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I 30 migliori thriller erotici di tutti i tempi

‘Fair Play’ su Netflix ha rilanciato il genere più bistrattato (ma in fondo amato) dai critici. Da ‘Attrazione fatale’ a ‘Cruel Intentions’, passando da autori come De Palma, Lynch e Verhoeven, il listone definitivo

Artwork: Matthew Cooley. Foto: Focus Features, Paramount Pictures, Everett Collection

Quando lo scorso gennaio Fair Play, il thriller deliziosamente piccante di Chloe Domont, è stato proiettato in anteprima al Sundance, il pubblico del festival ha subito risposto a questa storia di due analisti finanziari che puntano a una grossa promozione. Ma ad attirare l’attenzione degli spettatori non è stata solo l’ormai famosa scena iniziale con la coppia che fa sesso in bagno durante un ricevimento di matrimonio, o il brivido di una relazione segreta in mezzo agli squali competitivi di Wall Street che la rende arrapantissima, o ancora la violenza in agguato dietro ogni angolo del centro di New York; è stato, invece, il fremito nostalgico che Domont e i suoi protagonisti (Alden Ehrenreich e Phoebe Dynevor) hanno saputo incanalare in modo così perfetto. Era un dramma trash e bollente, ambientato nel 2023 in una società finanziaria, però era realizzato e concepito come se fossimo ancora nel 1993: la perfetta ricostruzione di un thriller erotico vintage.

Indipendentemente dal fatto che Fair Play (ora disponibile su Netflix) riporti o meno in auge questo genere tanto vituperato, è sicuro che l’interesse per i thriller erotici è rinato. Il merito è di You Must Remember This, il fortunato podcast di Karina Longworth dedicato alla storia di Hollywood che, nell’ultimo anno, ha approfondito il discorso su questi potboiler squallidi con colonna sonora a base di sassofono degli anni ’80 e ’90, ossia la golden age del genere. Può darsi che i cinefili che lamentano la mancanza di sesso sugli schermi di oggi abbiano riscoperto i film piccanti di un tempo nel tentativo di togliersi quello sfizio. Oppure può essere semplice nostalgia per un’epoca tutt’altro che semplice. In ogni caso, questi film, spesso controversi e quasi sempre problematici, tornano a far aumentare i battiti e a far sudare le mani.

Ciò significa, ovviamente, che questo è il momento perfetto per stilare una classifica dei thriller erotici più trash, più sexy, più sordidi e migliori di tutti i tempi. A sorprenderci, durante la stesura di questa lista, non è stato solo il significato del termine quando si trattava di stabilire se un film appartenesse al genere o meno, ma anche il fatto che questo tipo di pellicole esiste da più tempo di quanto si pensi (ci sono parecchi thriller erotici importanti antecedenti alla golden age del periodo fra Reagan e Bush padre). Dai banchetti di pura lussuria ai neo-noir ad alta tensione, da Attrazione fatale a Cruel Intentions, questi 30 film ci rammentano che ci sono poche cose che il cinema sembra amare di più del sesso e della morte. Soprattutto quando i due elementi si combinano insieme e si accoppiano in un vicolo sul retro, al suono di sassofoni lamentosi.

30

A Venezia... un dicembre rosso shocking

Nicolas Roeg

1973

Tratto da un racconto di Daphne du Maurier, questo incubo lento e subliminale firmato da Nicolas Roeg instilla l’idea di “erotico” in una storia thriller grazie a una scena di sesso da urlo tra Julie Christie e Donald Sutherland, che interpretano una coppia in lutto che piange la morte per annegamento della loro bambina. Per anni quella sequenza montata ad arte è stata oggetto di speculazioni: gli attori lo stavano facendo per davvero? Ma c’è qualcosa di sensuale e affascinante in tutta l’opera, dalle calli inquietanti di Venezia alla presenza costante del colore rosso, che il John interpretato da Sutherland, alzando la testa dal suo lavoro di restauro di una chiesa, finisce per inseguire lungo ponti e strade vuote. Fino a giungere a quella che si rivelerà essere la sua fine. – Chris Vognar

29

Inseparabili

David Cronenberg

1988

Due gemelli identici, entrambi ginecologi, vanno a letto con la stessa donna senza dirle che sono due persone diverse. Sembra un’idea molto kinky, forse buona anche per commedia sexy, ma come al solito David Cronenberg ha in mente qualcosa di più e non vuole semplicemente stuzzicarci. Partendo da un romanzo di Bari Wood e Jack Geasland, il maestro canadese del body horror si immerge profondamente nella relazione simbiotica tra questi fratelli fisicamente indistinguibili, ma psicologicamente diversissimi. Jeremy Irons li interpreta entrambi, differenziando i due personaggi nell’atteggiamento, in modo da poterli distinguere a colpo d’occhio… questo almeno fino a quando le loro identità non iniziano a confondersi. A questo punto, una storia già eccezionale in sé diventa qualcosa di più complesso, più inquietante e più tragico, anche se lancia un amo ai feticisti dei gemelli alludendo alla possibilità di qualche scena hot con entrambi i personaggi di Irons. – A.A. Dowd

