Romeo + Juliet
Baz Luhrmann
1996L’immagine del volto di un Leo 22enne che cerca lo sguardo di Claire Danes dall’altra parte dell’acquario è storia del cinema pop e, probabilmente, una delle scene più romantiche che i millenial ricordino. Per la generazione che è cresciuta con l’adattamento moderno ed estroso di Shakespeare by Baz Luhrmann, infatti, DiCaprio e Danes sono i Romeo e Giulietta definitivi. Magari il regista australiano a volte calcherà un po’ la mano, ma la chimica tra i due protagonisti è sorprendente. E Leo, bello bello in modo assurdo (cit. Zoolander), è la perfetta incarnazione dello sfortunato amante scespiriano. Manco a dirlo, il suo successo qui contribuirà a gettare le basi per la svolta di Titanic (vedi più avanti).
Django Unchained
Quentin Tarantino
2012Prima volta directed by Quentin, ed è subito cult: nei panni del sadico villain proprietario di schiavi, DiCaprio è il cuore terrificante e folle del revenge western di Tarantino. Calvin Candie è un mostro che costringe i suoi schiavi a combattere l’uno contro l’altro, un pazzo per il quale la vita umana non ha alcun valore se non quello di far divertire quelli come lui. Ma Leo riesce a renderlo stranamente affabile e persino buffo, con la sua fascinazione per tutto quello che è francese. Uno psicopatico omicida übercarismatico, che si prende la scena a ogni apparizione. Un twist importante nella carriera dell’attore e un supporting assolutamente memorabile. Cattivissimo Leo.
Shutter Island
Martin Scorsese
2010Marty è senza dubbio il regista che più di tutti ha capito Leo e ce lo ha restituito in mille sfumature. Dal 2002 hanno fatto sei film insieme: Gangs of New York, The Aviator, The Departed – Il bene e il male, Shutter Island, The Wolf of Wall Street e l’ultimo, Killers of The Flower Moon. Certo, avremmo potuto metterli tutti, ma poi sarebbe diventato un DiCaprio secondo Scorsese. E così abbiamo scelto questo mystery noir tesissimo, con l’attore nel suo ruolo più vulnerabile: spesso al centro dei film della coppia c’è un qualche tipo di ossessione, e qui Leo è un investigatore che indaga sulla scomparsa di un detenuto in un manicomio su un’isola; ma, mentre approfondisce il caso, la sua mente gli gioca brutti scherzi. Il divo riesce a portare avanti la storia e insieme a distruggere il suo personaggio man mano che la trama si svela. Se non è un fuoriclasse questo.
C’era una volta a... Hollywood
Quentin Tarantino
2019Tarantino reloaded. Nessuno poteva incarnare questa malinconica dichiarazione d’amore di Quentin a una Los Angeles e un’industry che non ci sono più meglio di DiCaprio e del suo divo sul viale del tramonto, Rick Dalton. Leo ci fa ridere con Rick e di Rick, ma ci fa pure sentire il grido di dolore di chi teme ormai di non essere più rilevante (vedi la meravigliosa scena di follia sul meta-set, che pare sia stata improvvisata). E i momenti da buddy movie tra DiCaprio e Brad Pitt (che interpreta lo stunt-man e BFF di Dalton e ha – giustamente – vinto l’Oscar per il ruolo) sono deliziosi. Quentin vuole l’attore come protagonista del suo film della vita (anche se in molti non l’hanno ancora capito) e Leo always delivers, sino al finalone con tanto di lanciafiamme da mitologia tarantiniana. Boom.
Buon compleanno Mr. Grape
Lasse Hallström
1993Dopo il debutto sul grande schermo con Critters 3 e Voglia di ricominciare al fianco di Robert De Niro, DiCaprio interpreta il fratello autistico di Johnny Depp nel coming of age del regista svedese. Che avrebbe potuto essere un mappazzone e invece diventa insieme delicato e stravagante al punto giusto, anche grazie alla sensibilità dell’appena 19enne Leo, che sul set aveva praticamente carta bianca per fare quello che voleva. Mai stucchevole o cinico nella sua performance, il nostro è senza dubbio la cosa migliore del film, tanto che centrò la nomination all’Oscar. La prima di una lunga serie.
