Le 10 migliori interpretazioni di Donald Sutherland | Rolling Stone Italia
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Le 10 migliori interpretazioni di Donald Sutherland

Da ‘Quella sporca dozzina’ a ‘Hunger Games’, i nostri film preferiti della star che ha virtualmente incarnato gli anni ’70 e ha fatto un lavoro straordinario sullo schermo per sessant’anni

Le 10 migliori interpretazioni di Donald Sutherland

Foto: Foto: Lionsgate/Everett Collection; 20th Century Fox/Everett Collection; United Artists/Everett Collection

Donald Sutherland, morto giovedì all’età di 88 anni, aveva una visione molto umile della sua carriera. “Ho soltanto perseguito il processo creativo dentro di me il più vigorosamente possibile”, ha detto nel 1993. “E l’ho trovato molto divertente, un gran piacere”.

Il piacere è stato nostro: pochi attori della sua generazione erano così affidabili in tanti panni e generi diversi. Quasi ogni necrologio sottolinea che, anche se Sutherland è stato insignito di un Oscar onorario nel 2018, non ha mai ricevuto una nomination dall’Academy, il che è un atto d’accusa su come i votanti abbiano costantemente (e vergognosamente) trascurato la sottile versatilità che gli ha permesso di impersonare una miriade di ruoli. Ma è un dato di fatto, anche senza premi a celebrarlo.

In onore di Sutherland, abbiamo cercato di mettere insieme le sue 10 migliori interpretazioni. Purtroppo questo significa lasciare da parte il lavoro straordinario che ha fatto in adattamenti letterari come Orgoglio e pregiudizio e in biopic sportivi ricchi di sfumature come Without Limits. Quindi lasciamo che le nostre 10 scelte servano semplicemente da punto di partenza per celebrarne la sua eredità vitalissima e non lasciare che questa sia la fine. In effetti ci sono molte altre gemme di questo grande attore, che ha dato così tanto alla sua arte insistendo sempre nel fare il lavoro più semplice e onesto possibile.

Quella sporca dozzina

Robert Aldrich

1967

Foto: Everett Collection

Visto che Sutherland è noto soprattutto per le sue interpretazioni drammatiche, il ruolo rivoluzionario nell’avvincente film di guerra di Robert Aldrich viene spesso trascurato. L’attore aveva poco più di trent’anni quando ottenne la parte del goffo Vernon Pinkley, uno dei membri della squadra scalcinata di truffatori e criminali reclutati per combattere per lo Zio Sam. Il ghigno che Sutherland porta in ogni scena – specialmente durante una sequenza in cui viene usato per fingere di essere un severo generale che fa ispezioni – è una delle migliori caratteristiche di questo film e suggerisce la scintilla che avrebbe incendiato i ruoli futuri. Ma, di lì a pochissimo, Sutherland sarebbe stato ancora più divertente in un altro war movie.

M*A*S*H

Robert Altman

1970

Foto: 20th Century Fox/Everett Collection

Il primo capolavoro di Robert Altman è ancora leggendario per gli screzi che ebbe con le sue star, Elliott Gould e Donald Sutherland. I due interpretavano rispettivamente Trapper John McIntyre e Hawkeye Pierce, chirurghi statunitensi che cercano di rimanere sani di mente mentre ricuciono corpi feriti durante la guerra di Corea. Gould alla fine recuperò i rapporti con Altman, girando diversi film con lui, ma nel caso di Sutherland quella faida impedì loro di collaborare di nuovo (“Col senno di poi, Donald e io eravamo due attori snob e arroganti che in realtà non riuscivano a cogliere il genio di Altman”, disse in seguito Gould). Sutherland però è terribilmente caustico nei panni del partner criminale di Trapper John sul lavoro e fuori servizio, mentre continua a scherzare con le sue battute sprezzanti e ironiche sulla stupidità dei militari e sull’insensatezza della guerra. Sutherland una volta disse che Alan Alda, che interpretava il suo personaggio nella serie televisiva omonima, lo ringraziò per avergli regalato una carriera.

Una squillo per l'ispettore Klute

Alan J. Pakula

1971

Foto: Everett Collection

Jane Fonda ha vinto un Oscar come migliore attrice protagonista per l’interpretazione della tormentata escort Bree Daniels, ma il thriller di Alan J. Pakula è in gran parte un gioco a due, che racconta la relazione sempre più profonda tra Daniels e John Klute, il detective incaricato di proteggerla da un misterioso serial killer. Una squillo per l’ispettore Klute coglie Sutherland nella sua forma più ferrea: caratterizzato dal taglio di capelli fuori moda del personaggio, il suo investigatore è inflessibile e concentrato sul lavoro, ma si innamorerà lentamente di questa ragazza bellissima e turbolenta. Sutherland ha reso la competenza e l’intelligenza dell’ispettore profondamente sexy, impressionando moltissimo Fonda, che ha scritto nel suo memoir My Life So Far: “Trovavo particolarmente attraente quel suo essere così slanciato insieme a quell’aria da cane bastonato, oltre ai suoi occhi un po’ cadenti e azzurrissimi. Aveva qualcosa del gentiluomo vecchio stampo”.

A Venezia... un dicembre rosso shocking

Nicolas Roeg

1973

Foto: Everett Collection

Che aspetto ha il dolore? Nei panni di John Baxter, un marito in lutto per l’annegamento accidentale della figlia, Sutherland ha interpretato quell’emozione con un’ossessione soffocante, creando uno dei ritratti sulla perdita più inquietanti del cinema. Questo thriller horror brilla grazie alla sua svolta straziante, che mette in scena un abisso emotivo profondissimo da parte di sua moglie Laura (Julie Christie) e un’anima spezzata che probabilmente non sarà mai riparata. Sutherland ha due momenti angosciantissimi che aprono e chiudono Don’t Look Now (così in originale) e caratterizzano questo film di una bellezza agghiacciante: le grida di dolore al rallentatore di John mentre tira fuori dall’acqua il corpo della figlia morta e, nel finale, lo sguardo terrorizzato quando scopre che la sua bambina non tornerà mai più da lui e il suo destino è segnato.