28

Angel Heart – Ascensore per l’inferno

Alan Parker

1987

A parte la storia di un misterioso cliente che assolda un investigatore privato per indagare sulla scomparsa di una cantante di nightclub, tutti quelli che hanno visto Angel Heart ricordano il film per la presenza di Mickey Rourke, qui all’apice del suo fascino anni ’80, e di Lisa Bonet, al suo massimo splendore da hot issue” di Rolling Stone, che si esibiscono in una delle scene di sesso più selvagge e conturbanti della storia del neo-noir (così forte che la RIAA è stata vicinissima ad attribuire la categoria X-rated al film). Il regista inglese Alan Parker è specializzato in atmosfere sensuali e immagini misteriose: tutto ciò gli è servito per creare questa miscela di sesso e malvagità che inizia nella New York degli anni ’50, ci porta al caldo estivo di New Orleans e infine ci accompagna là dove pochi si aspettano di finire… soprattutto gli spettatori. – Mosi Reeves

27

Blue Steel – Bersaglio mortale

Kathryn Bigelow

1989

La recluta della polizia Megan Turner (Jamie Lee Curtis) è al primo giorno di servizio, quando fa fuoco con la sua arma per sventare una rapina. Ma la pistola del malfattore ucciso non si trova, sulla scena del crimine: per questo i suoi superiori mettono in dubbio la sua versione dei fatti. Sospesa dal servizio, inizia una relazione con un broker (Ron Silver) che, guarda un po’, ha rubato proprio la 44 magnum sparita e la usa in giro per la città, disseminando bossoli con inciso sopra il nome di Megan. Questo thriller di Kathryn Bigelow (che ha generato qualche migliaio di tesi di laurea sulla forza, il genere e la valenza delle pistole come simboli fallici), lucidissimo e di un’eleganza impeccabile, non ha paura di superare il confine tra erotico e il patologico. Un esempio su tutti: la scena rovente in cui Silver lancia l’idea di usare la pistola d’ordinanza di Curtis nei loro giochi sessuali. – David Fear

26

Il tocco del Diavolo

Donald Cammell

1995

La trama è così esageratamente contorta che nemmeno Wikipedia riesce a riassumerla chiaramente: Anne Heche, bancaria e squillo, entra in qualche modo nell’orbita di un ricco e inquietante Christopher Walken. Da qui parte una serie di intrecci che richiedono diverse visioni per essere compresi. Tra gli squallidi sviluppi c’è una scena di sesso forzato, quasi pornografica, tra Heche e l’autista di Walken, Steven Bauer, e una famigerata performance amorosa tra Heche e Joan Chen che dura quasi quanto il secondo atto della Vita di Adèle. Però, al netto di questi titillamenti (che hanno fatto sì che Il tocco del Diavolo passasse ripetutamente sui canali della tv via cavo, a tarda notte, dopo che Heche ha fatto impazzire i tabloid quando è uscita la notizia che era la compagna di Ellen DeGeneres), il film si rivela un gioiello perverso e imperfetto, grazie alla sua star emergente e all’occhio folgorante del regista Donald “Performance” Cammell nella caratterizzazione dei personaggi e nelle angolazioni della macchina da presa. – M.R.

25

Lo sconosciuto del lago

Alain Guiraudie

2013

Su una spiaggia nudista dove gli uomini stazionano, si abbronzano e rimorchiano, Franck (Pierre Deladonchamps) incrocia lo sguardo di Michel (Christophe Paou), uno sconosciuto affascinante; poi lo vede annegare di proposito un altro uomo nel lago. Quel crimine perpetrato a sangue freddo complica l’attrazione che Franck prova per lui ma non la spegne, nemmeno di fronte a un detective che inizia a indagare e a fare domande. Il thriller francese di Alain Guiraudie, freddo e maliziosamente minaccioso, studia il contesto isolato in cui si svolge con lo sguardo distaccato del naturalista che osserva un ecosistema chiuso, dedicando particolare attenzione ai rituali di corteggiamento e ai preliminari. Alcuni hanno letto un’allegoria dell’AIDS nella commistione di desiderio e pericolo del film, ma Lo sconosciuto del lago parla di qualcosa di ancora più primordiale e meno specifico: il tango eterno di Eros e Thanatos, e il modo in cui la ricerca dell’altro può diventare una sorta di omicidio del sé. – A.A.D.

