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L'ultima eroina dei film in costume compie oggi 35 anni. Ma Keira Knightley non è solo melodrammi (e vestiti) rétro. Tra commedie sportive, romance musicali e saghe fantasy, ha dimostrato di essere una delle attrici più versatili della sua generazione. Ecco i suoi 10 ruoli cult.
Nel one-man-show di Benedict Cumberbatch (alias il matematico Alan Turing), Keira fa una parte "di servizio", ma riceve comunque una (generosissima) seconda nomination agli Oscar. In classifica solo per questo: la nostra ha brillato di più altrove.
Il primo amore non si scorda mai. Keira era già apparsa altrove (vedi l'ancella simil-Portman di Star Wars), ma è con questa commedia brit-calcistica che s'impone davvero sul campo (letteralmente). In pantaloncini sportivi e non sotto chili di pizzi e crinoline: anche per questo, una perla.
Storia (vera) di empowerment fin troppo perfetta per l’epoca MeToo, courtesy of Colette, l’autrice di Gigi, pioniera dei diritti delle donne e nominata al Nobel pochi anni prima della morte. Sotto i cappellini di paglia e tutto quel delizioso decor, Keira fa faville.
Un altro (raro) salto nella contemporaneità. John Carney, già regista di Once, la vuole accanto a Mark Ruffalo in questa commedia romantico-musicale passata (purtroppo) un po' inosservata. E le affida una deliziosa hit (mancata): Lost Stars, da riascoltare su Spotify ADESSO.
Dal capolavoro di Ian McEwan, un film un po' esangue, ma anche una delle parti più "custom made" per Knightley: come il suo incredibile vestito di seta, del più bel punto di verde mai visto sullo schermo. Poi, la nostra diventa anche una crocerossina in tempo di guerra: ma i palpiti per il soldato James McAvoy non sono passati alla storia del dramma romantico.
Nel cinepanettone rom-com corale di Richard Curtis, la nostra è la protagonista della scena più celebre (e che ha scatenato più meme e rifacimenti): l’amico del marito (alias Andrew Lincoln) le dichiara il suo amore con dei cartelli. Genio Richard Curtis, bravi tutti, pure Keira.
Uno dei Cronenberg più (ingiustamente) sottovalutati, in cui una tormentatissima Keira si palleggia tra due giganti della psicanalisi (e della recitazione): Sigmund Freud/Viggo Mortensen e Carl Jung/Michael Fassbender. Tenendogli testa egregiamente, in un (falso) biopic che racconta le psicosi più di oggi che di ieri.
Tratto dal classicone di Tolstoj, la tragedia di una donna che muore per amore era stata raccontata varie volte al cinema (due con il volto di Greta Garbo). Ma mai con questa carica erotica. Tra una chimica perfetta con il conte Vronskij di Aaron Taylor- Johnson e costumi (e accessori) da urlo, Keira è una perfetta Anna Karenina per gli anni ’10.
Nella saga piratesca più fortunata del cinema, Keira è la figlia del governatore che viene rapita dal malvagio Barbossa. Si precipita a salvarla il cavalleresco Orlando Bloom, ma la nostra è tutto tranne che una donzella indifesa. Al punto che più avanti sarà il vertice di un triangolo con Bloom e il Jack Sparrow del gigionissimo Johnny Depp.
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