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«Devi pensare che morirai»: i provini infernali di Vincent Gallo

«Potrei ordinarti di spogliarti o di succhiarmelo davanti alla macchina da presa: voglio un’attrice che non faccia resistenza». Tre donne denunciano l’attore di molestie durante i provini di ’The Policeman’, in cui interpreta il Golden State Killer. Un’inchiesta per capirci di più

Quando Emily* si è presentata al provino per un nuovo film intitolato The Policeman, con Vincent Gallo, sapeva che sarebbe stato impegnativo. In The Policeman, Gallo, che è noto per la sua tendenza a recitare in progetti controversi e provocatori, interpreta il serial killer stupratore Joseph James DeAngelo, conosciuto anche come Golden State Killer. L’attrice stava facendo un’audizione per impersonare una delle vittime che viene violentata e uccisa, ed era consapevole delle scene di nudo e della violenza che il copione implicava, oltre che della natura molto pesante del film.

Ma l’attrice di Portland, durante l’audizione, non si aspettava che Gallo avrebbe fatto commenti sessuali e molto espliciti, così scioccanti e offensivi da spingerla a presentare un reclamo formale alla Screen Actors Guild. Nel documento in possesso di Rolling Stone, l’attrice scrive che Gallo le avrebbe detto: “Se ti dico che devi succhiarmi il cazzo oppure ti uccido, voglio che tu, tu persona, non tu personaggio, non tu attrice, ma proprio tu, creda veramente che morirai se non fai come dico. E, esattamente come faresti nella vita reale, se ti succedesse questo, voglio che tu faccia tutto ciò che è necessario. Non mi succhierai davvero il cazzo, ma non hai nessun potere, io ho tutto il potere. Tu non hai alcun controllo, io ho il controllo totale”.

Emily non è stata l’unica a riportare di essersi sentita a disagio per via delle parole di Gallo. Anche Jane*, un’altra attrice che si è presentata all’audizione per interpretare una delle vittime del serial killer in The Policeman (scritto e diretto da Jordan Gertner e interpretato da James Franco), ha dichiarato a Rolling Stone di aver inoltrato un reclamo alla SAG a causa dei commenti sessuali ed espliciti fatti da Gallo. Una terza attrice, Leslie*, ha detto di non essersi presentata alla sua seconda audizione dopo aver saputo delle presunte esternazioni di Gallo rivolte ad altre donne durante i provini.

Non solo le due donne affermano che i commenti di Gallo, durante le selezioni tenute a novembre, le hanno spinte a non accettare alcuna parte in The Policeman, ma dopo aver denunciato gli incidenti, la SAG ha avviato un’indagine sul metodo di casting. Le tre donne, tutte giovani attrici trentenni, hanno chiesto di restare anonime per paura di rappresaglie e ritorsioni nell’ambito dell’industria dello spettacolo. Gallo non ha risposto alle nostre numerose richieste di commentare la vicenda.

* In questo articolo, i loro veri nomi sono sostituiti da pseudonimi per proteggere le loro identità.

Joseph James DeAngelo, 72, nel suo mugshot del 25 aprile 2018. Foto: Sacramento County Sheriff’s Department via Getty Images

Un portavoce della SAG, in una dichiarazione, ha confermato a Rolling Stone che l’indagine è in corso, dicendo: «Siamo a conoscenza di questi reclami e stiamo indagando. Ci siamo confrontati a lungo con la produzione in merito alle denunce e, sebbene le riprese siano terminate, continuiamo a monitorare e indagare. Ribadiamo, inoltre, il nostro impegno a garantire un ambiente sicuro e rispettoso sul set. Poiché la nostra indagine è ancora in corso, non possiamo dare risposte dettagliate sul caso».

Contattato per avere un commento, un portavoce di Gertner e della Pacific Media Productions ha dichiarato a Rolling Stone: «Prendiamo molto sul serio le accuse di commenti inappropriati fatte da chiunque sia coinvolto nella produzione. Per la lavorazione è stata assunta una figura di intimacy coordinator della SAG-AFTRA e la produzione si è svolta in un ambiente sicuro, protetto e rispettoso. I produttori, il regista, il cast e la troupe sono orgogliosi del film che abbiamo realizzato».

