No Time to Die, recita il titolo del nuovo, attesissimo film della saga di James Bond in uscita il prossimo 9 aprile. Ma, se non di morire, per Daniel Craig, che oggi compie 52 anni, è davvero tempo di appendere lo smoking al chiodo. La tribolatissima genesi dell’ultimo episodio che lo vede eroe assoluto (vedi l’addio al set del regista originale Danny Boyle, sostituito dal Cary Fukunaga di True Detective) apre scenari travagliati pure per la ricerca del futuro 007. Che – come da smentita ufficiale da parte della produzione – non sarà una donna: Lashana Lynch, new entry del cast insieme al villain Rami Malek e alla Bond girl Ana de Armas, avrà sì la “licenza di uccidere”, ma non rimpiazzerà l’agente (maschio) protagonista, chiunque sarà. Per ora, Craig si limita ad anticipare: «Questa sarà davvero la chiusura di tutte le linee narrative partite da Casino Royale». In attesa della fine, ecco le quattro facce del suo agente segreto al servizio di Sua Maestà.
4Quantum of Solace (2008) di Marc Forster
Dei Bond starring Craig, certamente è il più debole. Soprattutto per via della regia anonima di Marc Forster, che rischia di ammazzare in culla la rinascita di 007 con Casino Royale. Fortuna c’è Daniel nostro a tenere in piedi la baracca, tra Bond girl non memorabili (Olga Kurylenko e Gemma Arterton), un cattivo gigione (Mathieu Amalric) e persino scult nostrani (Giancarlo Giannini e Lucrezia Lante della Rovere nel segmento italiano). «Anch’io all’inizio non ero convinto del titolo», disse a suo tempo il protagonista a proposito di una delle “denominazioni” più brutte dell’intera saga.
3Spectre (2015) di Sam Mendes
Pure tra i fan della serie, c’è chi lo ama e chi lo odia. Sam Mendes forse non bissa le atmosfere adulte di Skyfall, ma fa del suo secondo detour nei territori di 007 una specie di giallorosa pieno di cliché (l’italianissima di pizzo nero vestita Monica Bellucci) ma godibile come un fumetto. Merito anche di Craig, eroe ormai appena stilizzato, ma al contempo capace di rivelare i suoi sentimenti (per la Bond girl “emancipata” Léa Seydoux) probabilmente come mai prima. L’agente segreto che ama: anche questo è il segno dei tempi. Fatti di uomini emotivamente agitati, non mescolati.
2Casino Royale (2006) di Martin Campbell
Il debutto col botto di Craig: nel flashback in bianco e nero d’apertura Bond massacra alcuni delinquenti in un bagno, in una lotta fredda e incasinata più vicina alle atmosfere dei Batman di Nolan che alla tradizione. C’è un nuovo 007 al servizio di Sua Maestà, e non è un caso che si decida di ripartire proprio da Casino Royale, il primo libro scritto da Ian Fleming. È come se nessun film di Bond fosse stato girato prima: lo capisci appena Craig ordina un martini. “Agitato o mescolato?” chiede il barista. “Ti sembra che me ne freghi qualcosa?”, risponde laconicamente il nostro. Poi c’è uno dei cattivi più fighi e bizzarri della storia recente della saga, il Le Chiffre di Mads Mikkelsen, che piange lacrime di sangue quando Bond lo batte a poker. E una delle Bond girl più Bond girl di sempre: Eva Green. Senza parlare del ritorno di Dame Judi Dench e della theme song: You Know My Name, di un certo Chris Cornell.
1Skyfall (2012) di Sam Mendes
Il film che ha incassato di più nella storia della saga: morte e resurrezione di 007, mai visto tanto vulnerabile, feroce, umano. Il Bond di Craig, addirittura, piange: Mendes &. C. scavano nel passato suo e dell’Inghilterra. Per 007, Skyfall è quello che era Rosabella per Kane in Quarto Potere. Il resto lo fanno le scene d’azione super cool, la fotografia di mister Roger Deakins e il cast di supporting tra Ralph Fiennes, la Bond girl Naomie Harris e Albert Finney. E poi c’è un cattivissimo, platinatissimo (fino alle sopracciglia) e strambissimo Javier Bardem (al quale piace interpretare cattivi con parrucche improbabili, vedi Non è un paese per vecchi), villain disturbante e disturbato ma, pure lui, con punte di umanità. Menzione speciale alla miglior canzone, almeno dell’era moderna di Bond: Skyfall di Adele, che si è portata a casa pure un Oscar.