Animal House

John Landis

1978

Foto: Everett Collection

Girato in un paio di giorni nel bel mezzo delle riprese del remake dell’Invasione degli ultracorpi (Terrore dallo spazio profondo), il cameo di Sutherland in questa commedia universitaria di culto è frutto del rapporto di Donald con John Landis. Al divo stava così simpatico il giovane che aveva fatto l’assistente alla regia nei Guerrieri (1970) che accettò di interpretare piccole parti nei futuri film di Landis. In Animal House, questo significava incarnare il professore di inglese più figo del mondo, Dave Jennings, che fuma erba, scopa e ammette che, sì, Milton è piuttosto noioso. L’unico rimpianto di Sutherland? Non aver accettato l’offerta del 2% dei profitti che Landis mise sul tavolo, preferendo invece una misera diaria.

Terrore dallo spazio profondo

Philip Kaufman

1978

Foto: Everett Collection

Ora immortalato sui social media a causa della memabilissima immagine di uno Sutherland sconvolto che guarda dritto in camera, questo remake del film cult del 1956 è un horror ancora potente sugli alieni che assomigliano agli umani e che si nascondono tra noi. “Una notte, durante le riprese, il regista Phil Kaufman mi ha chiesto: ‘Sai di cosa parla questo film?’ … E poi ha semplicemente detto: ‘McDonald’s”, ha ricordato Sutherland a Rolling Stone. “È per questo che l’ho fatto praticamente d’un fiato. Era quella sensazione che, alla fine degli anni Settanta, tutto fosse mortalmente omogeneizzato”. In qualità di ispettore della sanità pubblica che alla fine si rende conto della minaccia nel mezzo della quale si è ritrovato, Sutherland personificava la paranoia di un’era in cui non dovevamo preoccuparci degli extraterrestri: la Guerra Fredda e il conformismo borghese ci avrebbero catturati ben prima.

Gente comune

Robert Redford

1980

Foto: Paramount Pictures/Everett Collection

In questo film premio Oscar ci sono delle performance straordinarie, ma Sutherland è l’unico a non essere stato nominato. Il suo ruolo, magnificamente discreto, è quello di un padre in lutto che cammina sempre sulle uova dopo il suicidio del figlio: tutto quello che può fare è cercare di fare da (goffo) mediatore tra la moglie infuriata (Mary Tyler Moore) e l’altro figlio (Timothy Hutton), distrutto dalla perdita. È un ritratto di mascolinità gentile e del tentativo di essere forte mentre stai cadendo a pezzi dentro, che sorprenderà i neofiti magari non preparati alla potenza silenziosa di Donald.

JFK – Un caso ancora aperto

Oliver Stone

1991

Foto: Warner Bros. Pictures/Everett Collection

È solo una scena, ma che scena. Nei panni di Mister X, un uomo ombroso con informazioni importanti su quello che realmente accadde quando il presidente Kennedy fu assassinato, Sutherland incarna l’ideale romantico dell’informatore deep-state: l’uomo che sa in quali armadi sono sepolti certi scheletri e che ha visto davvero troppo. Il regista Oliver Stone inizialmente aveva preso in considerazione Marlon Brando per la parte, ma in seguito disse: “Sono stato fortunato ad avere Sutherland perché è un attore immediato. Ed è stato fantastico”. Grazie alla nervosa colonna sonora di John Williams, il seducente monologo di Sutherland spinge JFK in un territorio completamente diverso, di paranoia quasi elettrica. Mister X appare a malapena in questo film di tre ore, ma non lo dimentichi mai anche quando se n’è andato.

6 gradi di separazione

Fred Schepisi

1993

Foto: MGM

Il regista Fred Schepisi aveva una visione chiara di come vedeva Flan Kittredge, l’elegante mercante d’arte di New York che sarebbe stato interpretato da Sutherland nell’adattamento per il grande schermo dell’opera di John Guare. “Fred ha detto: ‘È come un venditore di auto usate'”, ha ricordato Sutherland, che ha amplificato il fascino viscido e la finta grandiosità del personaggio, tratti che lo rendono il bersaglio perfetto per l’astuto artista della truffa cui dà il volto Will Smith. C’è un vero disprezzo nel ritratto di Sutherland, che condanna quel tipo di persone che guadagnano sulla creatività altrui contribuendo ben poco alla società stessa (e diventando intanto ricchi e compiacenti). Molto prima dei ritratti più recenti di quell’1% in Succession e Knives Out, Sutherland aveva già nel mirino questo tipo di parassita fissato con la cultura.

Hunger Games

Gary Ross

2012

Foto: Murray Close/Lionsgate/Everett Collection

In tarda età, Sutherland ha conosciuto quello che probabilmente è stato il suo più grande successo commerciale con l’interpretazione del malvagio presidente Coriolanus Snow, che governa Panem e sovrintende agli Hunger Games con un divertito distacco. Alcuni cattivi del film sbraitano e delirano, ma Donald è andato nella direzione opposta, incarnando un uomo fiducioso del suo potere e indifferente alla retorica rivoluzionaria della Katniss Everdeen di Jennifer Lawrence. Laddove altri veterani dello schermo avrebbero abbassato il tiro in un blockbuster pieno di effetti speciali, Sutherland irradiava una minaccia sottile, regalando al franchise un pizzico di classe, arguzia e gravitas. Era un professionista, indipendentemente dal ruolo o dal film.

Da Rolling Stone US

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