24

L’amore infedele – Unfaithful

Adrian Lyne

2002

Pochi registi hanno contribuito a definire il thriller erotico come Adrian Lyne, i cui film, eleganti e sensuali, si sono ispirato allo zeitgeist squallido degli anni ’80 e ’90 come pochi altri. Anche se ne avrebbe fatto un altro (Acque profonde, 2022), questa operazione bancomat d’inizio XXI secolo sembra chiudere un’epoca: un dramma sul tema dell’adulterio che spesso ricorda l’effetto dei postumi di una notte brava. Sensuale e arcigna allo stesso tempo, Diane Lane interpreta una madre e moglie (di Richard Gere, nientemeno) la cui vita perfetta è ribaltata dagli incontri roventi con uno sconosciuto sexy (Olivier Martinez). Lyne avrebbe potuto limitarsi a fare una rivisitazione in chiave genderswap del suo blockbuster Attrazione fatale, ma questo contributo al genere molto sottovalutato è un racconto decisamente più sfumato e profondo, che analizza le conseguenze del peccato senza peraltro sminuirne i piaceri. – Jason Bailey

23

Cruel Intentions – Prima regola non innamorarsi

Roger Kumble

1999

Il thriller erotico si sposta alle scuole superiori, in questa rivisitazione deliziosamente zozza e sciocca delle Relazioni pericolose firmata Roger Kumble. Il film ricolloca brillantemente il gioco sessuale dalla Francia del XVIII secolo all’Upper East Side del XX secolo, e nel cast vanta un gruppo di star emergenti. Sarah Michelle Gellar e Ryan Philippe sono una coppia di fratellastri complici che si desiderano l’un l’altra e fanno una scommessa che prevede di sedurre la nuova ragazza della scuola, una biondina innocente interpretata da Reese Witherspoon. Gellar dà il meglio di sé nei panni dell’arrapatissima Kathryn Merteuil, che non riesce a smettere di mettere mano al crocifisso pieno di cocaina che porta al collo per farsi una bottarella, e il film si abbandona a tutto ciò che è meravigliosamente scandaloso, compreso il filo di saliva che indugia tra le bocche di Gellar e di Selma Blair nella famigerata scena della loro slinguata. – Esther Zuckerman

22

Seduzione pericolosa

Harold Becker

1989

Questo mash-up elegante di thriller erotico e procedural poliziesco ha resuscitato la carriera di Al Pacino e ha reso Ellen Barkin una star. Un poliziotto esaurito (esistono altri tipi di poliziotti, in questo genere?) sta indagando su un serial killer che uccide gli uomini che pubblicano inserzioni per fare nuovi incontri. Così ne pubblica una e si mette a fare da esca: tutto ok, finché non scocca la scintilla con una vamp fatalona che, ben presto, diventa anche il suo sospettato numero uno. Pacino ci ricorda perché negli anni ’70 era così popolare, ma la chiave del successo del film è Barkin, che è perfettamente a fuoco e, nella scena più memorabile, guida il loro primo incontro sessuale come un cacciatore che stuzzica la sua preda. – J.B.

21

Omicidio a luci rosse

Brian De Palma

1984

Brian De Palma si è ispirato alla sua passione per Alfred Hitchcock per questo pastiche scabroso che mescola La finestra sul cortile e La donna che visse due volte, con Craig Wasson nei panni di un attore nevrotico e disoccupato che usa un telescopio per spiare la vicina sexy di un amico. Mentre i thriller di Hitch degli anni ’50 potevano solo accennare a dove potesse portare il voyeurismo compulsivo di un uomo, questo film lo descrive in modo esplicito. Il protagonista diventa ossessionato da due donne (interpretate da Deborah Shelton e da una giovane e vivace Melanie Griffith) che lo adescano e lo stuzzicano, conducendolo in un viaggio per Los Angeles che si dipana dai centri commerciali di Beverly Hills (con tanto di ascensori di vetro, perfetti per spiare) all’industria del porno. È violento, squallido, completamente sopra le righe, e presenta una riflessione arguta sulla falsità del mondo del cinema… e su come a tutti noi piaccia guardare. – Noel Murray

20

La piscina

Jacques Deray

1969

Jean-Paul (Alain Delon) e Marianne (Romy Schneider), due europei bellissimi che hanno preso in prestito la casa delle vacanze di un amico, fanno scorpacciate di sole e sesso pomeridiano a Saint-Tropez. Poi entrano in scena Harry (Maurice Ronet), un vecchio amico di Jean-Paul (ed ex amante di Marianne), e la sua conturbante figlia diciottenne (Jane Birkin): sono passati di lì per salutare e accettano un invito improvvisato a rimanere per un po’. La tensione tra i quattro ben presto aggiunge un senso di soffocamento claustrofobico al caldo estivo della Costa Azzurra. La domanda non è se accadrà qualcosa di brutto, ma solo chi sarà il colpevole e chi la vittima. Grazie a un recente restauro e a una sorta di remake (A Bigger Splash di Luca Guadagnino, ndt), questo thriller di Jacques Deray è passato da essere un film di culto misconosciuto allo status di classico riscoperto. Per quanto riguarda l’etichetta “erotico”, be’… se non vi eccita vedere due delle più belle persone che siano mai comparse su uno schermo rotolarsi seminude sul bordo della piscina di una villa di lusso, forse è meglio che vi controlliate il battito cardiaco. – D.F.

