Primo live solido, pensavamo peggio. Linda si staglia ferocemente su tutti, un paio di giudici si dimostrano più in palla (Rkomi sembra finalmente aver preso il via e nonostante alcune timidezze ha trovato una cifra che lo renderà l’underdog di questa edizione). Ora, però, arriva il difficile.
Linda Riverditi voto: 10
Martina Baldacchini è caduta su Rino Gaetano, Linda come Highlander chiama a sé la sua anima e sembra trovare la cifra giusta, con una prova che ti scava dentro, ti leva la pelle di dosso, dà una nuova accezione alle parole magone e bruschetta nell’occhio. Davvero impressionante come riesca a padroneggiare la voce spingendola al massimo e un attimo dopo la sporca e la forza senza spezzarla o ibridarla. E poi la consapevolezza con cui interviene nelle pieghe di una canzone intoccabile come Escluso il cane ribaltandola ma rispettandone lo spirito. Lei è il crack di questa edizione, può arrivare ovunque. Anche… geograficamente.
Gli Omini voto: 9,5
Fedez è il Mourinho dei giudici. Vuole solo vincere e far rendere al meglio i suoi campioni. Pure giocando male o semplicemente nella maniera più lineare possibile. Dare i Ramones agli Omini è come far entrare Siffredi (Rocco) in un collegio femminile in cui si sono dati malati gli insegnanti. Orgasmi assicurati. Più che una cover è una tentata strage: la loro Blitzkrieg Bop ti fa ballare sul divano, non sai se goderti il benessere martellante che ti danno o pogare fortissimo. Niente colpi di tacco, si attengono al capolavoro originale con il loro stile Brit punk. Su pregi e possibili difetti Rkomi li fotografa perfettamente, ma qui abbiamo una band già pronta per giocare nel campionato degli adulti. Certo toccherà a un certo punto vederli pure con, che so, Gli anni o Innamorare tanto di Max Pezzali.
Gaia Eleonora Cipollaro voto: 9
Ottimo inizio, a suo modo anche imprevedibile. La Last Call lasciava intravedere una stanchezza del progetto, probabilmente invece era solo paura ed emozione. Arriva col suo vestito da sera dal colore che porta sfortuna – e chi se ne frega della scaramanzia partenopea – indossa il sorriso migliore e ci ricorda perché puntiamo sulle intuizioni armoniche di Dadà, perché Carosone dentro ai Dengue Dengue Dengue ci sta da dio, li modella sulle vibrazioni dei sud del mondo con la leggerezza di una voce camaleontica e giocosa. E si gode il palco. Se sperimenta quanto si diverte come stasera, questa ragazza ci farà godere parecchio. E saprà raccontarci perché ora Napoli è una capitale culturale, piena di stimoli, contaminazioni, opportunità. Jamme Dadà, regalami Perdere l’amore su Don’t Cry e s’abbracciamo.
Santi Francesi voto: 8,5
Rkomi tira fuori i Gossip per loro, scelta bella e complessa. Ma l’impressione è che nulla possa metterli in difficoltà, produzione e esecuzione a livelli così alti che fossi Beth Ditto me li porterei in tour. Sono di quelli così bravi e solidi che rischi di finire per darli per scontati. Come quei giocatori che li noti solo quando sbagliano un passaggio tanto sono perfetti. Aspettiamo che ne sbaglino una, perché a ora solo i baffi del cantante dimostrano che sono umani.
Jacky Sax, Giorgia Turcato voto: 8
I suoi compagni dei Disco Club Paradiso se la cavano a fatica con Stand by Me, Jacky Sax si mette degli occhiali a specchio da ciclista, brutti veri, e ruba l’occhio, l’orecchio e pure la scena (l’impressione è che Dargen per mettere musicalmente a suo agio lui, metta in difficoltà gli altri). Genio vero, già sentimentalmente e sessualmente conteso da Ambra e Dargen (ma lui è mio, bastardi), se la ride sempre con la faccia di chi si è imbucato alla festa più figa del liceo e ne è diventato il protagonista incontrastato. Mezzo punto in più perché durante il pezzo suona a favore di sdraio per spizzarsi le ballerine. Come un bambino in una fabbrica di dolci. Uno di noi, Jacky uno di noi.
Che dire di Giorgia Turcato? Sta sbocciando piano piano, anche esteticamente prende coraggio, sa puntare su di sé grazie a un giudice che la tutela e scommette su di lei. C’è solo la voglia di goderci questa crescita quando andrà a pieni giri. Ma è giusto lasciarle il tempo che le serve. Noi, nel frattempo, ci innamoriamo lentamente, ma inesorabilmente.
