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Aaron Taylor-Johnson, l’uomo più palloso di Hollywood

Anche se i meno crudeli diranno solo: il più romantico. Perché il possibile James Bond è ancora quel Kick-Ass che più che spaccare culi sul set, preferisce essere il family-man lontano dagli scandali. E chissà che per uno 007 non vada bene così

Foto: Jason LaVeris/FilmMagic/Getty Images

Che ci crediate o no, l’unica cosa da fare quando s’ha da parlare di Aaron Taylor-Johnson è alzare bandiera bianca. Inutile cercare di scavare nel suo passato, tra un rigo e l’altro di un’intervista rilasciata a chissà quale giornale, nel vasto oceano dei rumor che, prima o poi, come uno tsunami finisce per investire chiunque nel giro dei famosi: la realtà dei fatti è che il prossimo James Bond pare essere l’uomo più palloso di Hollywood. Non che mi aspettassi chissà cosa (non tutti mettono incinte le domestiche come Schwarzenegger), ma suvvia, neppure una qualche dipendenza da lassativi alla Zac Efron, o un’impensabile passione per il mondo del gaming alla Henry Cavill; chessò, un innocuo feticismo alla Quentin Tarantino. Nein, niente di niente. A 32 anni, Aaron Taylor-Johnson è decisamente la perla rara in una realtà fatta tanto di set cinematografici quanto di tradimenti, droga, scandali in generale (ché è chiaro: di storielle più o meno scabrose o divertenti ne saltano fuori sempre). Al punto che il chiacchiericcio che si scatenò nel 2009 quando lui, allora diciottenne, si fidanzò con l’attuale moglie Sam Taylor-Johnson (regista, tra le altre cose, di Cinquanta sfumature di grigio), di ventitré anni più grande, oggi è una questione talmente superata da far sbadigliare pure i più irriducibili bigotti.

Ma non siamo crudeli: più che palloso, Aaron Perry Johnson è solo un tipo romantico. Un normale ragazzo inglese nato e cresciuto nella cittadina di High Wycombe, Nord-Est di Londra, figlio di un ingegnere civile e di una casalinga e fratello minore di un’unica sorella. Un promettente giovane attore che a 6 anni inizia a studiare canto, ballo e recitazione alla Jackie Palmer Stage School, e che nel 2002 vede avviare la propria carriera sia sul grande schermo, con il film Tom & Thomas – Un solo destino, sia in televisione, con San Giovanni – L’Apocalisse. Fino a che i giochi si fanno più interessanti, e arriva il set condiviso con Owen Wilson e Jackie Chan in 2 cavalieri a Londra (2003); con Edward Norton in The Illusionist – L’illusionista (2006); con Nicolas Cage in Kick-Ass (2007), ma questa volta interpretando l’eroe protagonista del film e del fumetto di Mark Millar. L’anno dopo è il turno della commedia La mia vita è un disastro (2008), mentre la svolta professionale e sentimentale arriva nel 2009 quando, con Nowhere Boy, Aaron ottiene la parte del giovane John Lennon (figura centrale del film), ma anche il cuore della regista Sam Taylor-Wood, con cui ha la prima figlia (Wylda Rae) solo pochi mesi dopo.

Il matrimonio e la nascita della secondogenita (Romy Hero) sono cosa ancora fresca, quando nel 2012 quel Johnson ora anche Taylor viene diretto da Oliver Stone in Le belve, oltre che da Joe Wright in Anna Karenina, dove interpreta il leggendario conte Vronskij, che dà vita alla passione amorosa di Anna Karenina (Keira Knightley), l’adultera moglie di Aleksej Karenin (Jude Law). Con Kick-Ass 2 (2013), invece, i panni sono di nuovo quelli di Dave Lizewski, mentre è suo il ruolo del tenente Brody in Godzilla (2014) e quello del supereroe Quicksilver in Avengers: Age of Ultron (2015). Vincitore nel 2016 del Golden Globe come attore non protagonista e candidato ai BAFTA nella stessa categoria per l’interpretazione del sadico Ray Marcus in Animali notturni (il film diretto e prodotto da Tom Ford), un anno dopo Aaron è protagonista di The Wall (per la regia di Doug Liman), e parte del cast di Tenet (2021) di Christopher Nolan, oltre che, quest’anno, di quello di Bullet Train, in cui si diverte a fare la spalla figo-comica di Brad Pitt (tenendogli ampiamente testa).

Fino a oggi, con le recenti indiscrezioni del Daily Mail su un (quasi) certo ingaggio per l’ambito ruolo di agente con licenza d’uccidere. Nientemeno che “Bond, James Bond”, noto anche con il nome in codice di 007, e in ultimo interpretato da quel Daniel Craig che rientra appieno non solo nella lista dei più amati Bond ma (sorpresa!) anche nella categoria dei più pallosi di Hollywood (sempre in quanto a gossip, s’intende). E a questo punto state a vedere che essere tipi low-profile, di quelli che al massimo fanno parlare i tabloid per un banalissimo divorzio (vedi il caso Craig) o per il fidanzamento in giovane età con una donna più grande (a mo’ di Taylor-Johnson), sotto sotto va a finire che paga. Con la producer di Bond, Barbara Broccoli, nondimeno.

Che sia aperto un fascicolo in merito, o che se ne ricami sopra una qualche tesi di laurea: essere un attore di fama ma con una vita privata straordinariamente pallosa oggi è diventata la prerogativa del vero vincente. A maggior ragione se dietro il suddetto palloso senza se né ma qualcuno meno crudele (o forse meno incline al gossip) ci vede solo un inguaribile romantico alla Aaron Taylor-Johnson. L’orgoglioso family man che, in un’intervista all’Independent, nel 2018 afferma qualcosa come: “Il motivo per cui mi sveglio la mattina è stare con la mia famiglia” e “Da quando ho incontrato Sam, lei e i miei figli sono la mia priorità e la mia vita: il mio lavoro ruota intorno a loro”. L’altra metà di quella coppia tutta hollywoodiana e innamoratissima che nel 2019 si sbaciucchia in continuazione, mentre lei dice a Harper’s Bazaar che “in dieci anni che stiamo insieme, siamo stati distanti forse solo per due o tre giorni”, e lui che le va dietro: “quelli sono stati i giorni peggiori di questi dieci anni”, con tanto di finale in un reciproco “I love you“. Un marito qualunque che, in un post su Instagram, dichiara alla moglie qualunque quanto lei sia ancora il suo amore, la sua vita, la sua anima gemella, il suo mondo, mentre la sbaciucchia (of course) nel giorno del rinnovo delle loro promesse coniugali.

E palloso o riservato, romantico o stucchevole, Bond o non Bond, credo che alla fine saremo tutti d’accordo almeno su una cosa: a farsi un giro in quel di Hollywood con Aaron Taylor-Johnson, la nostra glicemia non era mai andata tanto alle stelle.

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