19

L’amore bugiardo – Gone Girl

David Fincher

2014

Amy (Rosamund Pike) è scomparsa e sembra proprio che dietro la sua sparizione ci sia il marito Nick (Ben Affleck), un uomo molto freddo. Ma è davvero lui il cattivo in questa relazione? Giocando con i ruoli di genere e con l’insondabilità dei matrimoni altrui, l’adattamento di David Fincher del bestseller di Gillian Flynn diverte diabolicamente, mentre capovolge tutte le aspettative e le nostre convinzioni. Erotismo e omicidio sono strettamente legati (soprattutto quando lo sfortunato personaggio secondario interpretato da Neil Patrick Harris viene irretito dalla coppia) e Pike e Affleck sono entrambi eccezionali nei panni di persone che, in un certo senso, a loro volta interpretano dei ruoli nella loro fragile situazione di stallo domestico. Svelando ciò che è successo ad Amy, Fincher scava nei risentimenti stratificati che si accumulano dopo i “sì, lo voglio”, rivelando la natura di elaborato mindfuck del matrimonio. – Tim Grierson

18

Il quarto uomo

Paul Verhoeven

1983

Quasi un decennio prima di armare di punteruolo una Sharon Stone poliamorosa, il regista Paul Verhoeven ha ingaggiato la sua bionda hitckcockiana preferita, Renée Soutendijk, per quello che, a posteriori, sembra una prova generale di Basic Instinct (a parte, forse, la scena del Cristo che viene stuzzicato sulla croce). Fluidità sessuale, lame castranti e visioni premonitrici giocano tutte un ruolo nella storia di uno scrittore bisessuale (Jeroen Krabbé) che si innamora di un’estetista rimasta vedova tre volte (Soutendijk). Inizia a sospettare che lei abbia ucciso i suoi mariti… e lui è il prossimo della lista. Nella scialba città portuale di Vlissingen, Soutendijk sfoggia un vestito rosso con una pettinatura alla Kim Novak e Verhoeven la paragona a un ragno che tesse elegantemente la sua tela. – Scott Tobias

17

Doppio taglio

Richard Marquand

1985

Lo sceneggiatore Joe Eszterhas merita davvero un posto nella Hall of Fame dei thriller erotici (è lui che ha scritto Basic Instinct, Sliver e Jade!) e si è affermato subito con questa pietra miliare degli anni ’80 in cui l’avvocata penalista interpretata da Glenn Close torna a esercitare esclusivamente per difendere l’editore di giornali Jeff Bridges. Sua moglie è stata assassinata brutalmente, lui è il sospettato principale e lei è determinata a dimostrarne l’innocenza. Il fatto che i due comincino anche ad andare a letto insieme durante il processo confonde un po’ le acque, soprattutto quando l’avvocata, innamorata, comincia a dubitare che lui stia dicendo la verità. Il regista Richard Marquand continua ad alzare la tensione, mentre Bridges utilizza subdolamente come un’arma il suo bell’aspetto e il suo fascino rilassato da surfista californiano. – D.F.

16

Swimming Pool

François Ozon

2003

Il regista francese François Ozon indaga sugli istinti più bassi che alimentano questa storia cupissima, arrapata e hitchcockiana con protagonista la giallista inglese e autrice di vari bestseller Sarah Morton (Charlotte Rampling), una zitella di mezza età annoiata dalla formula “sangue, sesso e denaro” che alimenta il suo stantio successo. Così il suo editore le offre un soggiorno nella sua villa nel Sud della Francia per stimolarne la creatività. L’improbabile musa dell’autrice diviene Julie (Ludivine Seigner), la figlia promiscua dell’editore. Arriva senza preavviso e il suo filotto di avventure di una notte turbano Sarah, amareggiata e scossa; ma poi va a curiosare nel diario di Julie alla ricerca di idee per una storia. La tensione arriva al culmine quando la loro reciproca attrazione per un bel ragazzo di città porta a una notte bollente in casa, a un bagno completamente nudi e a un omicidio alimentato dalla gelosia. – Stephen Garrett

15

Inserzione pericolosa

Barbet Schroeder

1992

Tratto dal romanzo di John Lutz del 1990 SWF Seeks Same, il film di Barbet Schroeder ci ha insegnato che non ci si può fidare dei coinquilini. Allie (Bridget Fonda), progettista di software e reduce da una separazione, affitta una stanza del suo appartamento a Hedra (Jennifer Jason Leigh), che risponde a un annuncio. Hedra diventa ossessivamente protettiva nei confronti della sua nuova amica, arrivando a truccarsi e vestirsi come lei per cercare una vendetta omicida nei confronti di un capo arrapato. Il film oscilla tra il genere slasher e il thriller (non guarderete mai più un tacco a spillo allo stesso modo) e la fissazione di Hedra per Allie è un rompicapo che richiederebbe un team di psichiatri per essere risolto. Un altro buon motivo per vivere da soli. – Emily Zemler

