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X Factor 2024, le pagelle del terzo Live: una serata da lato B, ma non solo per le cover

Agnelli tuona contro «culi e auto-tune» nella discografia, ma il cantante dei Punkcake mostra il lato B alla giuria. Jake scherza e perde un concorrente. Lauro si prende la rivincita sui detrattori. E Iezzi, con collare e guinzaglio sadomaso, si tiene stretta Lowrah

I Punkcake. Foto: Virginia Bettoja

Si balla nel terzo Live di X Factor a tema disco, anche se non tutti i concorrenti ci hanno fatto uscire dalla dancefloor con quell’ebbrezza che ci saremmo aspettati di provare. Dopo le solite due manche del Live Show, in onda su Sky e in streaming su Now, si è consumata una eliminazione, che però non hanno deciso i giudici Achille Lauro, Jake La Furia, Manuel Agnelli e Paola Iezzi, ma il pubblico con il tilt (il voti del pubblico). Nel frattempo, abbiamo assistito all’opening affidato a Sarafine, vincitrice della scorsa edizione, al ritorno in studio di Settembre, Angelica e Selmi, che ora sono a Sanremo Giovani, a una Giorgia talmente impeccabile alla conduzione che le abbiamo dato una insufficienza solo per il gusto di scatenarci contro qualche hater, e a Tananai che persino quando canta la Miao Miao Song è credibile. Da segnalare, perché è pur sempre uno spettacolo televisivo, i due nuovi soprannomi che Jake ha affibbiato a Lauro (Signora Coriandoli e Donna Imma di Gomorra). La dichiarazione di Agnelli che molte testate rilanceranno: «In questa discografia fatta di culi e auto-tune, Mimì ci vendicherà». E la scena più punk di tutti gli X Factor: il cantante dei Punkcake che si schiaffeggia le chiappe nude di fronte alla giuria. Alla fine l’eliminata è la popstar in miniatura El Ma e Danielle riscatta il cantautorato. Prossimi ospiti? I Negramaro.

Foto: Virginia Bettoja

I Patagarri

Squadra di Achille Lauro
VOTO
9

Sono i musicisti ideali per duettare con Goran Bregović e ridargli nuova linfa nel 2024. Goran, se mi leggi e li chiami davvero almeno invitami a un live. Chiuso l’uso personalistico delle pagelle, il quintetto ha preso Stayin’ Alive dei Bee Gees, lo ha smontato come un Lego, ha tenuto il cuore di un pezzo che negli anni ha fatto strage di anche e femori, e lo ha rimontato con mattoncini a forma di jazz, blues e boogie-woogie in una esibizione eclettica e imprevedibile. In pochi avrebbero scommesso su di loro, adesso invece rendono plastiche le parole del compianto Quincy Jones: «Ho suonato di tutto con tutti perché sono jazz, cioè libero». Come i Patagarri, una combo micidiale che dalla strada può arrivare ovunque.

Lorenzo Salvetti

Squadra di Achille Lauro
VOTO
6-

Lauro sceglie per lui un brano kamikaze, soprattutto per un 16enne. Ma Lorenzo è un juke-box in grado di far brillare anche i pezzi più impolverati. E stavolta addirittura si sdoppia, visto che interpreta Non succederà più della “coppia più bella del mondo” Claudia Mori e Adriano Celentano. Non è la sua migliore esibizione, non è quello che forse vorrebbe reinterpretare una volta uscito, e non sembra per niente entusiasta dell’assegnazione. Ciò nonostante risulta credibile su una ballad disco chitarra e voce. Dopo il giovane Cocciante, il giovane Lazza e il giovane Celentano, manca solo il giovane Luca Carboni. Ecco, se c’è un artista di cui sembra l’erede diretto è proprio lui. Achille Lauro se ne accorgerà?

Les Votives

Squadra di Achille Lauro
VOTO
9

Il loro groove ha un tiro pazzesco, unito alla voce tagliente del cantante a fendere l’aria, sono tra i pochi ad aver tenuto fede ad un annuncio piuttosto impegnativo: «Siamo una band chic rock». Non avranno inventato un nuovo genere, ma hanno di certo un claim perfetto per entrare nel mercato discografico. You Make Me Feel (Mighty Real) di Sylvester si trasforma così in un pezzo hard rock patinato, sormontato da una costante aura nera che riesce a riflettere la luce circostante. Non superano i Pancake solo per un motivo: dopo che uno si schiaffeggia le chiappe di fronte alla giuria avrebbero dovuto fare qualcosa di penalmente perseguibile. È andata bene così. Le provocazioni potranno giocarsele fuori da X Factor.

