia dei due Claudio (Baglioni e Bisio, ndr), nel caso ieri fosse sfuggita ai più questa riuscitissima (?) operazione simpatia. Segue la gag della traduttrice che assomiglia molto a un pezzo della comica inglese Catherine Tate. Sono tutti più rilassati e lo show ne giova. Resta che, quest’anno, il festival è lento e cupo: dal palco (tutto tendente al nero, forse specchio dei nostri tempi) ai testi e gli argomenti delle canzoni.
Claudio Baglioni voto: 9
Baglioni è un signore, alla Augias. Tipi come lui mancano in tv: mai volgare, autoironico (vedi la gag della poltrona per vecchi), con uno humor tutto suo e tanto talento. Quest’anno è meno presente: lascia gestire molto ai due conduttori. Entra in scena solo per quello che sa fare meglio: cantare. Quando ha intonato Questo piccolo grande amore stavamo tutti a duettare con lui. A squarciagola!
Virginia Raffaele voto: 7
Molto meglio di ieri. Il background teatrale esce tutto fuori con l’omaggio a Lelio Luttazzi, dove è bravissima. Anche la gag della cantante d’opera è ben riuscita.
Claudio Bisio voto: 8
Bisio è un vulcano. Carina la gag della “punteggiatura parlata” a suon di pernacchie e rumori vari fatta con Baglioni. Le battute, ovviamente, si sprecano. Una su tutte, rivolto al dirottatore artistico: «Facciamo una canzone bella o una delle tue?». Intelligente anche la critica all’ignoranza dei leoni da tastiera.
Michelle Hunziker voto: 7
Ma la Hunziker, con ‘ste faccine e i suoi «Ma ciaooooo!» non ha un po’ rotto? Sono dieci anni che fa la stessa roba. A salvarla è Bisio, il suo partner (artistico) naturale. C’è una complicità difficile da trovare tra due colleghi. Ne è l’esempio l’interpretazione della Lega dell’amore degli Elii. Dimenticavo: la gag con Michelle malata a casa non è proprio riuscita, era chiaro fosse dietro le quinte.
Pippo Baudo voto: 10 e lode+
Cita E.T., per super Pippo il festival è casa. Il pubblico lo ama. Pippo è Pippo, c’è poco da fare. Arriva e riesce a catalizzare tutta l’attenzione. Quel palco lo conosce a menadito. E su, dai, un altro festival se lo meriterebbe. Ah, ha detto che si candida alle presidenziali. Oh, nel caso io lo voto eh!
Pio e Amedeo voto: 8
Non avrei mai pensato che Pio e Amedeo sarebbero stati tra le cose migliori di Sanremo. Devo ammettere che li ho sempre trovati un po’ volgarotti. E lo sono eh. Ma sono stati gli unici ad aver rianimato un festival che, quest’anno, è davvero sottotono. Le battute del duo pugliese sono tutte giocate sull’evasione fiscale. E tirano in ballo Mina, l’agenzia delle entrate, Corona, i politici («si fingono morti, ma poi ritornano»), il PD («gli elettori sono meno dei candidati»), Gianni Sperti, Celentano, gli animalisti e Salvini. Quando la presenza dei comici è ben studiata si vede. Bellissima la battuta «ma pagate subito o a Mille giorni di te e di me?». Lanciano il finto scoop di condurre Sanremo il prossimo anno. Magari.
Riccardo Cocciante voto: 10
Oh, ragazzi, Cocciante è Cocciante. Notre-Dame de Paris è un’opera moderna pazzesca, Margherita è meravigliosa in duetto con Baglioni. Mi sarei aspettato qualcosa di più. Avrei dato più spazio a un poeta simile. Insomma si ha voglio di ascoltarlo. Anzi, adesso vado ad sentirmi Celeste nostalgia.
Marco Mengoni voto: 8
Mengoni è, davvero, una dei migliori talenti usciti da X Factor. A memoria non ricordo uno con tanto carisma e varietà di colori nella voce. La canzone Hola poteva pure cantarla da solo. Con tutto il rispetto per Tom Walker, eh. Bravissimo e misurato con L’essenziale, Mengoni è il classico ragazzo da presentare alla mamma. Le doti da interprete raffinato sono sottolineate nel duetto con Baglioni sulle note di Emozioni di Lucio Battisti.
Laura Chiatti & Michele Riondino voto: 6
L’apparizione-marchetta ok, ma qui non ce la facciamo più e aspettiamo il Premio alla Carriera a Pino Daniele. Sì, ok, il duo se la cava, ma anche chi se ne fotte eh.
L’orario del premio alla Carriera a Pino Daniele voto: N.C.
Non si può trattare così la memoria di un artista simile. Andava messo molto prima in scaletta. Questo è davvero un epic fail. Eccheccazzo.