Stando sempre a questo portavoce, «il direttore del casting ha informato gli attori, prima degli incontri e delle audizioni, che per il film sarebbe stata assunta una intimacy coordinator della SAG-AFTRA che sovrintendesse a tutte le sequenze con scene di nudo o di sesso. La coordinatrice ha lavorato a stretto contatto con il regista, Vincent e gli altri attori del cast hanno ritenuto che l’ambiente fosse positivo e rispettoso».

In un’email indirizzata all’agente di Leslie, e presa in esame da Rolling Stone, il direttore del casting dei Cast Iron Studios dice che The Policeman è stato scritto e diretto da Gertner, che Gallo interpreta il serial killer e che Franco è co-protagonista, nel ruolo di un personaggio che si chiama Babcock. Il film è ambientato negli anni Settanta, quando il Golden State Killer uccideva e stuprava donne in tutta la California, e i registi “hanno in mente un tono… spietato” simile ai film e alle serie televisive sullo Zodiac Killer e Jeffrey Dahmer. L’email dice anche che le riprese nell’area di Portland sarebbero iniziate il 15 dicembre e terminate verso il 19 dicembre.

In una denuncia presentata alla SAG e ottenuta da Rolling Stone, Jane ha dichiarato di aver preso parte a un provino per interpretare la parte di una vittima violentata e torturata psicologicamente dal personaggio di DeAngelo. Jane ha detto che il ruolo richiedeva il nudo integrale, cosa che lei era disposta a fare. Ma, quando si è presentata all’audizione e ha incontrato Gallo, lui ha parlato con l’attrice di quelle che lei ha definito le sue “fantasie pornografiche di tortura” e le ha detto che il copione “somigliava ben poco a ciò che sarebbe stato girato”, stando al documento.

“Poi ha continuato dicendomi che per le riprese voleva creare un ambiente completamente improvvisato”, ha scritto Jane nella sua denuncia. “Per poter raccontare davvero la storia in ‘modo accurato’, aveva bisogno di attrici disposte a farsi ‘dominare da lui al 100%’ fin dal loro arrivo sul set”.

James Franco. Foto: Daniele Venturelli/Getty Images

L’attrice ha poi aggiunto che Gallo insisteva sul fatto che, se lei avesse avuto la parte, avrebbe dovuto “piegarsi a qualunque capriccio del suo personaggio, in qualsiasi momento”. Jane ha detto che lui ha elencato una serie di possibili scenari improvvisati, e senza mai menzionare un intimacy coordinator, tra cui: spingerla, tirarle i capelli, legarla e lasciarla in un angolo, incaprettarla coi lacci delle scarpe, ma anche simulare uno stupro, un omicidio o un’aggressione fisica senza prendere accordi preliminari.

“Potrei ordinarti di spogliarti in qualsiasi momento e ho bisogno di un’attrice che lo faccia, perché è ciò che la vittima avrebbe fatto, per rimanere viva”, ha detto Gallo a Jane, secondo la denuncia.

Nel suo reclamo, Jane ha anche scritto che Gallo le ha detto: “Potrei chiederti di succhiarmi l’uccello davanti alla macchina da presa e voglio un’attrice che non faccia resistenza. Ti sentirai offesa da ciò che ti chiedo, ma non voglio che si metta in mezzo nessuno dei tuoi valori femministi personali. Non vuoi farlo, pensi che non sia giusto, ma sai cosa? La vittima non ha avuto scelta, e nemmeno tu, in quanto attrice… certo, non possiamo farti vedere mentre mi fai un pompino, ma il punto è che voglio una che non fermi la lavorazione per correre a chiamare il suo agente o a lamentarsi perché si è sentita offesa”.

