A questo punto della sua carriera, dopo quasi trent’anni di successi e il premio Mark Twain per l’umorismo americano, Adam Sandler fa due tipi di film. Può mettere tutto se stesso in progetti originali e profondi come Hustle, uno dei pochi titoli davvero buoni mai realizzati sul basket, e Diamanti grezzi, un thriller ansiogeno giocato sui personaggi e piuttosto divertente, a modo suo. E poi può tornare al suo pane quotidiano: commediette messe in piedi come se volesse solo divertirsi con gli amici. I film di Murder Mystery (il nuovo capitolo è dal 31 marzo su Netflix) rientrano saldamente nel secondo campo. Sono i ruoli che Sandler potrebbe interpretare mentre dorme.
L’impostazione di Murder Mystery 2 è più o meno la stessa del primo film, e questo è parte della gag. Nick e Audrey Spitz (Sandler e Jennifer Aniston, ora diventati investigatori privati) viaggiano verso mete esotiche, dove assistono a un numero crescente di morti e diventano i principali sospettati di diversi omicidi. Ne conseguono bizzarri dirottamenti, la maggior parte dei quali consente a Sandler di sparare battute a destra e a manca, spesso pure a vuoto. Questa è roba per chi trova il franchise di Knives Out troppo sofisticato e spassoso; è pane per i fedelissimi di Sandler, un film di piccole ambizioni su misura per il piccolo schermo. In altre parole: è esattamente quello che pensate che sia.
E cioè, che cosa? In tutto sono circa 90 minuti, e difficilmente potrebbe durare un secondo in più. Nick e Audrey, ai ferri corti come al solito, ricevono un invito dal Maharajah (Adeel Akhtar, che lavora davvero sodo). Si sta per sposare su un’isola tropicale con un’adorabile donna francese (Mélanie Laurent) e non ha badato a spese, dando a Sandler e Aniston l’opportunità di buttarsi su articoli di lusso, formaggi dai nomi eleganti, trattamento VIP, ecc. Presto il Maharajah viene rapito, la prima di molte vittime viene uccisa e si inizia a formare la fila dei sospettati, che include personaggi rimasti dal film precedente, tra i quali il colonnello Ulenga (John Kani) e una sfilza di nuovi arrivati, tra cui la contessa Sekou (Jodie Turner-Smith), l’ex fidanzata di Maharajah; la sorella di Maharajah, Saira (Kuhoo Verma); e la stella del calcio in pensione Francisco (Enrique Arce), che cerca aggressivamente di essere divertente fino a dare sui nervi a Audrey. Mark Strong invece è un negoziatore di ostaggi che potrebbe non essere quello che sembra. A un certo punto partono tutti per Parigi, perché, be’, Parigi è una bella location per i film. C’è la Tour Eiffel e tutto il resto.
In tutta la sua semplicità, Murder Mystery 2 utilizza un interessante switch culturale. Nick e Audrey sono gli archetipi degli idioti all’estero, turisti incapaci che si fanno strada attraverso setting internazionali senza averne la minima idea. Ma lo sfottò spesso riguarda “l’altro”. Maharajah: il ragazzo indiano che pensa di essere un rapper! La contessa: una donna africana così altezzosa! L’ispettore Delacroix (Dany Boon, di ritorno per un altro giro): un tizio francese così… francese! In questi film i personaggi sono generalmente definiti dai loro tratti più riduttivi. Ad essere onesti, questo vale anche per gli americani. Nick è il saggio autoironico. Audrey è la moglie annoiata e che ne ha abbastanza. L’idea di un matrimonio moribondo ravvivato dalle buffonate dei film d’azione, incluso quello che sembra essere un costoso incidente in elicottero, non è certo una novità: True Lies ci ha praticamente scritto sopra un manuale. Ma se c’è un compito che Sandler ha imparato alla grande è proprio tornare a quello che ha funzionato.
I film di Murder Mystery non sono abbastanza intelligenti per essere considerati una parodia di genere. Sono più simili a raccolte di barzellette sul tema. Le sceneggiature sembrano inventarsi man mano che il film prosegue; la regia sembra annoiata, come se fosse sempre pronta a passare alla scena successiva. Mentre Murder Mystery 2 va verso la fine, potreste guardare l’orologio e sospirare alla consapevolezza che rimangono ancora diversi minuti (e poi forse compiacervi alla consapevolezza che alcuni di quei minuti saranno consumati dai lunghissimi titoli di coda internazionali di Netflix). Questi film hanno problemi a finire. C’è tempo per qualche altra battuta? Forse un altro omicidio? Certo, perché no?
Sono decenni che i critici se la prendono con Sandler. A questo punto però succede soprattutto perché abbiamo visto che è capace di molto di più. Sandler è un talento enorme con un appetito senza fine per la roba facile facile. Ma ci sono abbastanza persone che ne apprezzano quel lato, tanto da creare domanda per questo tipo di prodotti. Ecco perché un Murder Mystery 3 è inevitabile.