Buon compleanno, Checco Zalone. Anzi Luca Medici, come si fa chiamare il barese classe 1977 da quando è diventato (quest’anno) anche regista. Sugli incassi non si discute. E nemmeno sui film, visto che – dall’esordio sullo schermo con Cado dalle nubi all’ultimo Tolo Tolo – sono piaciuti pressoché a tutti (laddove tutti vuol dire: tutti). Noi però proviamo a metterli in classifica. Siete d’accordo con questo “best of“?
5Che bella giornata (2011)
Checco ci fa ridere sempre. Anche nei panni dell’addetto alla sicurezza del Duomo di Milano (ma lui sognava di fare il carabiniere) negli anni caldi degli attentati islamici. Morale, alla sua maniera: dimostrerà che noialtri siamo più brutti e cattivi dei musulmani additati come terroristi. Alla sua seconda apparizione sullo schermo, in quello che per molti resta il suo film più debole, Checco affonda nella cronaca politica senza fare sconti a nessuno. E fa il botto: dai 14 milioni di euro dell’esordio Cado dalle nubi ai 43 di quest’altro. Più di Titanic: è nato un kolosso.
4Sole a catinelle (2013)
Dopo i due film da “benvenuto al Nord” (a Milano, per essere precisi), Checco, ormai idolo dell’Italia tutta, passa all’on the road. Con un father-and-son movie che mette alla berlina uno dei più classici vizi italici: vivere al di sopra delle proprie possibilità (indebitandosi quando occorre). Anche stavolta, la sua satira non risparmia nessuno: dalle anime belle (e “bio”) della sinistra ai cinematografari impegnati (indimenticabile il finto film d’autore Eutanasia mon amour). E Zalone batte se stesso: l’incasso totale stavolta super i 50 milioni di euro. Come lui nessuno mai.
3Tolo Tolo (2020)
Dopo il boom di Quo vado? (vedi più avanti), Checco alza l’asticella delle ambizioni: scrivendo (insieme a Paolo Virzì) il suo film ad oggi più politico, e decidendo di fare il salto dietro la macchina da presa (col suo nome vero: Luca Medici), dopo la fine del sodalizio con Gennaro Nunziante. Qualcuno si è lamentato perché si ride meno: falso, ma è vero che il viaggio (im)possibile del protagonista dall’Africa all’Italia, seguendo la rotta dei migranti, è anche un colpo al cuore (e al cervello). Ancora hit indimenticabili – dalla Gnocca d’Africa alla Cicogna strabica, passando per l’instant classic del trailer Immigrato – e botteghino per alcuni più scarso: ma se 46 milioni di euro vi sembran pochi…
2Cado dalle nubi (2009)
Al debutto cinematografico, Luca Medici (e Gennaro Nunziante, esordiente pure lui alla regia) dimostra che il bagaglio comico di Checco regge ben oltre Zelig e il piccolo schermo. E, anzi, può dare vita “una delle commedie italiane più comiche e intelligenti degli ultimi anni”, cit. Morandini. Qui Checco è il “solito” cantautore neomelodico, che migra a Milano dalla Puglia dopo una delusione d’amore e partecipa a un talent, ma non prima di essersi invaghito della figlia di un leghista. Zalone dimostra di avere tempi comici perfetti anche nel lungometraggio e stabilisce il suo marchio di fabbrica: un’irriverenza oltre il politicamente scorretto, con la quale sfotte la sua maschera per costringere il pubblico a un esame di coscienza e far emergere le contraddizioni del Paese. Nel film ce n’è per tutti: leghisti, razzisti, nordisti, meridionali, gay e omofobi. E, ovviamente, ci sono due hit di culto: Angela e Gli uomini sessuali.
1Quo vado? (2016)
Una satira sul posto fisso che pare la commedia all’italiana di una volta. Checco conosce la pancia e le debolezze degli italiani, la mediocrità della politica, gli orrori del nostro (mal)costume e, in questa epopea di un trentenne bamboccione disposto a vivere al Polo Nord pure di non perdere il suo lavoro all’ufficio provinciale caccia e pesca, ci restituisce il ritratto di un Paese vigliacco e cinico, che però si commuove se Al Bano e Romina cantano insieme in tv. Completano il quadretto Lino Banfi nel ruolo del senatore che l’ha raccomandato e Sonia Bergamasco in quello della dirigente diventata la sua peggiore nemica. Record d’incassi al botteghino con 65,3 milioni. E un colpo di genio: il brano celentanesco La prima repubblica. Capolavoro.