Francamente

Squadra di Jake La Furia
VOTO
8

Il rapporto tra concorrente e giudice, a detta loro, «ha superato le barriere della queerness» e questa sintonia si percepisce nell’entusiasmo con il quale Francamente approccia L’amour Toujours, mastodontica hit di Gigi D’Agostino che affidata a grandi interpreti affermati li farebbe scivolare nel kafkiano. Non si sa come, trova la chiave giusta per mantenerlo spudoratamente disco aggiungendo venature dark, apocalittiche e teatrali che non ne snaturano la sublime tamarraggine. Mancavano solo le fiamme e ci avrebbe catapultato in un opening act dei Rammstein. È stato come bere una serie di shottini di vodka: sai che ti faranno male alla salute, ma che ti divertirai un sacco (prima di pentirtene amaramente).

The Foolz

Squadra di Jake La Furia
VOTO
6,5

Jake ha deciso di farli diventare la band più richiesta agli adii al celibato e alle feste della donna e ci sta riuscendo. Rispetto alla scorsa esibizione suonano in modo più compatto, meno caciarone, in equilibrio su un pezzo come Hot Stuff di Donna Summer che poteva portarli ancora una volta a sbracare. Ribadisco: la band c’è, il frontman pure, se avessero anche degli inediti validi una volta fuori da X Factor potrebbero trovare nella musica la loro strada, non per forza in situazioni discutibili. Sono forti in italiano, perché dargli sempre brani in inglese?

El Ma

Squadra di Jake La Furia
VOTO
5

È davvero un peccato che questa 17enne con grandi potenzialità non sia riuscita a metterle in mostra negli ultimi due Live. La scelta delle canzoni ha influito. Come qualche problema vocale. E la maturità ha pesato. È la dimostrazione che se fosse arrivata a X Factor qualche anno dopo (ma ci sarà ancora?) avrebbe potuto vincere. Su Hung Up di Madonna è più a suo agio come presenza, ma lo scarto con l’originale è talmente ampio che è impossibile non notarlo. E non sembra neanche il pezzo giusto per la sua voce, che ha nel sospiro il click per accendere le emozioni. Va al ballottaggio per la seconda volta ed esce. Non tutto è perduto, però con lei, non certo perché bulgara, serve un piano quinquennale modello ex Urss.

Danielle

Squadra di Manuel Agnelli
VOTO
6-

Quante volte è capitato di canticchiare Salirò di Daniele Silvestri e pensare che si tratti di un pezzo facile, da scrivere o da cantare? Beh, chiedetelo a Danielle che, nonostante abbia buona tecnica e un timbro riconoscibile, ha faticato a trovare la giusta presa. Non a caso è un pezzo che ha vinto il premio della critica Mia Martini a Sanremo e miglior singolo, miglior arrangiamento e migliore composizione musicale all’Italian Music Awards. Il balletto-citazione di Around the World dei Daft Punk non ha aiutato, visto che il 29enne non è sembrato a suo agio in un circo mediatico come un talent. Il talento, però, lui ce l’ha. Al ballottaggio la spunta sul pop di El Ma, un mezzo miracolo, e ora da Manuel Agnelli vogliamo l’assegnazione perfetta per lui: un pezzo di Faust’O. Magari L’erba?

Punkcake

Squadra di Manuel Agnelli
VOTO
10

Gli underdog di questa edizione ci stupiscono ancora e con Do Ya Think I’m Sexy di Rod Stewart hanno reso orgoglioso Sid Vicious (in versione My Way). Mentre Stewart è possibile che voglia picchiarli. Consapevoli di non essere sexy («siamo deplorevoli»), decidono giustamente che, se proprio bisogna sfregiare qualcosa di sacro, bisogna farlo con tutta l’energia che hai in corpo affinché il danno risulti quantomeno suggestivo. Punk allo stato puro: la dance è una scatola che prendono a calci, pur suonando e cantando bene, e quando il cantante si spoglia e rimane in body leopardato (Achille Lauro style) e si schiaffeggia le chiappe nude di fronte ai giudici, non si può far altro che alzarsi in piedi e applaudirli.

Mimì

Squadra di Manuel Agnelli
VOTO
6,5

«Se vuoi fare questo lavoro devi trovarti una identità» la sprona Agnelli in settimana. Dopo un piantino, fisiologico alla sua età, si presenta sul palco in tenuta Kill Bill con tanto di katana. Forse un po’ troppo aggressive per la sua indole. Infatti canta un pezzo che è nelle sue corde come I Will Survive di Gloria Gaynor (nella versione di Cake) e, anche se i giudici si dicono entusiasti, non è riuscita ad affondare il colpo, come in passato, nella sfera emozionale. Colpa sua? Non credo. Con una mega hit del genere, ormai fossilizzata da anni in ogni playlist di compleanni e feste di matrimonio, e senza un’idea rivoluzionaria, era un’impresa titanica. Manuel le affida brani per farla crescere, ma quando ce la fa apprezzare nella sua identità?