Fedez, Francesca Michielin voto: 7,5
Lui sembra Chiellini. Appena il gioco si fa duro e i risultati contano, si piazza davanti alla difesa, se c’è bisogno spazza, prende palla e pallone e poi quando si tratta di giocare d’anticipo e far ripartire l’azione non sbaglia. Anche il fallo da rosso di Dargen lo incassa con classe. Musicalmente tiene a pieni giri nella loro comfort zone Gli Omini, sperimenta il giusto con Dadà, proteggendola da eccessi e rischi, con Linda devi fare come con Maradona, darle spazio e fiducia e farla vincere da sola.
Francesca la voce l’ha sempre avuta, il suo stilista è tornato dalla latitanza e ha smesso di rubare il guardaroba a un clochard (il primo vestito entrerà nell’immaginario erotico di X Factor, non facciamo finta di nulla, il secondo forse pure di più), la sua performance iniziale lascia senza fiato noi, ma temiamo anche i concorrenti che saranno rimasti un filo inibiti da un medley cantato da dio, coreografato – soprattutto all’inizio – a grandi livelli, e che ha persino resistito alle entrate non irresistibili dei giudici. Quando alcuni dei ragazzi magari si sono tranquillizzati, è poi arrivata Elisa a dar loro il colpo di grazia (ma che bomba il lavoro con Dardust? Che lui pure da solo poi…).
E allora perché “solo” 7,5? Per ogni suo «regaz» tu rimpiangi i «sono una persona vera», i «sincerità» o i «mi sei arrivato» di Emma. E poi quando si definisce conduttrice del cuore disegnandolo con le mani vorresti sotterrarti per resistere all’imbarazzo che dovrebbe provare lei e passa in secondo piano pure l’interessantissimo esordio dei giudici sul sudore, prova a distrarci solo Fedez che dice l’insopportabile sbattella. Detto questo, funziona, ha grinta, ritmo, cazzimma, piace anche l’improvvisazione (voglio vedere fortissimo i Freni a mano di Bassano, ora).
Matteo Orsi, Beatrice Quinta voto: 7
È l’ultimo voto alto che diamo a Matteo, se continua così. Al primo live è giusto rimanere nel recinto dei propri talenti migliori, evitare la prima eliminazione e la trappola degli egocentrismi dei giudici, mostrare ciò che sai fare senza fronzoli. E lui non ha avuto filtri tra la sua cameretta e il palco di X Factor. Che sia emotivo e intonato lo sappiamo. Che sappia mischiare e mixare queste due facce con sincerità pure. Che sappia cantare è pleonastico pure dirlo. Lo senti nel brano de I Cani che riempie di colore e di sé. Dovrà però smettere di usare sempre gli stessi colori, anche se sono bellissimi, caldi e temperati alla grande.
Su Beatrice, dietro Barbie Spears scopriamo finalmente che c’è altro, una voce graffiata che sa mutarsi in corsa, un ritmo che va oltre le sue scenografie musicali, qualità da interprete pura niente male. E anche la capacità di indossare con classe vestiti diversi. In tutti i sensi. E soprattutto è vero: quando arriva lei succede qualcosa. E sotto i vestiti c’è parecchio: voglia di vincere gladiatoria e ironia, competenza canora finora nascosta e margini di crescita e poi cavalcare Cher senza farsi disarcionare è tanta roba. Non è stata monotona Fedez, ha solo dimostrato di poter giocare in serie A.
Rkomi voto: 6,5
Un diesel. Discontinuo nei preliminari, non aiutato dalle scelte del team musicale, è di sicuro quello che ha fatto le scelte migliori rapportate a ciò da cui partiva. Anche la sua dichiarata idiosincrasia per le presentazioni contribuiscono a dargli una personalità televisiva così come le stroncature candide («non mi sono accorto di voi» subito dopo aver confessato una tempesta ormonale su Stand by Me, «quanta televisione in questi commenti» contro Dargen) un po’ orsacchiotto del cuore un po’ cantante che il suo fattore X se l’è conquistato a morsi di gavetta e polvere e non se lo dimentica nel proteggere i propri ragazzi o nel prendersi i fischi con nonchalance. Bravo anche nelle scelte, Un’estate fa di Califano per Jacopo Rossetto è un rischio calcolato e coraggioso. Sui Santi Francesi fa un lavoro raffinatissimo, su Giorgia Turcato il progetto è più a lungo termine e trova il passo giusto con una Lavigne di formazione.
Tropea voto: 6
A cazzo duro, ma non troppo. Generosi i giudici, che apprezzano la scelta musicale (non banale, Vasco, per le loro caratteristiche), continuano ad avere diverse imperfezioni, a non convincere del tutto – una band come la loro quel palco devono ribaltarlo e rimane ingeneroso il confronto con Omini e Santi Francesi – ma lavorando con i suoi «stronzi preferiti» Ambra può farli diventare i suoi Bengala Fire.