14

La mia peggiore amica

Katt Shea

1992

Benvenuti al momento fondativo della rinascita di Drew Barrymore del 1992, uno dei ritorni allo showbiz più sconvolgenti di sempre. Prima di questo film, Barrymore era un’ex baby star con una carriera in fase di stallo. Poi ha accettato questo ruolo e da quel momento non è più stata fuori dai riflettori per un solo minuto. Il regista Katt Shea, collaboratore di lunga data di Roger Corman, dà un tocco grunge a una storia che ci è familiare: una famiglia viene presa di mira da una ragazza folle che vuole entrare a farne parte, e non le importa chi dovrà uccidere per farlo. Drew interpreta un’adolescente criminale tatuata di nome Ivy, che diventa migliore amica della compagna di classe credulona Sara Gilbert. La ragazza ammalia la madre (la Cheryl Ladd di Charlie’s Angels!) e fa sesso sotto la pioggia con il padre (un Tom Skerritt magro come non mai). Drew sfodera tutta la sua carica animale, sapendo che questa era la sua ultima occasione; ha continuato a interpretare ruoli da bad girl in Bella e dannata – Guncrazy, Una folle stagione d’amore e The Amy Fisher Story. – Rob Sheffield

13

Mulholland Drive

David Lynch

2001

Rita Hayworth una volta ha detto: “Gli uomini vanno a letto con Gilda, ma poi si svegliano con me”. In Mulholland Drive, il personaggio di Laura Harring sopravvive a un incidente d’auto, ma perde la memoria. Quindi adotta il nome di Rita vedendo un poster del film Gilda, e da lì in poi tutti quelli che vanno a letto con Rita si svegliano confusi. Il regista David Lynch ha definito il film “una storia d’amore nella città dei sogni”, ma in questo modo si sminuiscono il mistero e la tensione che vorticano intorno a Rita e al personaggio di Naomi Watts, Betty Elms. Le due donne vanno nel bizzarro Club Silencio, in un appartamento appartenente a una misteriosa signora appena deceduta, e poi finiscono sul divano di Elms, dove scoprono il loro amore reciproco. In modo totalmente lynchiano, a metà del film tutto si capovolge: Harring e Watts si trasformano e parte un triangolo amoroso con il personaggio di Justin Theroux. “Vuoi sapere chi sei, vero?”, chiede Elms a un certo punto. Ma c’è qualcuno che lo sa, in mezzo a questo rompicapo così difficile? – Kory Grow

12

La donna che visse due volte

Alfred Hitchcock

1958

Tra le pellicole pioniere del thriller erotico in assoluto, quest’immersione profonda e oscura di Hitchcock nell’ossessione sessuale porta lo spettatore a condividere la frenesia dell’eroe tragico e impotente impersonato da Jimmy Stewart, che sottopone Kim Novak a una trasformazione radicale. Lavorando in quell’area grigia fra il rantolo di morte del Codice Hays e il varo del sistema di classificazione dei film, Hitchcock non ha avuto bisogno di nudità o di scene esplicite per comunicare un erotismo quasi allucinato. Raramente sesso e morte sono stati così inestricabilmente legati. Esisterebbero De Palma e Verhoeven senza La donna che visse due volte? – C.V.

11

Eyes Wide Shut

Stanley Kubrick

1999

L’ultimo film di Stanley Kubrick ha fatto scalpore già prima della sua uscita, date le voci che suggerivano che potesse essere troppo hot per i multisala americani. E, in effetti, è davvero piccante, tanto che la scena centrale dell’orgia in maschera viene ancora oggi imitata. Anche se è ambientato in appartamenti di lusso e ville newyorkesi, il film ruota attorno a un uomo piuttosto semplice: un marito geloso e scontroso (Tom Cruise in una delle sue interpretazioni più raffinate e fragili) che si agita a tal punto, nell’ascoltare i desideri erotici segreti della moglie (Nicole Kidman), da mettersi a vagare per la città annebbiato dall’eccitazione e dalla gelosia. Alla fine si imbatterà in cadaveri e in serate sessuali clandestine, prima di incappare in persone molto potenti. Come i migliori thriller erotici, anche questo traccia un legame diretto tra frustrazione sessuale e pericolo mortale. Ricordate: “Fidelio” è la parola d’ordine per entrare, ma potrebbe non essere la parola d’ordine per la casa… – N.M.

