Rolling Stone Italia

Ma la rom-com è davvero morta?

L’ultima annata di cinema ha offerto barlumi di speranza che il classico genere hollywoodiano possa ritrovare un po’ di lustro. E sì, c’entra anche un certo Glen Powell

Foto: Alisha Wetherill/Prime Video; Brian Roedel/Netflix; Dan McFadden/Sony Pictures

Nel 2024, per la prima volta dopo tanto tempo, un film mi ha dato quella botta di serotonina al cervello che arriva quando guardo un’ottima commedia romantica. È successo verso la fine di Hit Man – Killer per caso, diretto da Richard Linklater e interpretato da Glen Powell e Adria Arjona. Powell interpreta Gary Johnson, un professore universitario che lavora come finto sicario per aiutare la polizia a catturare le persone che stanno cercando di assumere un killer a contratto. A questo punto, Gary si è innamorato della Madison di Arjona, che in precedenza aveva salvato dall’arresto convincendola a non far uccidere il marito idiota. Lei ha fatto qualcosa di veramente terribile e Gary lo sa. Mandato ad affrontare Madison a casa sua mentre indossa un microfono, Gary inizia a scriverle degli appunti sul suo iPhone con le istruzioni su come vendere la loro storia alle autorità che stanno ascoltando. La scena è pura energia folle, con le bocche di Gary e Madison che dicono parole che però non seguono i loro occhi e i loro corpi.

Negli ultimi anni si è lamentata molto la scomparsa della commedia romantica. Ma il classico genere hollywoodiano è davvero morto? La mia risposta: è complicato.

Adria Arjona e Glen Powell in ‘Hit Man – Killer per caso’ di Richard Linklater. Foto: Bim Distribuzione

Sebbene la commedia romantica sia più comunemente associata agli anni Ottanta, Novanta e Duemila – l’era di punta di sceneggiatori-registi come Nora Ephron e Nancy Meyers e di icone del cinema come Meg Ryan, Hugh Grant e Julia Roberts –, essenzialmente il genere è antico quanto il cinema stesso. Ci vorrà molto più di qualche anno di riposo per ucciderlo. E mentre lavoravo al mio nuovo libro, una storia di quel genere cinematografico intitolata Falling in Love at the Movies: Rom-Coms From the Screwball Era to Today, ho trovato nuovi motivi per sperare nella sua longevità, anche se le prospettive sembrano grigie al momento.

C’è un sondaggio dell’anno scorso sulle rom-com che avvalora questo discorso. L’inizio è stato positivo con Tutti tranne te starring Sydney Sweeney e Glen Powell, una variazione sul classico Molto rumore per nulla arrivata senza troppi clamori nel dicembre 2023, e che poi si è gradualmente costruita un pubblico tramite i social e ha finito per incassare oltre 200 milioni di dollari in tutto il mondo. Ma pochissime commedie romantiche hanno avuto grosse uscite in sala negli ultimi tempi, e quelle che ci sono riuscite non sono state poi all’altezza delle aspettative.

Glen Powell con Sydney Sweeney in ‘Tutti tranne te’. Foto: Eddy Chen/Sony Pictures

Vedi The Fall Guy, la storia di uno stuntman interpretato da Ryan Gosling che cerca di riconquistare il suo ex amore (la regista cui dà il volto Emily Blunt), che era una rom-com travestita da film d’azione. Nonostante (o forse proprio a causa di?) questa svolta nel genere, ha avuto una performance anemica al botteghino, incassando appena un pelo più del suo budget di produzione. E quasi nessuno ha visto il rétro Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna, una storia di corsa allo spazio ambientata negli anni ’60 in cui Scarlett Johansson e Channing Tatum hanno sfoderato le loro migliori versioni di Doris Day e Rock Hudson.

Nel frattempo, il delizioso The Idea of ​​You, una produzione Amazon basata su un romanzo che ha fatto scalpore su BookTok, è stato relegato al solo streaming. Anne Hathaway ha portato il suo fascino nella storia di una mamma gallerista quarantenne che si innamora di un cantante à la Harry Styles di una boy band. È colpo di fulmine quando lei entra accidentalmente nel bagno della sua roulotte privata durante il Coachella (ah, l’amore…).

Hathaway viene dall’era precedente delle rom-com. Ha iniziato a lavorare con uno dei re del genere, Garry Marshall, in Pretty Princess. Ed è perfetta in questa modalità, affascinante ma con una genuinità che fa sembrare queste eroine molto vere.