Dargen D’Amico voto: 5
Questo primo Live lo vede più composto, quasi malinconico, più che dare giudizi fa editoriali un po’ soporiferi, soprattutto nella prima parte di puntata. Stranamente televisivamente fuori tempo rispetto al solito, strappa un po’ troppo nella strategia facendo uscire i suoi concorrenti dalla loro comfort zone – i Disco Club Paradiso (5,5) con Stand by Me su tutti, decisamente a disagio e sottotono ieri – che sulla carta è anche bello e ribelle, ma finisce per metterli troppo in pericolo. Gli va bene solo perché Siffredi non è all’altezza degli altri 11. Detto questo, quanto è figo quando tira una pizza in faccia a Fedez dandogli del monotono? Ieri non ha dato quello che ha (che è tanto), ma quel momento vale la puntata. Certo, pagherei per vedere i due cowboy a fine puntata litigare in camerino.
Ambra voto: 4
Continua a non azzeccare le scelte. A Siffredi Mina non l’avrei assegnata neanche io (volevo fosse eliminato, non umiliato), su Lucrezia sbaglia persino la scenografia, non solo il pezzo e il modo di rivoluzionarlo. Però la sua grinta, la sua voglia di non mollare un centimetro anche di fronte ai primi siluri di Fedez (che, almeno televisivamente, la soffre) – «voi vi attaccate ai fiori, io non mi attacco ai culi delle ballerine» è già una delle frasi simbolo di questo X Factor – ci dicono che se non ci addormenteremo guardando questo talent molto del merito sarà di Ambra. Dopo essersi costruita una squadra fragilissima – lo dimostra il fatto che il ballottaggio vede, meritatamente, due suoi concorrenti in lizza – deve trovare una cifra efficace almeno nelle scelte musicali.
Lucrezia Maria Fioritti voto: 3
Quando abbiamo storto il naso sulle scelte di Ambra, evidentemente avevamo ragione. Can’t Take My Eyes Off You di Frankie Valli, ma probabilmente qui rimastica di più Gloria Gaynor, è sopra le sue forze e non l’aiuta la scenografia che sembra presa da una parodia del videoclip di November Rain. Frammenta un classico trascinante facendolo diventare un pezzo pseudosperimentale senz’anima né ritmo e non ha abbastanza carisma la sua voce (impeccabile, ma rigidamente legata a un repertorio e a un’atmosfera che non è questa) e neanche lei per sparare su un pezzo così forte e iconico. Fedez, per dire, ha dato i Ramones agli Omini perché il loro calcio d’inizio fosse il più efficace, sicuro possibile. E dar loro fiducia. Per ora si è salvata solo perché l’avversario era una vittima sacrificale designata e perché al momento della verità si è rifugiata sul cavallo di battaglia, quei Massive Attack che ci illudono che possa dire la sua.
Matteo Siffredi voto: 2
C’è qualcosa che apprezzo in questo ragazzo: la scanzonata e scazzata capacità di correre contro un muro guidando bendato. Sa fare tutto, ma male, certo lo fa anche con una certa personalità. Mina, come Billie Eilish, prova persino a domarle, non si dà per sconfitto, ci prova davvero. Ma se è apprezzabile sotto il profilo caratteriale, è improbabile a livello musicale. I giudici ci cascano pure, perché questo ragazzo sopperisce alle carte pessime che ha in mano con la buona capacità di bluffare (e infatti la mano con i quattro moschettieri dietro il tavolo inizialmente sembra vincerla). Ma alla terza coppia di due con lo sguardo da pesce lesso non ci si casca più. Odio dire ad Ambra la frase che odio di più. Ma giudice del mio cuore, io te l’avevo detto. E lo sai anche tu, visto che tu stessa hai fatto il suo nome al momento del ballottaggio.
Il video iniziale voto: 1
Della clip iniziale, un radical trash chic di altissimo livello che si innesta sull’estetica di un prediciottesimo, solo una delle battute scritte è centrata, Siffredi che dice «nulla ha senso» probabilmente pensando al fatto che sia a X Factor. Siamo d’accordissimo. Mentre guardi quel video iniziale senti una morsa allo stomaco, urli di dolore rimembrando l’ironia goliardica e a volte un filo motivazionale di Cattelan, e pure quelli dei concorrenti, sempre giocati sulla battuta, la voglia di non prenderli né prendersi sul serio. Ora mi dispiace meno che Cinzia Zaccaroni sia stata eliminata: avrei sopportato poco di vederla coinvolta in questo obbrobrio.