10

In the Cut

Jane Campion

2003

La geniale Jane Campion è riuscita a girare una delle rivisitazioni più intelligenti e artistiche del thriller erotico senza perdere un grammo del fascino pericoloso che rende il genere così attraente. L’ex reginetta delle commedie romantiche Meg Ryan è Frannie Avery, insegnante d’inglese in una New York post-11 Settembre decisamente lugubre, che raccoglie parole e frasi nel suo quadernetto. L’arto mozzato di una vittima di un serial killer, rinvenuto nel giardino del suo condominio, porta alla soglia di Frannie il detective Malloy, interpretato da Mark Ruffalo. La loro relazione, mentre la minaccia dell’assassino si avvicina, è passionale e paranoica allo stesso tempo e, di conseguenza, decisamente affascinante. – E.Zu

9

Vestito per uccidere

Brian De Palma

1980

Uscito durante quel periodo incredibile tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 in cui Brian De Palma era il re dei thriller hitchcockiani per adulti, Vestito per uccidere oggi probabilmente non potrebbe essere girato (o, almeno, non con un budget multimilionario hollywoodiano). Come Cruising, un altro film sexy e controverso uscito sempre nel 1980, flirta con l’idea di persone non eteronormative nei panni di assassini devianti, anche se non è del tutto chiaro se l’omicida che fa a pezzi Angie Dickinson in un ascensore, sia motivato dal desiderio o dalla rabbia. Nel ruolo dell’unica testimone dell’omicidio, l’allora moglie del regista Nancy Allen offre un’interpretazione straordinaria (da nomination ai Golden Globe), e il modo in cui si cala nel personaggio di scaltra sex worker contribuisce in modo determinante a un film che lentamente, ma inesorabilmente, rapisce il pubblico a suon di colpi di scena ricchi di suspense. Non si può dire che il film sia “sexy”, ma si percepisce una tensione sessuale costante. De Palma eccelle nel gestire le sfumature del desiderio e del tormento umano, quindi, anche se la storia può risultare sgradevole per gli spettatori femministi (che all’epoca bollarono come particolarmente offensiva una scena con un trapano vistosamente fallico), è anche coinvolgente. Decidere da che parte sta il regista, se da quella dei devianti o da quella dei normali, è parte dell’intrigo e del divertimento. – M.R.

8

Basic Instinct

Paul Verhoeven

1992

“È cattiva! È geniale!”. Con queste quattro parole, Jeanne Tripplehorn non solo riassume la trama di Basic Instinct, ma fotografa l’intera filosofia del thriller erotico. Il regista Paul Verhoeven e lo sceneggiatore Joe Ezsterhas hanno dato il via a una golden age del genere, negli anni ’90, con quest’opera magna in salsa trash che ha sintetizzato tutti i temi del thriller erotico in un blockbuster patinatissimo. Sharon Stone è una scrittrice di romanzi gialli seducente e potrebbe essere (o non essere) un’assassina seriale che tiene un punteruolo sotto il letto. Come sempre nei thriller erotici, la vanità maschile è protagonista: qui è personificata da un certo paio di chiappe e dalla decisione discutibile di Michael Douglas di fargli prendere aria. Lui è il poliziotto idiota che indaga su di lei per l’omicidio di una rockstar; quanto a Sharon Stone, si diverte con la sua energia spudorata da cattivissima. Nella sua scena più famosa (e spesso imitata), accavalla le gambe durante un interrogatorio della polizia, rivelando di non indossare le mutandine; Stone ha giurato spesso di non sapere assolutamente che le telecamere le stavano immortalando la vulva. Per Basic Instinct è stata pagata 500mila dollari, mentre Douglas ha preso 14 milioni, ovvero 7 milioni a chiappa. Ma lei con quel ruolo è diventata una star. Ed è grandiosa anche nel sequel: no, non Basic Instinct 2, ma il sequel spirituale, ovvero il campione d’incassi del 1993 Sliver, scritto sempre da Ezsterhas, dove impersona un’architetta che desidera vivere emozioni forti (“Lascia perdere Pavarotti, voglio andare a vedere i Pearl Jam!”). – R.S.

7

Lussuria – Seduzione e tradimento

Ang Lee

2007

In questa storia di inganni e tradimenti sullo sfondo dell’occupazione giapponese di Shanghai firmata Ang Lee, il sesso può essere una forma di imbroglio o l’unico momento di onestà tra due persone. Può essere un atto di violenza, una forma di gioco o un’espressione di desiderio, prevaricazione o amore. Ma ha sempre un significato, anche se le parti coinvolte lo interpretano in modi diversi. Adattando al grande schermo un romanzo di Eileen Chang, il regista della Tigre e il dragone usa le scene di sesso esplicito come un’estensione della morale torbida in cui sguazza il film. Tang Wei interpreta Wong Chia Chi, una studentessa universitaria patriottica legata a un gruppo clandestino che vuole assassinare Yee (Tony Leung), un potente collaboratore del governo fantoccio al potere. Scelta per sedurre Yee, Chia Chi subito diventa vittima della crudeltà di lui, poi diviene sua amante; in preda a sentimenti contrastanti, arriva infine a dubitare della sua missione. Il film è scomodo ed esplicito, una combinazione che gli ha fatto ottenere un rating NC-17 negli Stati Uniti e ha portato Tang a un esilio di diversi anni dall’industria cinematografica cinese. Ma la sua rappresentazione, complessa e magistrale, di come il sesso possa accecare chi ne è in preda (la lussuria non solo calpesta la prudenza, ma anche gli ideali politici, l’amicizia e tutto ciò che incontra sul suo cammino) ne ha garantito il valore nel tempo. – Keith Phipps

