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Cuoco cammina con me: David Lynch, il cibo e le idee

Dal caffè alla quinoa, dalla magia dei diner americani a una cena di funghi con Marcello Mastroianni a Roma. L'aspetto più "lynchiano" di David Lynch è proprio il suo rapporto con il cibo
David Lynch uscirà con una nuova stagione della sua "Twin Peaks" il prossimo 21 maggio. Foto: Chris Weeks/WireImage

Foto: Chris Weeks/WireImage

Inizialmente è titubante se accettare o meno il ruolo del leggendario John Ford nel film di Steven Spielberg The Fabelmans, ma alla fine David Lynch supera le sue resistenze e acconsente. Decisivo pare sia stato il pagamento: una retribuzione simbolica e gustosa rappresentata da un pacchetto grande – condizione fondamentale – di patatine Cheetos. Ma questa notizia è solo una delle tante e ben più bizzarre curiosità che legano in modo significativo il regista di Eraserhead, il cibo e il suo genio.

 

Le continue domande circa le interpretazioni dei suoi film sono sempre state rispedite al mittente con un semplice “no” o con un sorriso a metà tra l’imbarazzato e l’infastidito. In compenso Lynch ha più volte rivelato altri elementi come il processo creativo e la routine quotidiana, in particolare intorno alla tavola: due aspetti strettamente collegati tra loro. È ben nota la sua venerazione per il caffè, come dimostrano le numerose dichiarazioni d’amore fatte dal personaggio più iconico da lui creato, l’agente speciale Dale Cooper. Una bella tazza di caffè nero, affiancata da una fetta di torta alle ciliegie, e compare subito un enorme sorriso sul suo volto. Nella vita di tutti i giorni David Lynch ne consumava in grandi quantità, spingendosi fino a venti tazze, numero ridotto nel corso degli ultimi anni (anche se, si dice, le tazze siano diventate più grandi).

 

Dale Cooper mentre beve una tazza di “ottimo caffè nero”

Una passione così intensa che lo ha portato a mettere in commercio una sua personale miscela: la “David Lynchs Signature Cup Coffee”, impresa pubblicizzata a dovere con spot singolari tra cui spicca quello in cui Lynch parla con una Barbie. Il caffè ha quindi un ruolo centrale nello sviluppo creativo, insieme ovviamente allo zucchero, alle sigarette e alla meditazione che pratica ogni giorno dal 1973. Il bacon è servito a parte, e, proprio come per il protagonista di Twin Peaks, anche a Lynch piace solo in un certo modo: croccante, quasi bruciato.

 

La vita di David Lynch, insomma, è scandita dalle idee e su come “pescarle”, e in questa routine il cibo gioca un ruolo fondamentale: ogni atto è orientato ad accrescere il potere dell’immaginazione, ed è per questo che è fondamentale l’abitudinarietà. Avere una routine ha aiutato Lynch a fare quelli che lui chiama “sogni diurni”, lasciando così lavorare la parte irrazionale della mente, senza pensare, per esempio, a che cosa avrebbe mangiato, a quale ora, o dove.

 

È per questo motivo che per ben sette anni consecutivi ha pranzato – se così si può dire – alle 14:30 presso il Bob’s Big Boy di Burbank, Los Angeles. Si tratta di un diner cult della zona, ben visibile dalla strada grazie all’enorme insegna su cui campeggia fiera la scritta original double deck hamburger” e ai cui piedi è posizionata una statua raffigurante un ragazzo sorridente in salopette a scacchi con in mano un doppio hamburger. Qui è stato ideato e servito per la prima volta il famoso panino a due piani. Negli Anni ’80, David Lynch si presentava al Bob’s Big Boy alle 14:30 precise, carico di buoni propositi e goloso del loro milkshake al cioccolato. Il mistero dell’orario è stato poi svelato: secondo il regista, in quel momento la macchina del milkshake arrivava a una perfetta miscelazione, e insieme alle sei o sette tazze di caffè abbondantemente zuccherate otteneva una reazione creativa incredibile. Se non aveva la penna se la faceva prestare dalle cameriere, e scriveva incessantemente le proprie idee sui tovaglioli, lasciandosi trasportare dalla caffeina, dallo zucchero e dall’atmosfera del posto. Un giorno entrò nel diner un uomo che lo impressionò a tal punto da trarne l’ispirazione per Frank Booth, il perverso personaggio interpretato da Dennis Hopper in Velluto blu. È proprio sulle comode sedute di Bob’s Big Boy che Lynch mise insieme per la prima volta la coppia protagonista del film, Laura Dern e Kyle MacLachlan, ripassando insieme a loro le battute.

 

Credits: Tony Barnard/Los Angeles Times via Getty

La magia di quel luogo ha continuato a fare il suo dovere fino a quando, come in una delle scene più note di Mulholland Drive, il regista fa una scioccante scoperta nel retro del diner: dentro uno dei cassonetti della spazzatura trova un cartone dell’amato milkshake, e, come sempre spinto da grande curiosità su ciò che si cela sotto la bella patina della borghesia americana, guarda gli ingredienti che lo compongono. Non c’è niente di naturale, tutto chimico. In quel momento l’incanto di Bob’s Big Boy finisce. La sua dieta cambia drasticamente e viene sostituita da un pranzo di pomodori, tonno, feta e olio d’oliva, per la cena pollo, broccoli e salsa di soia. Ogni giorno così, tranne che per le trasferte. Come a New York, dove si concedeva un sandwich ripieno di uova e insalata. 