Lowrah

Squadra di Paola Iezzi
VOTO
7,5

La “cura Iezzi” si fa sentire. Un trattamento che, oltre alla scelta di brani poppissimi, consiste in una marea di sorrisi e mossette ammiccanti che in Lowrah erano totalmente assenti. Il risultato? Finalmente una performance a fuoco a 360 gradi. Le doti tecniche non erano in discussione, ma ora, con un pizzico di leggerezza, All That She Wants degli Ace Of Base è arrivata con emozionalità non solo alle ultime file del pubblico in studio, ma anche a chi segue da casa. La “cura Iezzi”, se commercializzata, sarebbe un bel business. Paola, pensaci.

Achille Lauro

VOTO
10

Achille Lauro. Foto: Virginia Bettoja

I detrattori lo aspettavano al varco: non ha cultura musicale, non sa cantare, è un personaggio e non un artista. Così Lauro sembra esaltarsi proprio quando viene messo nella condizione di avere tutti i pronostici a sfavore. E a X Factor, finora, sta facendo un figurone. Non soltanto perché resiste alle battute di Jake, ma perché ha scelto tre concorrenti forti, che hanno potenzialità discografiche (Les Votives), che hanno spessore artistico (Lorenzo Salvetti) e che conducono la battaglia culturale più improbabile che si potesse immaginare (i Patagarri). Tre Live, nessuna eliminazione, tutte le scelte azzeccate e un dito medio a chi gli vuole male.

Paola Iezzi

VOTO
7

Paola Iezzi. Foto: Virginia Bettoja

Dopo frustino e manette, si è seduta tra gli altri giudici con collarino e guinzaglio sadomaso, tanto per mettere in chiaro che di mollare non ci pensa nemmeno. Il lavoro con Lowrah è più psicologico che musicale, e se ha sbloccato la sua concorrente da questo punto di vista è il risultato più importante. D’ora in poi avrà solo una cartuccia da sparare, ma è una cartuccia con sexiness (come piace a lei), grande tecnica e una dose sovradimensionata di cazzimma.

Jake La Furia

VOTO
5,5

Jake La Furia. Foto: Virginia Bettoja

Il giudizio tiene conto sia delle scelte con i concorrenti che del profluvio di battute che regala a ogni puntata. Vestito come un sicario di Vice City in Grand Theft Auto, conia per Lauro altri due soprannomi: la Signora Coriandoli e Donna Imma di Gomorra. Un suo spettacolo di stand-up avrebbe garantiti i sold out. Tornando al talent, inizia a perdere colpi: con El Ma non ha scelto pezzi che le nascondessero i limiti (ed è uscita), con i The Foolz sta esagerando in tamarraggine, con Francamente sta invece andando alla grande, ma lei è così consapevole da riportare tutto a ciò che le è più utile. Uno spasso se non ci fossero le eliminazioni.

Manuel Agnelli

VOTO
8

Manuel Agnelli. Foto: Virginia Bettoja

Ci ha preso gusto ai proclami roboanti: «In questa discografia fatta di culi e auto-tune, Mimì ci vendicherà. Sto coltivando una magnifica serpe in seno». Effettivamente, anche se si diverte a metterla in difficoltà (a scopi didattici), con lei per adesso non rischia. Con i Punkcake ha giocato il jolly. E con Danielle si è preso la rivincita sulle “popstar”. A pensarci, quanto dev’essere divertente poter dire e fare quello che ti pare ed essere pure pagati?

Sarafine

VOTO
7

I talent non sono la panacea di tutti i mali del music business, e più di qualche responsabilità ce l’hanno nell’abbassamento di qualità della musica attuale, però negli ultimi tempi sembra che i concorrenti sappiano sfruttarli per uscire dall’anonimato e far valere le proprie qualità. Un esempio è Sarafine che, tornata con la corona ancora in testa, dimostra nel mashup di Gypsy Woman (She’s Homeless) di Crystal Waters, Freed From Desire di Gala e Blue (Da Ba Dee) degli Eiffel 65 di essere una signora producer e anche con qualità vocali notevoli. Il 15 novembre esce il suo singolo, Control Freak, e mi sono già fatto un appunto sul calendario.

Tananai

VOTO
8

Tananai. Foto: Virginia Bettoja

È il twitter dei cantautori pop italiani, l’emoji della discografia, il trend topic inaspettato che diventa virale sui social. Vi sembrano critiche? Per niente. Semplicemente rappresenta, come pochi altri, la contemporaneità della musica (e quindi questa generazione). Storie minime, personalissime, immagini che tutti hanno vissuto (meglio se in gioventù) su melodie godevolissime e una naturale seduttività tra voce e corpo. Che canti Calmocobra (il suo nuovo disco) o la Miao Miao Song (come ha fatto in concerto) è in pieno zeitgeist.

Giorgia

VOTO
4

Giorgia. Foto: Virginia Bettoja

Impossibile trovarle un difetto, quindi facciamo uno scherzo a quelli che leggono solo il voto e sui social si scatenano nei commenti. Giorgia, perdonaci, guarda che s’ha da fa’ pe’ campà.

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