6

Brivido caldo

Lawrence Kasdan

1981

Quando lo si vede per la prima volta nudo che dà le spalle alla macchina da presa zuppo di sudore dopo la sua ultima conquista erotica, William Hurt è un delizioso bambolotto sexy senza cervello, in questo neo-noir seminale di Lawrence Kasdan. Il suo personaggio di Ned Racine, immobiliarista da quattro soldi della Florida, è una versione sexy e inetta di Fred MacMurray nella Fiamma del peccato, mentre la Barbara Stanwyck di questa storia è la Matty Walker interpretata da Kathleen Turner, sicura di sé e dalla voce profonda, che dice del suo bersaglio: “Non sei troppo intelligente. Questo mi piace in un uomo”. Brivido caldo si basa sulla classica premessa di una femme fatale che convince l’amante a farle fuori il marito in cambio di denaro. Ned non è così stupido o corrotto da non rendersi conto che sta facendo qualcosa di sbagliato, ma Matty semplicemente lo travolge coi suoi trucchetti sessuali, che il regista Lawrence Kasdan mette in scena con un’intensità irrefrenabile, tanto da far sembrare gli errori di Ned del tutto razionali. Un futuro in cui Ned e Matty sono liberi di esibirsi in acrobazie sessuali notturne nella brezza leggera della costa della Florida sembra un’idea irresistibile. E se qualche riccone dovrà pagare con la vita, è un prezzo relativamente basso. – S.T.

5

Sex Crimes – Giochi pericolosi

John McNaughton

1998

Una coltre di umidità e squallore incombe sulle Everglades della Florida in questo thriller del 1998 per la regia di John McNaughton: un film con così tanti colpi di scena che non si capisce esattamente chi stia truffando chi fino ai titoli di coda. Il consulente scolastico Sam Lombardo (Matt Dillon) diventa un paria della comunità quando due sue studentesse – la ricca Kelly Van Ryan (Denise Richards) e l’emarginata Suzie Toller (Neve Campbell) – lo accusano di stupro. Ma aspettate! Non solo mentono, ma sono in combutta con Sam per alleggerire la madre di Kelly dei suoi soldi e poi fare sesso a tre annaffiato da champagne. Ci sono degli omicidi, e due poliziotti capiscono che qualcuno sta mentendo. È un thriller erotico al 100%, che incarna appieno la sordidezza del genere con alcune scene memorabili tra ragazze in piscina, mentre il sergente Ray Duquette (Kevin Bacon) osserva tutto con una videocamera. Bacon una volta ha detto che la sceneggiatura era “la schifezza più trash” che avesse mai letto, il che è forse il complimento più grande che un film come questo possa ricevere: del resto non si può negare quanto Sex Crimes – Giochi pericolosi sia smaccatamente osceno. È, comunque, il tipo di film che ti lascia con il bisogno impellente di farti subito dopo una doccia, fredda o meno che sia. – E.Ze

4

Attrazione fatale

Adrian Lyne

1987

Forse nessun thriller erotico ha avuto un impatto più duraturo (nel bene e nel male) nell’immaginario collettivo di questa pietra miliare anni ’80 firmata Adrian Lyne: anche se non l’avete visto, comunque lo conoscete. L’uomo sposato Dan Gallagher (Michael Douglas, nel fiore dei suoi anni) ha una vita perfettamente piacevole con la moglie (Anne Archer), ma inizia una relazione con Alex Forrest (Glenn Close), una donna dalla chioma selvaggia. Lei ben presto si fa violenta e possessiva; a un certo punto, mette persino a bollire un coniglietto. Ma ridurre Attrazione fatale a questi elementi significa perdersi le sfumature del lavoro di Lyne. La rovina definitiva di Dan non deriva da quella relazione con la donna sbagliata, ma dal fatto che Douglas lo interpreta come uno sciocco egoista che non riesce a dominarsi. Nel frattempo, anche se il nome di Alex Forrest è diventato sinonimo di “stronza pazza”, Close dona profondità a questa donna respinta, interpretandola come una persona alle prese coi propri problemi psicologici. L’intesa tra i due è ovviamente notevole e, quando entrano in rotta di collisione va in scena l’incontro perfetto tra due persone che sono i propri peggiori nemici. – E.Zu

