Duemila addominali e sessioni di allenamento da sei ore ogni giorno per Southpaw – L’ultima sfida. Venti chilometri di corsa al giorno per somigliare il più possibile a un coyote dal volto umano per Lo sciacallo – Nightcrawler. Settimane di studio di equitazione, arrampicata, tiro di spada per Prince of Persia – Le sabbie del tempo. Per Road House, remake di Doug Liman del film cult anni ’80 Il duro del Road House, disponibile su Prime Video dal 21 aprile, il workout ce lo svela un video di Men’s Health: Jake Gyllenhaal è un Ercole contemporaneo alle prese con corde, catene, va su e giù, è senza maglietta, sudato (a un certo punto ho il dubbio di essere finito sul sito di SeanCody), tira corde, dà calci, pugni, mentre gli ultimi frammenti di eterosessualità volano via da questo mio corpo non conforme, nel senso che è distante anni luce dai volumi rotondi e le forme tornite di Jake.
La vita di Jake Gyllenhaal è l’inferno dei pigri? Un girone dantesco dove gli zuccheri sono banditi, i carboidrati sono rigorosamente brown, le verdure cotte solo con la vaporiera? È la manifestazione in purezza del looksmaxxing, come quel trend su TikTok, cioè la massimizzazione della propria attrattiva fisica e mascolina? Gli articoli, i blog, i video che promettono di svelarci i segreti dei suoi allenamenti – e quindi ci illudono di poter diventare come lui – compongono una bibliografia che racconta diete e regimi alimentari definiti punitivi, folli, addirittura “weird”, cioè fuori dal normale, e comunque solo alla portata di chi può permettersi un personal trainer, che a Hollywood è più un demiurgo capace di plasmare corpi da divinità greche.
Jake Gyllenhaal è (anche) il suo corpo. Ma il suo corpo è diventato la sua carriera? Nel 2005 è protagonista di Jarhead, film firmato Sam Mendes tratto dall’omonima autobiografia dell’ex marine Anthony Swofford, inviato in missione in Kuwait durante la prima guerra del Golfo. È qui che scopriamo per la prima volta il corpo nudo di Jake Gyllenhaal. C’è una scena in cui balla con addosso solo un cappellino di babbo natale sulla testa, un altro a coprire i gioielli di famiglia è un perizoma; poi lo rivediamo mentre fa la doccia, i video girano subito su internet, c’è grande eccitazione – letteralmente – nella comunità, ma non solo. Il film non convince la critica e i botteghini (e infatti chi se lo ricorda più), ma principia l’idealizzazione del corpo di Jake.
Il 2005 è, tra l’altro, l’anno più importante della sua carriera (oggi diremmo che c’era dietro una “strategia”). Jarhead esce nelle sale quasi in contemporanea con I segreti di Brokeback Mountain, in cui Jake interpreta un cowboy omosessuale che si innamora di Ennis, interpretato da Heath Ledger. È il film della consacrazione dei due attori, fa incetta di premi (tra cui il Leone d’oro a Venezia), viene considerato uno dei migliori film di tutti i tempi sull’amore omosessuale. Fu – e lo è tutt’oggi in molti Paesi – oggetto di censura, fece scandalo per le scene di sesso, ai tempi si vociferava addirittura di una presunta bisessualità di Jake. La “strategia” è vincente: Jake è sulla bocca di tutti, è destinato a grandi cose. Che fosse un attore promettente lo si profetizzava, in realtà, già nel 2001, anno in cui interpreta un adolescente affetto da schizofrenia in Donnie Darko, film d’esordio del regista Richard Kelly che gli darà molta popolarità. Il New York Times ai tempi si sbottona e dice che è lontano solamente un paio di grandi ruoli dal diventare una star. Ci avevano visto giusto? Sì. Forse.
Cosa succede dopo il 2005? Prendo la filmografia di Jake Gyllenhaal e la divido a metà: da una parte ci metto i film di cui si è parlato per le sue capacità attoriali, quindi Zodiac di Fincher, il già citato Nightcrawler (ve lo ricordate, vero?), End of Watch – Tolleranza zero, Animali notturni, Stronger – Io sono più forte (qualcuno se lo ricorda?). Dall’altra, quelli di cui abbiamo ricercato online le sue scene di nudo: in Amore & altri rimedi Jake ci offre quasi un full frontal. Velvet Buzzsaw ce lo ricordiamo solo perché a un certo punto è nudo su una chaise longue. Di Prince of Persia ho in mente dei voluminosi bicipiti. Il corpo statuario di Jake lo ritroviamo, dicevamo, in Southpaw e nell’ultimo Road House. Con annessi video e immagini di allenamenti a torso nudo che, anche questi, abbiamo riguardato volentieri.
In un’intervista di qualche anno fa al Guardian, Jake ha rivelato di litigare spesso con la sorella Maggie. Pare che lei gli abbia suggerito più volte che non deve per forza cambiare il suo corpo per interpretare un personaggio. Lui le ha risposto che ci sono alcuni momenti in cui è d’accordo e altri no. Noi saremmo pure d’accordo con Maggie, ma siamo sicuri che oggi saremmo qui a parlare di Jake?