Achille Lauro voto: 8 e ½ (stra-confermato)
Un po’ Nosferatu un po’ Blade. Il look è quello di un becchino che è passato per la Milano Fashion Week. Quegli urletti che fa in mezzo alla canzone mi fanno impazzire. Lauro si diverte e non gliene frega un cazzo dell’intonazione. Se non è rock’n’roll uno così, voi ditemi chi lo è.
Einar voto: 2
Ok, Einar c’ha il faccino bellino che fa innamorare le ragazzine. Il look che sembra si debba esibire a un matrimonio a caso del Castello delle cerimonie. La canzone è pepata come può esserlo il pane azzimo. C’è da dire, però, che è più sciolto rispetto a ieri, per fortuna. La domanda è: dietro Einar c’è un progetto serio? Perché, al di là dei gusti, rischia di fare la fine di alcuni vincitori delle ultime edizioni di Amici: un disco di successo, tanta difficoltà ad emergere e poi ciao ciao. La De Filippi dovrebbe rivedere i casting che fa per il suo talent show.
Il Volo voto: 4
Ah, ma ci sta la Nannini dietro a ‘sta canzone? Appost’. I tre tenorini si presentano con un look sbarazzino che li svecchia. Finalmente mostrano la loro età: degli splendidi sessantenni. Mi aspetto che il tenorino centrale (il mio preferito, ormai lo sapete) tiri fuori da un momento all’altro una pistola con quell’outfit che fa tanto Miami Vice. Lo so, lo so, (quasi) sicuramente vinceranno, se la giuria non gioca brutti scherzi come il televoto. Ma se vincono io pretendo che trionfino all’Eurovision. Lo pretendo.
Arisa voto: 6 e ½
Una professionista si vede per come recupera. Ci deve essere stato un evidente problema tecnico, perché Arisa – generalmente – non sbaglia un colpo. Quindi è chiaro che ci sia stata una difficoltà che ha fatto vacillare esibizione e intonazione. Lo si capisce dal liberatorio e commosso «Grazieeeeee!» urlato con gli occhi lucidi dopo l’esibizione. Sinceramente non mi sento di infierire.
Fiorella Mannoia voto: 8
La Mannoia è una signora cantante. Stop.
Nek voto: 6 e ½
Non so perché, ma oggi il buon Filippo sembra sia stato meno incisivo rispetto a ieri. Non a caso è finito nella parte rossa della classifica. E poi non so se l’avete notato, ma Nek – quando gli fanno i primi piani – sembra Giorgio Mastrota con la barba. Se sono impazzito vi prego di farmi uscire da questo terribile equivoco.
Daniele Silvestri & Rancore voto: 8 e ½
Silvestri si conferma bravissimo e questa canzone spero, di cuore, riesca a salire sul podio. Se lo merita e il fatto che resti nella zona più alta della classifica mi fa ben sperare.
Ex-Otago voto: 6 e ½
Mi aspetto che, da un momento all’altro del brano, Maurizio Carucci se ne esca con «A te che sei il mio grande amore/Ed il mio amore grande». Non ci posso fare niente, per me Jovanotti è dietro l’angolo. Comunque meglio di ieri, anche la ragazza che abbraccia il frontman sembra più presa. Non, mi correggo, è che non molla la presa.
Ghemon voto: 6 e ½
Questa canzone sembra la sigla di coda di un qualche B movie. Visto il sound ci stava bene anche un featuring con Jenny B., magari buttandoci dentro pure ‘na rappata del Piotta. Intonazione non precisissima eh. Registrata spacca e funziona meglio che dal vivo.
Loredana Bertè voto: 7
La Bertè mi deve spiegare che c’ha dentro quella borsetta che si porta sempre sul palco. Potrebbe essere l’outsider della kermesse e piazzarsi. Il pezzo, più si ascolta e più piace. Interpretazione al limite della stonatura. Il pubblico, a ogni modo, è dalla sua parte. Gli applausi proseguono e ricordano quando Renato Zero, nel 1991, rientrò a ringraziare dopo aver cantato Spalle al muro. Loredana si meriterebbe davvero, per la carriera che ha avuto, di vincere. Anche perché, il festival, l’ha sempre presa a calci in faccia.
Paola Turci voto: 6
Elegante e di classe. Ribadisco che la Turci è una cantautrice onesta. Il pezzo è bello, ma l’interpretazione è meno incisiva rispetto a ieri.
Negrita voto: 5-
A volte bisognerebbe avere il coraggio di fermarsi. Credo sia il caso dei Negrita. Un pezzo che, davvero, si porta dietro il peso del già sentito. Peccato, la loro presenza al festival sembra un’occasione sprecata.
Federica Carta & Shade voto: 5
Shade sembra uscito dal video di Gangnam style. La canzoncina ha un ritornello che zitto zitto, ascolto dopo ascolto, si pianta, come un chiodo, nella testa. Quindi è perfetto per le radio, ma crea l’inevitabile effetto déjà vu.