3

L’ultima seduzione

John Dahl

1994

Lo straordinario neo-noir di John Dahl osa porre la domanda: cosa succederebbe se si prendesse la femme fatale più spietata della storia del cinema e la si trasformasse in un’eroina? Bridget Gregory (Linda Fiorentino), mantide religiosa in tacchi a spillo, gestisce col pugno di ferro un’azienda di telemarketing e, per arrotondare, convince anche il marito (Bill Pullman) a rubare e spacciare della cocaina farmaceutica dall’ospedale dove lavora. Quando lui porta a casa il bottino, però, Bridget decide di mollarlo. Facendo tappa a Nord di New York, in viaggio verso Chicago, mette momentaneamente gli occhi su uno stallone giovane e sciocco di nome Mike (il futuro regista Peter Berg) che incontra in un bar. E, all’improvviso, la nostra amica opportunista vede all’orizzonte non solo un capro espiatorio, ma anche un potenziale guadagno ancora più sostanzioso. Da una colonna sonora così smaccatamente jazz da sembrare una parodia della musica dei thriller erotici fino all’interpretazione di Fiorentino, che ha segnato la sua carriera, questo gioiello del genere rimane una delizia noir anni ’90. Tuttavia, ciò che probabilmente ricorderete più nitidamente dell’Ultima seduzione è l’apice della scena di sesso, una prestazione molto atletica che vede Bridget condurre il gioco mentre è aggrappata a una rete di recinzione. Anni dopo, Berg ha ricordato che mentre lui e Dahl cercavano di capire come coreografare la sequenza, Fiorentino ascoltava silenziosa, in disparte. Poi, apparentemente già calatasi nel personaggio, “ha buttato la sigaretta, mi ha guardato e mi ha detto di chiudere quella cazzo di bocca, di togliermi i pantaloni e di mettermi contro la recinzione”. Il resto è, be’, storia. – D.F.

2

Mademoiselle

Park Chan-wook

2016

Park Chan-wook si è fatto conoscere con film violentemente provocatori come Mr. Vendetta e Oldboy. Ma quando ha rivolto la sua attenzione a Ladra, il romanzo storico di Sarah Waters del 2002, il regista sudcoreano ha realizzato un’opera audace e scandalosamente erotica: una storia di perversioni, incontri saffici, doppi giochi ingegnosi e vero amore trovato nel più inospitale degli ambienti. Ambientato in Corea negli anni ’30, quando il Paese era sotto l’occupazione giapponese, il film segue Sookee (Kim Tae-ri), una bella ladra che si allea con un falsario (Ha Jung-woo) per truffare un’ereditiera, Hideko (Kim Min-hee). Sookee diventa l’ancella di Hideko, ma le complicazioni si susseguono quando la ladra inizia a provare dei sentimenti per questa giovane donna sola e infelice. Si susseguono flashback, rivelazioni e tradimenti. I colpi di scena incalzano, ma la sorpresa più grande del film è che Park si è dimostrato pronto a sognare in modo così audace da creare un thriller erotico complesso, divertente, brillante e depravato al punto da aprire un nuovo capitolo in una carriera già molto avviata. Il regista non lesina sugli spargimenti di sangue e sulle scenografie virtuose che lo contraddistinguono, solo che ora è tutto legato a una storia drammatica dolorosamente romantica che ha dato vita, senza dubbio, al film più perverso di quell’annata. – T.G.

1

Bound – Torbido inganno

Lana Wachowski, Lilly Wachowski

1996

Probabilmente nessuno, su un set, ha mai sprigionato più chimica sessuale di Gina Gershon e Jennifer Tilly in Bound – Torbido inganno. Dal momento in cui Corky, la factotum ex detenuta interpretata da Gershon, incrocia in un ascensore lo sguardo di Violet, la bellissima ragazza malavitosa cui dà il volto Tilly, la fiamma che si accende fra loro minaccia di fare un buco nello schermo. Alla fine consumeranno la loro attrazione reciproca in una scena di sesso caldissima. Ma anche prima di quel momento i loro incontri fremono di allusioni e tensioni: è tutto un ribollire di desiderio sfrenato che catapulta il debutto di Lana e Lilly Wachowski ai vertici del genere. Sebbene sia stato Matrix a catturare definitivamente l’immaginario di tutto il mondo, questo è stato il film che ha consacrato le sorelle Wachowski come abili remixer. Questa pietra miliare del neo-noir degli anni ’90 è allo stesso tempo una pellicola classica e postmoderna, in uno scenario degno di Billy Wilder (e di vari archetipi della Golden Age) visto attraverso una lente esplicitamente queer, con una delle rappresentazioni dell’amore lesbico più schiette mostrate in un film mainstream fino a quel momento. Lavorando con un budget tiratissimo, i registi hanno trasformato i loro limiti in punti di forza, costruendo la suspense intorno all’ambientazione di un appartamento limitato tanto quanto la tempistica a disposizione. Una volta che le due donne mettono in atto il loro pericoloso piano di fuga, che prevede di rubare una borsa di denaro sottratto al fidanzato mafioso di Violet (Joe Pantoliano), il film si trasforma in un affannoso susseguirsi di complicazioni. Tuttavia, più che gli scherzi crudeli del destino e gli ostacoli che si accumulano, ad alimentare il film è la fame che le due eroine hanno l’una dell’altra, ma anche di qualcosa di più di ciò che la vita ha riservato loro. Molti thriller erotici si sforzano di sintonizzare la libido del pubblico su quella dei protagonisti, Bound invece vuole farci entrare nelle loro anime. Cosa c’è di più erotico e più eccitante? – A.A.D.

Da Rolling Stone US

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