Prova a prendermi
Steven Spielberg
2002Spielberg è riuscito a beccare DiCaprio proprio nel momento in cui si stava trasformando da giovane eroe romantico ad Attore con la A maiuscola. Ed stato un casting ispiratissimo quello di Leo nei panni di Frank Abagnale, un truffatore realmente esistito che ha fatto la bella vita in lungo e in largo per gli States impersonando piloti, avvocati e dottori. È una performance divertente e scatenata, che vede il volto dell’attore passare dal personaggio ragazzino con il cuore spezzato mentre i suoi genitori divorziano a quello di un adulto pure un po’ stanco della vita pazza che si è, ehm, costruito.
The Departed – Il bene e il male
Martin Scorsese
2006Ancora una volta sotto la guida del suo mentore Scorsese, che con questo thriller poliziesco (remake di Infernal Affairs del 2002) agguanta finalmente l’Oscar per la regia. DiCaprio è un poliziotto che viene mandato sotto copertura tra i malavitosi e Matt Damon un mafioso che si infiltra nelle forze di polizia per conto del boss irlandese di Boston (un grande Jack Nicholson). È una storia intricatissima di guardie e ladri, ma Marty sublima tutto in una tragedia quasi scespiriana. E Leo è pazzesco in un ruolo che di affascinante ha ben poco: un uomo disperato che rischia di perdere la sua identità. Un gigante.
Revenant – Redivivo
Alejandro González Iñárritu
2015Detto anche: il film in cui Leo combatte un orso, mangia fegato di bisonte crudo e, soprattutto, vince – finalmente – un Oscar. Nel survival drama di uno dei tre amigos, DiCaprio sfida gli elementi nei panni di un cacciatore di pellicce che lotta per la vita – contro condizioni meteorologiche estreme, fiumi ghiacciati, predatori ostili e Tom Hardy, non necessariamente in quest’ordine – nel modo più entertaining possibile. È un’interpretazione molto fisica, in cui l’attore deve rendere la trasformazione del personaggio da sopravvissuto ferito a vendicatore indefesso praticamente senza l’uso della voce. Se come si dice “l’azione è il personaggio”, l’Oscar è arrivato nelle mani giuste. Anche se… vedere più avanti.
Titanic
James Cameron
1997Nei panni di Jack, l’avventuroso vagabondo di terza classe che si innamora – ricambiato, ma dai – di Rose, la ragazza ricca e frustrata, Leo conquista tutti e tutto, a partire dallo status di star. Titanic non è stato soltanto record di incassi per decenni: ha vinto l’Oscar come best picture e – soprattutto – è diventato una pietra miliare della cultura pop. Un disaster movie che ha un cuore (e non solo quello prezioso dell’oceano) grandissimo proprio grazie ai suoi due giovani protagonisti: avrebbe potuto essere un mélo troppo zuccheroso, e invece le performance di Leo e Kate Winslet (che diventarono BFF, tanto che li rivedremo recitare di nuovo insieme in Revolutionary Road nel 2008) sono così genuine e tenere che è impossibile non farsi coinvolgere dalla loro love story maledetta. E sì, si discute ancora oggi del fatto che Jack avrebbe potuto starci su quella cavolo di zattera: mission accomplished. È l’inizio universalmente riconosciuto della DiCaprio mania: Leo re del mondo.
The Wolf of Wall Street
Martin Scorsese
2013La verità è che DiCaprio l’Oscar avrebbe dovuto vincerlo per questo film. E invece, alla quarta nomination, fu battuto da Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club (si sa, l’Academy ha un debole per le trasformazioni fisiche un po’ estreme). Magari The Wolf non sarà unanimemente riconosciuto come il miglior film di Martin Scorsese, ma è il suo titolo più scatenato e divertente. E dentro c’è un Leo all’ennesima potenza che mostra un talento comico pazzesco nei panni di Jordan Belfort, il broker di Wall Street che fregò i suoi clienti con le Penny Stock. Scorsese ne fa una parabola epica di truffa e dissoluzione, rock nel senso più puro del termine, senza mai esaltare l’operato del protagonista. E per gran parte del film piazza la camera addosso a DiCaprio, che, tra pep-talk memorabili ed eccessi, dà vita a una sorta di stronzissimo “Mick Jagger di Wall Street”. Se questo non è un attore totale…