Secondo il documento, Gallo ha garantito a Jane che non le avrebbe fatto male fisicamente e che non ci sarebbe stata alcuna “vera penetrazione, scambio di fluidi o fellatio” durante le riprese. Poi la donna ha detto che Gallo ha spiegato che DeAngelo era “eccitato dalla paura delle sue vittime”, quindi durante le riprese “avrebbe costantemente creato un ambiente di terrore e pericolo per ispirare le azioni del suo personaggio, sul set e fuori”.

Nella denuncia si legge che Gallo ha informato l’attrice del fatto che, una volta accettato il ruolo, avrebbe avuto “zero facoltà di negoziazione su ciò che mi veniva fatto sul set” e “dovevo dare un consenso totale”, pena il licenziamento. Jane ha detto che non se l’è sentita di proseguire con le riprese di The Policeman a causa dell’esperienza fatta durante il provino con Gallo.

Da quando il movimento #MeToo a Hollywood ha preso piede, nel 2017, gli intimacy coordinator sono stati sempre più utilizzati sui set delle produzioni cinematografiche e televisive, per garantire la sicurezza degli interpreti che devono stare nudi e/o simulare scene di sesso. Il loro ruolo è quello di fare da intermediari tra gli attori e gli altri membri della produzione, aiutando a coreografare in anticipo le scene di sesso simulato, sulla base di quanto scritto nel copione. Gli intimacy coordinator sono anche referenti utili per gli attori, se dovessero sentirsi a disagio in situazioni in cui subiscono pressioni per mostrare più nudità o fare simulazioni di sesso diverse da quelle originariamente concordate.

Caitlin Dulany, componente del consiglio di amministrazione della SAG di Los Angeles e membro del comitato per la prevenzione delle molestie sessuali, ha dichiarato a Rolling Stone che è importante che gli intimacy coordinator siano presenti sui set, quando gli attori simulano scene di sesso e soprattutto di stupro, perché a volte «è difficile, per gli interpreti, parlare ed esprimersi in quel momento».

«Alcuni lo trovano più semplice di altri, ma è comunque una cosa difficile e quando a qualcuno viene domandato di fare qualcosa che non gli va bene e risponde di no, si preoccupa delle eventuali ritorsioni, reali o meno che siano», dice Dulany, che ha anche avuto un ruolo nella promozione dell’inclusione delle tutele per gli intimacy coordinator nel nuovo contratto SAG.

«Quando qualcuno gira una scena intima e non c’è un intimacy coordinator che aiuti a orientarsi nella coreografia e con ciò che le persone si sentono a proprio agio di fare, sia prima del giorno delle riprese che il giorno stesso… c’è la possibilità che l’attore si ritrovi ad aver girato qualcosa che lo traumatizza, a vari livelli, o che potenzialmente gli creerà ansia, in futuro, in un’audizione o in una scena. Il che non è sano e può davvero interferire con la sua carriera».

Per via dell’introduzione degli intimacy coordinator e della maggiore consapevolezza sul tema delle molestie sessuali sui set hollywoodiani, le attrici che hanno sporto denuncia alla SAG per The Policeman sono rimaste particolarmente colpite dai commenti che, secondo loro, Gallo avrebbe fatto nei loro confronti.

Gallo, 62 anni, veterano di Hollywood con un seguito di culto, ha una storia ben documentata di film controversi. The Brown Bunny, scritto, diretto e interpretato da Gallo insieme a Chloë Sevigny, è stato criticato dopo il suo debutto, nel 2003 al Festival di Cannes, per una scena di sesso non simulata tra Gallo e Sevigny, in cui lei gli praticava sesso orale. Molti spettatori e critici hanno ipotizzato che l’attrice abbia subìto pressioni da Gallo.