Anne Hathaway e Nicholas Galitzine. Foto: Prime Video

Eppure, mentre soppeso lo stato della commedia romantica nel 2024, la mia mente continua a tornare a Powell, che ha iniziato a essere percepito in qualche modo come un sostenitore quasi solitario del genere. Hit Man, che ha co-sceneggiato, forse non è stato venduto come una rom-com, ma guardandolo non si può negare che la commedia romantica sia nel suo DNA. La tensione centrale del film non è se Gary verrà scoperto oppure no, ma se finirà con Madison oppure no. Powell ha anche portato l’energia della commedia romantica in Twisters, anche se era ancora un film sui tornado, e lui e la sua co-protagonista Daisy Edgar-Jones non si sono nemmeno baciati alla fine, con grande sgomento di praticamente tutti.

Nello scrivere Falling in Love at the Movies, ho cercato di tracciare una linea di demarcazione tra il vecchio e il nuovo del genere. Meg Ryan non è emersa dal nulla con il suo ritratto di Sally Albright “ad alto mantenimento” in Harry, ti presento Sally…, per esempio. Esiste, in Un evaso ha bussato alla porta del 1942, un’altra bionda che sembra rigida all’esterno ma ha una verve sorprendentemente sensuale, cioè Jean Arthur.

In Powell ritrovo sfumature di Gary Cooper in film di Ernst Lubitsch come L’ottava moglie di Barbablù o Partita a quattro. Come Cooper, forse meglio conosciuto per i western, Powell può essere certamente un cowboy, ma può anche essere un topo da biblioteca o un tipo sfrontato. Può fare slapstick e acrobazie. E finora ha evitato di interpretare un supereroe, una prigione di spandex che ha tenuto tante star carismatiche lontane dalla commedia romantica, che si tratti di Jennifer Lawrence (che ci è andata vicino con Il lato positivo e Fidanzata in affitto) o Paul Rudd (dov’è finito il Josh di Ragazze a Beverly Hills?).

Mentre le star di oggi cercano di trovare la loro commedia romantica basandosi sugli idoli del passato, ammiccando e cercando di ripeterne le gesta, il genere stesso è in continua evoluzione. Si adatta ai tempi. La magia eccentrica delle screwball anni ’30 e ’40 alla fine svanì e gli anni ’50 portarono film più malinconici come Vacanze romane. Ben presto, quelle brillanti battute furono scartate per le commedie romantiche più spigolose degli anni ’70, come Io e Annie e Harold e Maude. Poi il modello Ephron-Meyers è emerso tra la fine degli anni ’80 e gli anni 2000, rafforzato dalle esportazioni di Richard Curtis dalla Gran Bretagna, da Quattro matrimoni e un funerale a Notting Hill, Il diario di Bridget Jones e Love Actually. Tutti questi titoli hanno generato innumerevoli imitatori, che alla fine sono stati scartati in favore del modello più volgare di Judd Apatow con Molto incinta.

Foto: UIP

Negli anni 2010, la rom-com è passata in gran parte allo streaming. C’è stato un barlume di speranza per l’uscita al cinema, nel 2018, di Crazy & Rich, che è stato un grande successo anche culturale. Ma quello stesso anno Tutte le volte che ho scritto ti amo di Netflix è esploso sui social, dando il via a una serie di patinate commedie romantiche in streaming incentrate perlopiù sugli adolescenti. Che stanno ancora spuntando qua e là (vedi il recente Sweethearts), ma anche loro sono diminuite poiché Netflix ha rivolto la sua attenzione a sfornare commediole natalizie deliberatamente stereotipate nel tentativo di dare filo da torcere a Hallmark Channel.

Nonostante l’ascesa di Powell, gli anni ’20 non hanno ancora trovato la loro estetica da commedia romantica. Gli Studios hanno provato a investire sulla nostalgia, riunendo star degli anni ’90 come Julia Roberts e George Clooney in Ticket to Paradise o Jennifer Lopez e Owen Wilson in Marry Me – Sposami, ma queste accoppiate finiscono per sembrare pallide imitazioni di quello che è stato. Quindi, per ora, dobbiamo accontentarci di un sacco di commedie romantiche che non vogliono davvero definirsi tali: film d’azione in cui gli amanti brandiscono pistole o film d’autore come il sensuale Challengers di Luca Guadagnino, che sostanzialmente finisce allo stesso modo di Partita a quattro. Entrambi parlano di triangoli.

La buona notizia è che, mentre aspettiamo che Hollywood distribuisca la rom-com che definirà quest’epoca, possiamo sempre guardare un classico del genere e ripristinare la nostra speranza che il meglio debba ancora venire.

Da Rolling Stone US

Iscriviti