«Addà passà ’a nuttata», ci metteva in guardia Eduardo De Filippo. La nottata è passata ancora una volta, l’ultima per X Factor 2024, e ci ha portato con sé la sorpresa della vincitrice: Mimì Caruso, 17 anni, originaria del Mali, residente a Usmate Velate (Monza e Brianza) dopo essere stata adottata a 8 mesi. Il suo coach l’ha definita un simbolo. Lei, invece, ci aveva spiegato di sentirsi «una possibilità per un’Italia nuova». Fatto sta che, ci sono pochi dubbi, è la concorrente con il maggior talento espresso in questa edizione.
Prima del verdetto, sancito dal televoto, la finale in “esterna” dello show di Sky (in streaming su Now e ieri in chiaro sull’8) si è trasformata in una grande festa, un vero Capodanno anticipato, con decine di scenografie, ballerini, videowall, visual e fuochi d’artificio a chiudere una stagione da record. Tanto che, a un certo punto, viene da chiedersi: perché non organizzare tutti i prossimi live nelle piazze italiane, in una sorta di nuovo Festivalbar?
Perfetta, per rompere il ghiaccio, la splendida Piazza del Plebiscito a Napoli di fronte a 16 mila persone. Infatti scorrono veloci le tre manche senza eliminazioni: “My Song”, con i concorrenti che hanno portato il pezzo che più li rappresentava, il “Best Of” delle proprie esibizioni di questo percorso e infine gli inediti. In mezzo è passato Robbie Williams, che ha proposto un corso accelerato di come si muove una popstar sul palco, e Gigi D’Alessio che giocava in casa e ha omaggiato Pino Daniele.
Abbiamo assistito al congelamento in diretta dei giudici Achille Lauro, Paola Iezzi, Jake La Furia e Manuel Agnelli (c’erano 10 gradi, ma 6 percepiti), con Giorgia autoriscaldante e impeccabile alla conduzione. Il resto della classifica? Secondi Les Votives, terzi I Patagarri, quarto Lorenzo Salvetti. Ecco le ultime pagelle, baby!
Mimì
10
È una ragazzina che canta con l’anima di una donna. A 17 anni ha impressionato tutti – compreso il suo coach – con una voce potente che usa con consapevolezza e piena di venature soul-blues. Oltre ad avere la capacità di trasmettere emozioni persino più grandi di lei. Degne di nota nei vari Live la versione di Strange Fruit di Billie Holiday, un pugno allo stomaco, e il coraggio nell’affrontare Mina con Mi sei scoppiato dentro il cuore, che ha convinto anche i più scettici. È credibile sia in inglese che in italiano, come ieri sera come in Because the Night di Patti Smith/Bruce Springsteen, oggi una qualità rara. C’è un solo nodo da sciogliere: l’inedito Dove si va, scritto da Madame. Funziona a livello radiofonico e di streaming, ma il futuro è tutto da capire. Il talento cristallino comunque c’è. Come ogni cristallo va maneggiato con cautela. Occhio alle scelte, ma se azzecca le prossime è arrivata per rimanere. E vogliamo sapere che delirio c’è stato all’oratorio di Usmate Velate, dove hanno installato un maxischermo.
Les Votives
9
Il trio è la risposta glam a chi ancora sogna band italiane che possano fare il salto globale. Hanno portato sul palco un’identità forte, composta di suoni alt rock rielaborati con uno stile che hanno definito chic rock. Il risultato? Un’aura di disturbante eleganza, con un’ottima presenza scenica e un muro di suono che non lascia indifferenti. In italiano le esibizioni non sono sempre andate lisce: Almeno tu nell’universo di Mia Martini non ha brillato, ma su pezzi come Crazy (Gnarls Barkley) o You Know I’m No Good (Amy Winehouse) hanno dimostrato di avere le carte in regola per giocarsela con tutti, e vale anche per Someone Like You di Adele con Piazza del Plebiscito che canta all’unisono. L’inedito Monster è pronto per le classifiche Spotify e arrivano secondi. Che, vista la storia di X Factor, a volte, vale più della vittoria. Nel 2025 li rivedremo a Sanremo o al Tonight Show?
I Patagarri
8
Un manipolo di studenti universitari che si è trasformato in una combo jazz-trap, e per alcuni giorni in tanti hanno creduto potesse conquistare la vittoria di X Factor (i bookmaker li davano per super favoriti). Intanto la loro versione di Stayin’ Alive dei Bee Gees è un piccolo capolavoro di re-invenzione, tra boogie-woogie, blues e un pizzico di follia. L’inedito Caravan un perfetto biglietto da visita, composto da un mash-up tra Goran Bregović e Sfera Ebbasta. In Piazza del Plebiscito, invece, hanno messo in mostra la loro versatilità con Cam-camini (da Mary Poppins). Il problema? Il repertorio. Infatti, come ci avevano raccontato, per ora l’inedito è l’unico pezzo con quella miscela esplosiva. Riusciranno a navigare nell’oceano della discografia? Nel frattempo se la sono goduta, hanno fatto godere, e domani è un altro giorno. Si vedrà.
