Notte Fantasma è il mio terzo lungometraggio, in questi giorni lo sto portando in giro per l’Italia in una sorta di “tournée musicale”: ogni sera un cinema diverso, ogni volta l’incognita (tutto sommato piacevole) dell’affluenza.
Le persone stanno venendo al cinema e sono molto felice di parlare con gli esercenti, a cena, mentre la proiezione procede. Mangiamo e parliamo in attesa del dibattito alla fine delle proiezioni. Spesso i nostri discorsi ruotano intorno all’analisi della situazione delle sale, oggi, e del mondo del cinema (della produzione e della distribuzione), che sta implodendo dall’interno.
Di chi è la colpa? Dove è la soluzione? Che fine farà la scatola cinematografica? Io personalmente alterno momenti di ottimismo e altri di pessimismo-ottimista. I miei film precedenti (Guarda in alto e Il colpo del cane, ndr), fatti prima della pandemia, sebbene fossero stati tutto sommato apprezzati, per motivi diversi avevano trovato molta difficoltà a incontrare il pubblico in sala. Personalmente non mi sento di dare la colpa alla pandemia, e nemmeno al successo delle piattaforme. Sebbene io non ami guardare il film in streaming e disprezzi la maggior parte di quello che si produce lì, non mi sento di dare la colpa a loro.
E allora: perché? Ci chiediamo durante queste presentazioni. Le risposte non sono mai chiare, ma è sicuramente interessante porsi queste domande.
Se devo parlare di Notte Fantasma, nello specifico, posso dire che Annamaria (Morelli, ndr) e Antonio (Celsi, ndr), i produttori, mi hanno lasciato totale libertà di farlo come avevo in testa. L’idea è nata quando per un breve periodo ho vissuto a Bologna, mentre passeggiavo con un amico anarchico, Fabiagio. Aveva detto una frase che mi aveva molto colpito: «Non c’è niente di peggio che un poliziotto gentile».
Devo dire che ci ho riflettuto parecchio, e ne ho parlato con lui a lungo fino a che non ha iniziato a formarsi nella mia testa una sorta di storia. Quella frase era stata solo il punto di partenza, poi il film ha preso la sua strada. Le storie sono vive, per quanto mi riguarda prendono sempre il sopravvento, non le riesco a controllare. Non credo nelle regole di scrittura, negli schemi, nei viaggi dell’eroe, nei tre atti, nei soggetti, nei trattamenti e tutte quelle prassi convenzionali.
Questo film vuole essere un ragionamento narrativo, è importante per me creare personaggi tridimensionali, complessi, in contraddizione con se stessi (Edoardo Pesce interpreta un poliziotto, Yothin Clavenzan un ragazzo che viene colto il flagranza di reato, ndr); mi piace che alla fine il film ricordi una sorta di neo-noir, nell’atmosfera, e invece ha qualcosa di più intimista, umano, nei contenuti. Durante la scrittura della sceneggiatura mi faccio sempre degli schemi, delle mappe disegnate che mi servono per visualizzare e sintetizzare quello che sto scrivendo. Mi aiuta a fare due passi indietro e guardare la storia nella sua interezza. Ho ritrovato in un hard disk uno di questi schemi e sono contento di renderlo pubblico su Rolling, mi fa sorridere pensare quanto gli sia fedele il film finito.
Parlando di colonna sonora invece, con Francesco Rita, il musicista del film, abbiamo deciso di iniziare a comporre la musica da ben prima delle riprese. Mentre Francesco produceva i suoni, io cercavo le inquadrature e non di rado è stata proprio la musica a guidarmi. Ripenso allo studio affacciato sul Tevere in cui abbiamo lavorato e dove, in completa solitudine, Francesco suonava tutti gli strumenti. Io lo andavo a trovare spesso e mi faceva sentire che cosa stava componendo. Poi i ricordi si confondono, penso a Laura Agnusdei, la sassofonista che abbiamo scoperto sentendo la radio e penso ovviamente a Marlon, venuto appositamente con una navicella dallo spazio, che ci ha regalato la sua voce che si sente nella canzone che si intitola Canzone. Il gabbiano doveva fischiare ed Edoardo Pesce ha il gabbiano nella testa, il fischio è anche suo. Poi i ricordi si concludono in Spagna, a Madrid, dove abbiamo fatto il mix. Gli spagnoli ci hanno detto che si sente che la musica è stata fatta su un fiume.
La colonna sonora originale di Notte Fantasma è di Francesco Rita, edizioni musicali GDM Music. Disponibile in vinile (www.btf.it) e in formato digitale su ITunes.