Non sentivo amiche così “sottone” di un attore dall’arrivo della Cumberbatch-mania. E nonostante la mia eterna e incrollabile adorazione per Benedict, capisco perfettamente di cosa stanno parlando quando parlano di Alexander Skarsgård, aka il primogenito della royal family della recitazione svedese (il padre è Stellan e pure i fratelli sono del mestiere) nonché “sexiest man” in patria (solo?) ben cinque volte di fila. Vedere il six-pack e il trapezio infangati che sfoggia in The Northman per farsi un’idea del topic. O qualsiasi scena di True Blood, dove spesso e volentieri mostrava il didietro (e non solo) con la stessa nonchalance über nordica che il genitore sfoggiava in Nymphomaniac.
Ma attenzione: “Sono un attore, non un sex symbol”, dice giustamente il nostro. Il fatto è questo: “A partire dalla Svezia, ai tempi essere alti e biondi era un problema. Ma la maggior parte delle persone lì sono alte e bionde”, spiegava Alexander in un’intervista per raccontare come all’inizio non venisse preso sul serio a causa dell’insostenibile avvenenza e bionditudine del suo aspetto. “Ero in una stupida lista ‘hot’ di ragazzi muscolosi: se vuoi interpretare dei character profondi ma sei stato etichettato come ‘il tizio che si toglie la maglietta’, non otterrai mai quei ruoli”. Ecco, per fortuna quella fase l’abbiamo superata.
Qualcuno sostiene che The Northman sia la backstory in forma di lungometraggio del personaggio che ha lanciato Alexander in True Blood, il fantasy-horror drama targato HBO sulla possibile convivenza tra umani e vampiri grazie alla bevanda sintetica del titolo, di cui sono passate agli annali anche e soprattutto le scene hot, dark ed esplicite come mai si erano viste in tv prima del 2008. Alexander interpretava Eric Northman (coincidenza?! non credo!!!1!!1), vampiro millenario, sceriffo figherrimo dell’Area Cinque – la comunità di succhiasangue del nord della Louisiana – e proprietario del Fangtasia, un bar in cui le creature della notte potevano mescolarsi e – più che altro – farsela con gli umani. Ho stampata in testa l’immagine di Skarsgård che nella prima stagione era ancora un supporting con taglio di capelli discutibile, a metà tra i Backstreet Boys e gli Hanson, ma non ce n’era già più per nessuno. Nemmeno per Stephen Moyer, che interpretava il contraltare “eroico” del suo cattivo sadico e libertino (almeno inizialmente). Come scopriamo grazie ai flashback, infatti, Eric è il figlio di un re vichingo che, trovato morente sul campo di battaglia mentre cercava di vendicare il padre assassinato, è stato trasformato in un vampiro.
Praticamente revenge, sangue e – again – addominali, lo stesso copione del nuovo epico e brutale film di Robert Eggers (The VVitch, The Lighthouse), in sala dal 21 aprile. Skarsgård sognava da anni di recitare in una produzione accurata e cruda sulla mitologia vichinga, e here we are: The Northman è la storia di un principe vichingo, Amleth, che vede suo zio uccidere il padre e usurparne il trono (sì, la trama è basata sulla stessa antica leggenda norrena che ha ispirato anche l’Amleto di Shakespeare). Un paio di decenni dopo, il protagonista torna a casa per compiere la sua vendetta tremenda vendetta. Ah, papà (al cine) ha il volto di Ethan Hawke, mamma quello di Nicole Kidman (ci torneremo) e l’interesse amoroso è La regina degli scacchi Anya Taylor-Joy, per dire.
Scena clou? La lotta con lo zio sulla cima di un vulcano in attività. Nudi nella storia, ma in realtà coperti da perizomi color carne per avvicinarsi il più possibile alla verità della trama, vera fissazione sia del regista che dell’attore. Alexander si è pure portato a casa lo slip “insanguinato” come ricordo, ha confessato a Stephen Colbert, dove è stato a presentare proprio il film di Eggers di cui è anche tra i produttori. Basta dare un’occhiata al video della chiacchierata per capire che Skarsgård è ben lontano dall’immagine di algido marcantonio che la sua fisicità suggerisce. È tenerello (si è prestato a fare da tutor di svedese allo stesso Colbert), un po’ weird e con un senso dell’umorismo spiccato e molto europeo. A conferma c’è la foto in cui indossa la magliettona “Alexander Skarsgård is a sexy bitch” per la cover story di Interview. O l’episodio agli MTV Movie Awards del 2016, quando si è presentato sul palco (insieme a Samuel L. Jackson) vestito di tutto punto, ma senza pantaloni. Così, d’emblée.
Dopo essere stato un divo bambino in Svezia, aver mollato tutto per la troppa attenzione mediatica, servito nell’esercito e alla fine deciso che non poteva stare lontano dal cinema, il primo provino hollywoodiano è per un cameo da belloccio: quello del modello tonto Meekus in Zoolander (il suo “orange mocha frappuccino!” è impossibile da dimenticare). Eppure, scampata per indiscutibile talento la trappola del “figo e basta”, nel suo DNA pare esserci una propensione quasi genetica per i ruoli da villain particolarmente complessi e stratificati. Subito dopo l’exploit di True Blood, nel 2009 è stato scelto anche per la parte del terribile fidanzato di Lady Gaga nel video di Paparazzi: quello che la spinge da un balcone, per intenderci. Poi – avanti veloce e tralasciando un po’ di titoli – il neosposo che tradisce Kirsten Dunst durante il party di nozze in Melancholia di Lars von Trier (con il quale sostiene, piuttosto raro tra gli attori, di essersi trovato benissimo: sarà la nordicità).
Sulla scia del vampiro Eric, l’apice della skarsgårditudine però torna con una performance da brividi: è il marito abusivo nell’accoppiata imbarazzantemente perfetta con Nicole Kidman in Big Little Lies, la serie-hit di David E. Kelley sui belli belli in modo assurdo e con segreti altrettanto terribili, per cui Alexander ha vinto sia Emmy che Golden Globe, suggellato da bacio in platea della stessa Nicole. Arriva anche il ruolo di un cattivo kinghiano nell’adattamento tv di The Stand, dove incarna il demone Randall Flagg. E nel frattempo veste i (pochi) panni di un Tarzan sui generis che ha abbandonato la giungla africana per una vita signorile a Londra ed è nel cast della terza stagione della serie sugli stronzi più straordinari del piccolo schermo: Succession. Il suo personaggio si chiama Lukas Matsson ed è lo stravagante fondatore e CEO di un’azienda tecnologica di successo. Che, ovviamente, non va d’accordo con il patriarca Logan Roy. “Una settimana prima interpretavo una delle persone più ricche del pianeta che vive in questa villa pazzesca sul lago di Como. E poi mi sono ritrovato in Islanda immerso nel fango”, ha ricordato Skarsgård. Le fan ringraziano.