In un’intervista rilasciata ad Associated Press, all’uscita del film, Gallo ha raccontato, a proposito delle riprese della scena di sesso con Sevigny: “Ho descritto nei dettagli quello che avrei voluto da lei e che avrebbe dovuto fare. Gliel’ho chiesto. Sapevo che aveva un ragazzo e che erano molto legati, quindi le ho domandato se sarebbe stata disposta a non chiamarlo, a non chiamare il suo agente, a non dire a nessuno che stava facendo il film, a staccarsi davvero dalla sua vita e a trovare un modo per avvicinarsi a me, molto più di quanto avesse mai fatto in altri film”.

Anni dopo, nel 2010, Sevigny ha raccontato a Playboy della scena in questione: “Quello che è successo è complicato. Ci sono molte emozioni in ballo. Forse, prima o poi, dovrò andare in terapia. Ma voglio bene a Vincent. La storia è tragica e bellissima, e sono orgogliosa del film e della mia interpretazione”.

In un’altra denuncia presentata alla SAG ed esaminata da Rolling Stone, Emily ha dichiarato di essersi sentita a disagio anche per i commenti di Gallo durante una seconda audizione per il ruolo di una delle vittime di DeAngelo in The Policeman. Secondo il documento, il direttore del casting dei Cast Iron Studios avrebbe detto all’attrice di non chiedere informazioni su un intimacy coordinator, mentre aspettava il suo turno. Emily ha riportato che, quando è entrata nella stanza, Gallo le ha detto che stava cercando “un’attrice senza limiti perché, mentre lui interpretava DeAngelo, poteva decidere in qualsiasi momento delle riprese di improvvisare battute e atti sessuali”. La denuncia riporta anche che Gallo ha detto all’attrice che intendeva improvvisare per amore di autenticità.

Emily scrive che Gallo le ha detto: “Non sarai mai in pericolo, sarai fisicamente al sicuro, non accadrà nulla di sessuale. Ma sarò io ad assicurarmi che tutto sia simulato e che sembri reale, e mi assicurerò anche che sia reale per te. Potrei anche domandarti di raccontare una storia. Se ti chiedo di raccontarmi la prima volta che ha succhiato un cazzo, voglio che mi racconti una storia reale della sua vita. Potrei anche notare qualche dettaglio del tuo corpo e commentarlo, e potrebbe essere positivo o negativo: non sarà personale, ma sarà qualcosa di reale, in modo che sembri personale”.

Emily, nella sua denuncia, ha scritto che Gallo ha detto di voler ingaggiare persone disposte a “sentirsi molto vulnerabili, esposte e a disagio”.

“Non vogliamo vedere recitare. Se DeAngelo dice di non urlare altrimenti ti ammazza, tu non urli, perché se lo fai, muori. DeAngelo odia le urla. Odia chi reagisce”, avrebbe detto Gallo, secondo il reclamo presentato da Emily. “Non vogliamo vederti recitare, non vogliamo vederti fingere. DeAngelo odia la recitazione. DeAngelo odia gli attori. DeAngelo odia i bugiardi”.

Emily ha anche raccontato a Rolling Stone di essere stata informata da Gallo che, se lei avesse accettato quelle condizioni senza alcun limite, avrebbe avuto la parte.

Nella denuncia, l’attrice ha scritto di aver fornito al suo agente una lista di limiti da non oltrepassare, così da sentirsi a proprio agio e accettare l’offerta di partecipare al film; l’elenco comprendeva “due o tre atti sessuali molto specifici, nessuno dei quali era descritto nelle parti della sceneggiatura che avevo visto”. Dopo diverse telefonate, ha spiegato: “Mi è stato fatto intendere che [la produzione ha detto al mio agente che] il motivo per cui non ho ricevuto un’offerta formale per questo ruolo era la mia lista”. Anche l’agente ha parlato con Rolling Stone e ha confermato la versione di Emily.

«Una possibilità è che sia tutta una strategia… vogliono davvero che io abbia paura sul set, quindi mi stanno convincendo a non fissare alcun limite nero su bianco, in modo che io creda che in quella stanza mi potrebbe accadere di tutto, ma comunque seguiranno il copione e tutto andrà bene», ha detto Emily a Rolling Stone. «Oppure [un’altra] possibilità è che qualcuno stia cercando di ottenere un lasciapassare per fare ciò che vuole a qualche attrice giovane, inesperta o che pare esserlo, e che abbia carta bianca per abusare sessualmente di lei o Dio solo sa cosa».

