Dal libro al film: e il cinema scoprì una Emily Dickinson diversa | Rolling Stone Italia
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Dal libro al film: e il cinema scoprì una Emily Dickinson diversa

Dal ritratto di Molly Shannon nel recente ‘Wild Nights with Emily Dickinson’ all’incursione nelle serie con ‘Dickinson’ starring Hailee Steinfeld: come lo schermo ha raccontato la più misteriosa delle poetesse americane

Dal libro al film: e il cinema scoprì una Emily Dickinson diversa

Molly Shannon è la celebre poetessa americana in ‘Wild Nights with Emily Dickinson’

Foto: P2 Films

Lo schermo, grande e piccolo, ha privilegiato Emily Dickinson, la grande poetessa americana. Negli ultimi anni sono stati prodotti la serie televisiva Dickinson (2019), il film A Quiet Passion (2016), infine Wild Nights with Emily Dickinson, tuttora nelle sale. Davvero una grande attenzione per questa signora nata nel 1803 ad Ambers, nel Massachusetts. Ancora studentessa, decide di allontanarsi dal college per non essere cristiana. Da quel momento vivrà nella casa paterna riducendo sempre più le frequentazioni col mondo esterno e dedicandosi alla scrittura e, in particolare, alla poesia. Uniche evasioni nel mondo, un viaggio a Washington e alcuni soggiorni a Boston e Filadelfia. Le immagini giunte a noi mostrano un volto triste e senza prospettive, da zitella senza speranze. Ma sono immagini bugiarde.

Hailee Steinfeld nella serie ‘Dickinson’. Foto: Apple TV+

Emily scriveva di sé stessa: «Non ho ritratti recenti, ma sono piccola come lo scricciolo, ho i capelli arditi come il riccio delle castagne e gli occhi hanno il colore dello sherry che l’ospite lascia in fondo al bicchiere». Emily era un’anima triste, complessa e dotata di una grazia particolare, capace di leggere il presente e anche il futuro del suo Paese. Viene considerata la più grande poetessa americana. Trascorrere la vita fra le mura di casa, isolata, a contatto solo con la propria creatività era per lei una difesa e un’esplorazione. Dal suo luogo chiuso intese e raccontò il dramma intellettuale e morale dell’America, precorrendo la storia, grazie a uno stile unico e innovativo sul piano della metrica e del lessico. Ha esplorato grandi temi come l’amore, la morte, la natura che non ti è amica, l’incontro con un Dio assente.

Scrisse 1775 poesie di cui solo sette pubblicate mentre era in vita. Pubblicare, scrisse, era estraneo al suo pensiero come il firmamento a un pesce. Ma, subito dopo la morte, edizioni delle sue poesie e lettere si succedettero con grande successo, contese fra gli eredi. Dickinson fa parte di quello che viene detto il “Rinascimento americano”, i suoi referenti si chiamavano Emerson e Hawthorne, dai quali prese ispirazioni che poi sviluppò attraverso una visione tutta sua, potente. Una lirica della Dickinson è come una compressa che metti nell’acqua di un bicchiere e dopo pochi secondi si allarga fino a quasi esplodere. Era il suo modo di raccontare, una metafora, una sintesi che poi doveva essere risolta dal lettore.

Wild Nights With Emily Trailer #1 (2019) | Movieclips Indie

L’immagine della poetessa che nei decenni si è diffusa e cristallizzata è dunque quella di un’autrice prolifica ma chiusa in sé stessa e indifferenze a qualsiasi rapporto sentimentale. Ma, in Wild Nights with Emily Dickinson, Madeleine Olnek regista e Molly Shannon attrice raccontano la scrittrice sotto una luce decisamente diversa. Il focus è sulla relazione che negli anni ebbe con l’amica Susan Gilbert, diventata poi sua cognata. La Olnek ha certo mostrato coraggio, proponendo al pubblico un’icona della poesia sotto una luce certo inattesa dai più. A procurarle il materiale è stata un’indagine del 1998 del New York Times che scoprì come il nome di Susan, in lettere scritte da Emily, fosse stato contraffatto. Un software apposito permise di far riapparire quel nome. Le lettere rivelavano un intenso rapporto d’amore.

Ma la scoperta di Madeleine Olnek cambia poco e nulla, e certo non compromette l’incanto universale che dobbiamo all’anima solitaria del Massachusetts. Una sintesi fulminea, secondo il suo stile, Emily la concedeva dicendo: «Consideratemi un’anima domestica, quanto selvatica». Doveroso qualche verso: «L’acqua è insegnata dalla sete / La terra, dagli occhi traversati / La gioia, dal dolore / La pace, dai racconti di battaglie / L’amore, da un’impronta di memoria / Gli uccelli, dalla neve».