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10 film brevi e bellissimi da (ri)vedere subito

Da Alfred Hitchcock a Christopher Nolan, passando per horror, classici d’animazione e cult generazionali. Come stare sotto i 90 minuti e realizzare capolavori

Foto: IM Global

Nodo alla gola
Alfred Hitchcock1948 – 80 minuti

Una coppia di giovani amici uniti da un legame omosessuale (anche se, considerata l’epoca, questo dettaglio viene taciuto), sconvolge l’America uccidendo un ex compagno di college per il solo gusto di farlo. Il film è passato alla storia perché è un unico piano sequenza (in realtà falso: ci sono vari tagli nascosti): «Il pavimento era segnato con cerchi numerati per i 25 o 30 movimenti che la macchina da presa avrebbe fatto e intere pareti dell’appartamento scivolavano via per permettere alla macchina da presa di seguire gli attori», si legge nelle note sul making of. E anche perché condensa, in appena 80 minuti, una delle trame thriller più agghiaccianti di sempre. Del resto, quando di mezzo c’è il maestro del brivido…

Non aprite quella porta
Tobe Hooper1974 – 84 minuti

84 minuti, ma in realtà circola pure una versione tagliata che ne dura appena 73. Horror indipendente a bassissimo costo, narra la storia di un gruppo di cinque ragazzi texani che finiscono nelle grinfie di una famiglia di assassini cannibali tra i cui componenti spicca Leatherface, che diverrà uno dei più famosi assassini seriali del cinema dell’orrore oltre che il personaggio principale di questo e altri film. Costato 140mila dollari, ne ha incassati oltre 30 milioni, diventando una delle pellicole indie di maggior successo nella storia del cinema.

Il mio vicino Totoro
Hayao Miyazaki1988 – 86 minuti

Uscito nel 1988 e ridistribuito nelle nostre sale nel 2015, questo gioiello – in parte autobiografico – di Hayao Miyazaki racconta la storia di due sorelle che, trasferitesi in una casa in campagna, fanno la conoscenza di strani esseri soprannaturali, tra cui il Totoro del titolo. Così lo descrive il suo creatore: «Non è uno spirito: è semplicemente un animale. Credo viva di ghiande. Presumibilmente è il custode della foresta, ma è solo un’idea raffazzonata, una vaga approssimazione». Empire lo ha messo al numero 275 nella lista dei 500 migliori film di sempre. E resta uno dei migliori film d’animazione in generale.

Nightmare Before Christmas
Henry Selick1993 – 73 minuti

Per la quantità di sottotrame, creature, canzoni e passaggi rimasti subito impressi nell’immaginario collettivo e diventati patrimonio della pop culture, è incredibile pensare che il capolavoro di Henry Selick – su personaggi ideati da Tim Burton – possa durare solo 73 minuti. Le avventure di Jack Skeletron, il re delle zucche, nella notte di Halloween creano uno dei mondi goth più pazzeschi che il cinema abbia mai partorito. E lanciano l’animazione nella “Serie A” del cinema per adulti. “Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!”: anche che si possano fare film così brevi, e insieme così belli.

Following
Christopher Nolan1998 – 70 minuti

Prima di arrivare alle tre ore di Oppenheimer – e in mezzo, alle durate comunque notevoli di titoli come Inception (148′), Il cavaliere oscuro (152′), Interstellar (169′) e Tenet (150′) – Christopher Nolan aveva cominciato nell’assoluta brevitas. Appena un’ora e dieci è la durata del suo esordio (tornato nelle sale italiane lo scorso anno), ovvero la storia di un giovane scrittore in difficoltà economica che comincia a seguire degli estranei per le strade di Londra. In una struttura temporale e narrativa totalmente non lineare: se non la durata, almeno questo elemento resterà anche nei film a venire.

Ferro 3 – La casa vuota
Kim Ki-duk2004 – 88 minuti

Un cult sudcoreano prima che la vague del K-cinema si prendesse tutto, quello firmato dal compianto Kim Ki-duk agli inizi degli anni 2000. Un ragazzo senza fissa dimora ha l’abitudine di introdursi nelle case degli altri e viverci come se ne fosse il padrone; ma quando in una di queste trova una giovane donna vittima di un marito violento… Quasi un Parasite ante litteram, vincitore del Premio speciale per la regia alla 61esima Mostra del Cinema di Venezia. E ancora oggi un capolavoro di tensione sempre intima e sottesa, come nello stile dell’autore scomparso nel 2020 in seguito a complicazioni da Covid-19.

Carnage
Roman Polański2011 – 79 minuti

Dalla pièce serratissima Il dio del massacro di Yasmina Reza, un film che corre come un treno (e taglia come la lama affilatissima di un coltello). Il gioco di coppie e di ruolo – Kate Winslet e Christoph Waltz vs. Jodie Foster e John C. Reilly – diventa una partita a quattro senza esclusione di colpi che ritrae meglio di tanti altri copioni la società sull’orlo di una crisi di nervi di oggi. Adattamento (del regista insieme alla stessa drammaturga) puntualissimo, regia da maestro, performance da applausi a scena aperta. E nemmeno 80 minuti di durata. Cosa volere di più.

Frances Ha
Noah Baumbach2012 – 86 minuti

Scritto (insieme al regista) e interpretato da Greta Gerwig, è il film diretto dal compagno Noah Baumbach che ha imposto quello che sarebbe diventato uno dei nomi chiave della futura Hollywood (Barbie vi dice niente?). La storia di Frances Halladay, aspirante ballerina di 27 anni che abita con la sua migliore amica Sophie a Brooklyn e non sa se andare a convivere col fidanzato, è uno dei ritratti più precisi di quella generazione precaria che in pochi hanno saputo raccontare. Tra scene cult, bianco e nero elegantissimo e la prova debordante della protagonista, un classico che non stanca mai.

Locke
Steven Knight2013 – 85 minuti

Da Steven Knight, che quello stesso anno avrebbe creato una “piccola” serie dal titolo Peaky Blinders, un thriller claustrofobico ambientato durante un viaggio notturno in macchina. Dopo una giornata di lavoro, il capocantiere Ivan Locke (un monumentale Tom Hardy) sale in auto e si avvia verso una località sconosciuta; durante il tragitto inizia a fare una serie di telefonate che a poco a poco sveleranno segreti e drammi della sua vita. «Girato in real time, è una novità: Hardy domina lo schermo da solo mentre la macchina da presa non stacca mai», disse Knight. Oggi resta un’opera seminale e imitatissima (vedi il recente, e italiano, Non riattaccare con Barbara Ronchi).

Tangerine
Sean Baker2015 – 85 minuti

Ora che ha vinto la Palma d’oro a Cannes con Anora, anche chi si è perso i suoi ottimi lavori precedenti si accorgerà finalmente di Sean Baker. Prima del film portato sulla Croisette quest’anno e di opere come Un sogno chiamato Florida e Red Rocket, il titolo che l’aveva consacrato su scala globale è questo ritratto di una prostituta transgender che, tornata nel suo quartiere dopo un mese di carcere, si mette alla ricerca del suo fidanzato-protettore. Il budget era così basso che è stato interamente girato con tre smartphone iPhone 5s. E, nonostante ciò, è un (brevissimo) filmone.

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