 

Sempre nell’ottica zero-distrazioni, Lynch non ha arredato la sua casa di Hollywood per anni. Tutto doveva essere predisposto verso il processo creativo, e se l’aroma del caffè o il fumo di una sigaretta sono considerati dal regista come prezioso carburante, non era lo stesso per l’odore che rimaneva attaccato alle pareti dopo aver cucinato. Accendere i fornelli era cosa rara, giusto qualche piatto di rigatoni al pomodoro seguendo una ricetta di Raffaella De Laurentiis. In caso di necessità ordinava cibo da asporto, in particolare pizza. Ma anche questo aspetto ha subìto un cambiamento con il tempo e con le dovute precauzioni tecniche. La cucina doveva essere assolutamente separata dal resto della casa e principalmente composta da cemento e acciaio inossidabile, con una grande ventola per areare a dovere l’ambiente. Cucinare non è stato più un problema, e su YouTube si può addirittura trovare un cortometraggio in cui Lynch spiega come preparare la quinoa come piace a lui.

 

Arrivando a tempi più recenti, Lynch ha raccontato le sue nuove abitudini culinarie come segue: dopo il caffè del mattino e la meditazione quotidiana, a pranzo mangia pane abbrustolito con maionese e pollo. Pasto che ripete anche a cena insieme a una vellutata di verdure ricavata da prezzemolo, zucchine, fagiolini e sedano, un mix che produce effetti purificatori per il corpo. Il tutto seguito poi da sette mandorle. Alla domanda del perché proprio sette mandorle, Lynch, conformemente al personaggio, ribatte che è perché gli piace quel numero e gli sembra la giusta quantità. Con il tempo la sua dieta è quindi variata e prevede ora cibi decisamente più salutari, limitando lo zucchero a qualche cupcake, introducendo verdure e allargandosi anche a suggerire un’interessante lista di sandwich da lui preferiti, non disdegnando neppure il vino rosso, come lo Chateau Lynch-Bages, con il quale, nonostante il nome, non c’è alcuna parentela.

 

Tra i rituali degli ultimi anni merita sicuramente ricordare lappuntamento fisso della domenica insieme allamica Laura Dern, con un pasto a base di pollo fritto al ristorante dell’iconico Château Marmont. L’amore di David Lynch per i diner come Bob’s Big Boy e il cibo tipico che qui si mangia è ancora oggi forte. Un po’ per l’atmosfera che si vive in certi luoghi colorati e aperti 24 ore su 24, con le ampie sedute imbottite, le rifiniture cromate e i tavoli in formica, un po’ per quel cibo assolutamente gustoso e dalle forti controindicazioni. Pasti che lui stesso consiglia, seppur di tanto in tanto e non per sette anni consecutivi. Per il resto, se volete lasciare la vostra mente libera di creare storie incredibili, la meditazione e un piano nutrizionale predefinito sembrano essere elementi imprescindibili.

 

Credits: Jeff Kravitz/FilmMagic, Inc via Getty

Concludiamo questa curiosa indagine su David Lynch con due eventi che hanno segnato la sua vita. Nel 1987 il buon David si trova a Roma, ed è legato sentimentalmente a Isabella Rossellini. L’attrice era impegnata con le riprese del film Oci ciornie insieme a Marcello Mastroianni e Silvana Mangano, e una sera decide di unirsi a loro per cena. Il pasto colpì particolarmente Lynch per la grande quantità di funghi serviti in ogni modo e in ogni piatto – era la stagione – ma anche perché a tavola, tra una forchettata e l’altra, Mastroianni viene a conoscenza della sua ammirazione per Federico Fellini e decide di combinare un incontro tra i due l’indomani a Cinecittà. Roma, Lynch e Fellini, che storia incredibile.

 

Ma i tre sono destinati a ritrovarsi ancora e nuovamente grazie a un piatto, questa volta non di funghi ma di pasta. È il 1993 e il regista americano si trova nella città eterna per girare uno spot della Barilla con protagonista Gérard Depardieu. Al termine delle riprese viene a conoscenza delle condizioni critiche e del ricovero di Fellini in un ospedale romano, e grazie all’intercessione della nipote di Fellini stesso ottiene un’udienza speciale al capezzale del regista italiano. Mezz’ora mano nella mano con uno dei suoi idoli, con il quale condivide il giorno del compleanno e la passione per gli elementi onirici. La storia si conclude con Lynch che si congeda dal maestro dicendo “Signor Fellini, il mondo intero sta aspettando il suo prossimo film”. Pochi giorni dopo Fellini muore e Lynch sarà per sempre grato alla pasta di averli fatti incontrare un’ultima volta.

 

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