Lorenzo Salvetti
7
Il «piccolo Cocciante» (Achille Lauro) ha conquistato il cuore del pubblico con un’emotività disarmante e sprazzi di talento nella scrittura. Ma attenzione: dietro a quel sorriso da bravo ragazzo c’è un cantautore che sembra avere tante cose da dire. Le sue performance, come in Questo piccolo grande amore di Baglioni, hanno messo in evidenza i limiti tecnici di un 17enne che sta ancora cercando di capire chi è. Ma l’inedito Mille concerti promette di far innamorare schiere di ragazzi e a Napoli, di fronte a tutta quella gente, non si è certo intimorito. Anzi, è apparso assorbire l’energia del pubblico mentre cantava i pezzi di Calcutta, Tananai, Cocciante e Mannarino. Parla dritto al cuore della sua generazione e questo fanno i cantautori. Il tempo è dalla sua parte. E ne ha parecchio per diventare qualcosa di grande.
Manuel Agnelli
10
Votato al metodo pedagogico, a parte qualche momento di tensione con Lauro, ha mostrato le solite profondità di giudizio e capacità di analisi che ci si aspettava da un artista con la sua storia. La gestione di Mimì, tolto l’inedito (che comunque le servirà per posizionarsi nel mercato) è da scuola di musica e le ha consentito di variare tra passato a presente, imparando e sperimentando. Anche con i Punkcake ha compiuto un mezzo miracolo e ha regalato loro la chance di una carriera in musica. Con Danielle ha rafforzato un percorso già tracciato. Chi diceva che non vince mai X Factor? Stavolta ha vinto dentro e fuori dal talent.
Achille Lauro
9
Il trionfatore morale di questa edizione. Portare tre suoi concorrenti in finale è un risultato che parla da solo. Ha fatto vedere di avere la capacità di plasmare e guidare i ragazzi che aveva scelto, dai Patagarri a Les Votives e Lorenzo Salvetti, rendendoli pronti per il mercato discografico. In più, ha resistito alle bordate di Jake e Manuel, quando hanno capito che era il giudice da battere. Paraculo? Un po’ sì, ma nel mondo dello spettacolo chi non lo è?
Jake La Furia
8
Ha portato nuova energia al tavolo, sia in versione stand-up comedian che in quella di villain dei fumetti. Ieri tutti si chiedevano come mai fosse vestito come un oligarca russo in villeggiatura in una dacia, poi lo abbiamo capito assistendo ad Agnelli congelare. Peccato non aver visto all’opera la sua esperienza nel settore hip hop, visto che ha allontanato la responsabilità alle Audition. È «un duro dal cuore di meringa» (cit. Fernanda Pivano sullo scrittore Andrea Pinketts) e per un soffio non ha portato Francamente – che avrebbe meritato – in finale. Inaspettatamente El Ma gli è evaporata tra le mani e dei Foolz non è riuscito a esaltare la carica erotica. Ma un giudice così serve sempre, per un sorriso o una scazzottata.
Paola Iezzi
7
Per lei X Factor non è stata solo un’esperienza, ma un vero e proprio rebranding. Senza la sorella Chiara – che è riapparsa nel medley della finale – ha messo in luce quanta passione ha per la musica (conosce a memoria tutti i team dietro ai progetti musicali) e quanto funzioni anche davanti alla telecamera. A un certo punto si è trasformata addirittura in mental coach, aiutando i propri concorrenti in ogni aspetto della personalità (Lowrah anche solo a sorridere). Ha pagato le scelte iniziali più che le assegnazioni nei Live, forse dando priorità al fattore umano (nel caso di Pablo Murphy) o alla voglia di sperimentare (con i Dimensione Brama). Si consola con la nuova svolta della carriera e il nuovo singolo Club Astronave.
Robbie Williams
10
Canta Forbidden Road, Let Me Entertain You, Rock DJ e Angels e fa un corso accelerato ai concorrenti su come tiene il palco una popstar. A 50 anni, con tutti i capelli bianchi e qualche ruga, rimane sempre il ragazzaccio di Stoke-on-Trent. Talento da vendere e simpatia contagiosa, se abitasse a Napoli non diventerebbe il nuovo Maradona, ma di certo il nuovo Dries Mertens (da Ciro a Roberto è un attimo) nel cuore dei partenopei.
Gigi D’Alessio
9
Arriva nella piazza dove ha tenuto otto concerti e sembra entrare nel salotto di casa. Con Un nuovo bacio, Una magica storia d’amore e Mon amour va sul velluto. Poi al pianoforte intona Napule è con Giorgia, in omaggio a Pino Daniele, e per questo merita un punto in più.
Giorgia
10
Che avesse l’X Factor in musica era assodato da tempo. Ma anche alla conduzione? Se il prossimo anno andasse a Ballando con le stelle e vincesse, nessuno si stupirebbe. La capacità di gestire lo show senza sbavature è migliorata puntata dopo puntata, rendendola una padrona di casa sempre più accogliente. Con Robbie Williams, che non ha nessuna voglia e neanche il bisogno di farsi promozione, mentre ripete che ogni cosa «è la migliore di sempre», trattiene il «ma mi faccia il piacere» alla Totò e si candida così alla conduzione di eventi internazionali. Ma dopo tutti questi complimenti, almeno un caffè a Napoli me lo offrirà?