«Un’altra possibilità è che qualcuno stia cercando di ottenere un lasciapassare per fare ciò che vuole a qualche attrice giovane, inesperta o che pare esserlo, e che abbia carta bianca per abusare sessualmente di lei»

Un portavoce della Pacific Media Productions ha riferito che la intimacy coordinator di The Policeman ha inviato delle email alla SAG, durante le riprese, specificando i giorni in cui era sul set per assistere alle scene di nudo e di simulazione sessuale. Nelle email, ha scritto che “tutte le scene sono state girate rispettando i limiti del consenso di ciascun attore”.

Secondo le due donne che hanno sporto denuncia alla SAG, il regista di The Policeman e un direttore del casting erano presenti durante le loro seconde audizioni, ma nessuno ha reagito ai commenti e alle osservazioni di Gallo.

Un rappresentante dei Cast Iron Studios ha dichiarato a Rolling Stone: «Il team del casting ha lottato duramente, dietro le quinte, per tutelare le interpreti, e i risultati di questi sforzi sono testimoniati dai resoconti positivi giunti dal set. Ringraziamo le attrici per il loro coraggio ed esprimiamo le nostre più sentite scuse per quanto hanno sperimentato: era davvero la prima volta anche per noi».

Una fonte ben informata sul procedimento di casting ha inoltre confermato a Rolling Stone che, in seguito alle lamentele, «sono state apportate delle modifiche» e che sul set, durante le riprese, è stato piazzato un rappresentante della SAG in più.

«Sembrava che tutti fossero stregati da Vincent», ha raccontato Jane a Rolling Stone.

«Sono andata a un secondo provino in cui il regista era presente, ma non diceva una parola. Quindi mi sono subito chiesta: quanto peso avrà il regista? Mi sembrava che fosse Vincent a tenere le redini di tutto», ha aggiunto Emily. «Se chiedessi un intimacy coordinator, sarà d’accordo? E chi sarà? Posso essere sicura che si prenderà cura di me e farà in modo che lui rispetti i miei limiti?».

The Policeman è uno dei primi progetti cinematografici a vedere Franco coinvolto dal 2018, quando cinque donne l’hanno accusato di comportamenti sessualmente inappropriati in un reportage del Los Angeles Times: quattro di loro erano sue ex allieve di recitazione. Nel giugno del 2021, Franco ha patteggiato una causa da 2,2 milioni di dollari con le sue ex studentesse che sostenevano di essere state abusate sessualmente. Più tardi, nello stesso anno, Franco ha parlato per la prima volta di queste accuse nel corso di The Jess Cagle Podcast di SiriusXM.

«Nel periodo in cui ho insegnato, sono andato a letto con delle studentesse e ho sbagliato», ha detto Franco. «Non è il motivo per cui ho fondato la scuola, e non ero io a selezionare le persone che componevano le classi, quindi non era qualcosa di premeditato».

Le due donne che hanno presentato denuncia alla SAG hanno dichiarato a Rolling Stone di aver voluto raccontare la loro esperienza con Gallo perché erano preoccupate per le altre colleghe che avrebbero lavorato con lui, in futuro. Stando a loro, i commenti di Gallo erano offensivi e disgustosi, roba che nessuna attrice dovrebbe mai sentire in ambito professionale, per non parlare del fatto che nessun altro nella stanza è intervenuto in loro difesa: non vogliono che altre donne debbano subire qualcosa del genere.

«Non mi sono mai sentita davvero al sicuro in quello che, onestamente, mi sembrava un caso di condotta sessuale scorretta sul set», ha raccontato Emily a Rolling Stone. «Mi sono detta: “Sta per scoppiare una tempesta e non mi sento affatto al sicuro”».

Da Rolling Stone US

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