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Oscar 2023, i nostri pronostici: colonna sonora e canzone originale

Tra le best song è Rihanna vs. Lady Gaga (ma di mezzo ci si mette l’India). Sul fronte score, il veterano John Williams riuscirà ad agguantare la sesta statuetta?

Foto: Interscope Records

Le migliori colonne sonore

Babylon

Justin Hurwitz

Justin Hurwtiz, fedelissimo collaboratore di Damien Chazelle, ha già vinto per La La Land. Due volte: per la miglior colonna sonora e per la miglior canzone originale (City of Stars). Meriterebbe una terza statuetta pure per Babylon, considerato il lavoro insieme filologico e originalissimo fatto sulla musica degli anni Venti. Che non aveva mai “suonato” così, tra pianoforti dissonanti (vedi il love theme portante) e l’ingresso di afro-jazz e addirittura sonorità voodoo. Però all’Academy il film non è piaciuto (vergogna!), il che indebolisce la – giustamente obbligatoria – candidatura.

Everything Everywhere All at Once

Son Lux

La più interessante – vedi anche, più avanti, la collaborazione con David Byrne e Mitski per la canzone originale This Is a Life – è anche quella con meno chance di vittoria. O forse, visto il sentiment che ha generato il film diretto dai Daniels, potrebbe sparigliare tutto e vincere anche questa statuetta. Il multiverso messo in scena in Everything Everywhere All at Once è anche sonoro, tra rock, sinfonica ed elettronica. E la mano dei Son Lux è una ventata d’aria fresca e buona, per l’Academy.

The Fabelmans

John Williams

Il veterano dei veterani, l’uomo che, grazie alla collaborazione con i sodali Lucas e Spielberg, ha letteralmente riscritto e reinventato la musica per il cinema. A 90 anni, ha già battuto un record: è la persona più anziana mai nominata nella storia del premio. Ha già vinto cinque Oscar, e molti vedono il sesto vicinissimo. The Fabelmans non fa differenza: è sempre musica altissima e popolarissima insieme. Ma certo i temi non restano impressi come quelli di una volta. Ma si sa: alla maggior parte dei membri dell’Academy piace scommettere facile.

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Volker Bertelmann

L’underdog (si fa per dire: è comunque un kolossal “made in Netflix”) che rappresenta già la vera sorpresa di questi Oscar. Tra le nove (!) nomination totali, c’è anche quella per la colonna sonora firmata Volker Bertelmann, più noto come Hauschka. Il quale, secondo i bookmaker, potrebbe battere candidati sulla carta ben più agguerriti. Classico score per il classico filmone bellico, ma con lampi di attualità sonora: niente di nuovo sul fronte occidentale (o quasi), ma anche per questo potrebbe vincere facile.

Gli spiriti dell’isola

Carter Williams

Altro giro, altro veterano. A 68 anni, Burwell ha all’attivo “solo” due nomination prima di questa (per Carol e Tre manifesti a Ebbing, Missouri), ma è uno dei nomi “sicuri” della scena compostiva degli ultimi trent’anni. La partitura dal sapore Irish scritta per il capolavoro di Martin McDonagh esalta la storia di (in)amicizia tra Colin Farrell e Brendan Gleeson. Ma, fra tutti, pare il candidato più debole.

Le migliori canzoni originali

Applause

Diane Warren (da ‘Tell It Like a Woman’)

Diane Warren ha una certa esperienza con le candidature, con ben 14 per la migliore canzone originale dal 1988 e 6 solo in anni recentissimi – l’ultima nel 2021 per Io sì (Seen) con Laura Pausini. Il pezzo è stato scritto per un’antologia di sette racconti diretti e interpretati da donne provenienti da tutte le parti del mondo (Margherita Buy, Marcia Gay Harden, Cara Delevingne, Leonor Varela, Jacqueline Fernandez, Anne Watanabe e Eva Longoria tre le protagoniste e Maria Sole Tognazzi, Lucia Puenzo e Catherine Hardwicke tra le registe), dunque la nomination era abbastanza scontata. Diane si esibirà con Sofia Carson alla cerimonia, ma l’Academy le ha già conferito il Governors Award a novembre. Quindi una sua vittoria sembra poco probabile.

Hold My Hand

Lady Gaga, BloodPop (da ‘Top Gun: Maverick’)

Come ha detto lo stesso Steven Spielberg a Tom Cruise, Top Gun: Maverick potrebbe aver salvato il cinema. E poi Lady Gaga è alla seconda nomination in questa categoria, dopo la vittoria con Shallow feat. Bradley Cooper. A livello di ascolti probabilmente poteva fare meglio, ma con le recensioni non se l’è cavata male. Se l’Academy vuole vincere facile, qui la rock power ballad c’è e la mega popstar pure. A noi basta l’immagine di Gaga nel bomberino da aviatore di Tom.

Lift Me Up

musica di Tems, Rihanna, Ryan Coogler, Ludwig Goransson; testo di Tems, Ryan Coogler (da ‘Black Panther: Wakanda Forever’)

L’altra popstar in cinquina è Riri, forte della performance al Super Bowl e delle copertine formato famiglia con A$AP Rocky. Lift Me Up è il primo brano che la cantante ha inciso dal 2016 a questa parte, è stato pensato come omaggio a Chadwick Boseman, morto nel 2023 per un tumore, ed è stata scritta insieme a Ludwig Göransson e al regista Ryan Coogler per un sequel attesissimo. Il pezzo ha spaccato a livello di ascolti, ma non nelle recensioni dei critici. Intanto Rihanna si esibisce agli Oscar, e questo ci basta.

Naatu Naatu

musica di M.M. Keeravaani; testo di Chandrabose (da ‘RRR’)

L’epopea action made in India è diventata una delle favorite della awards season, soprattutto grazie a Naatu Naatu, che è molto di più di un canzone: è numero musical in perfetto stile Bollywood. E anchese il film in lingua telugu non ha centrato la nomination nella categoria per lui più importante, cioè quella dei miglior film internazionali, l brano, già vincitore del Golden Globe, è il primo tratto da un film indiano a essere candidato nella categoria. E, secondo i pronostici, pare proprio che avrà la meglio su Lady Gaga e Rihanna.

This Is a Life

musica di Ryan Lott, David Byrne, Mitski; testo di Ryan Lott, David Byrne (da ‘Everything Everywhere All at Once’)

Il pezzo c’è, gli autori (Son Lux) pure, la coolness degli interpreti è alle stelle (David Byrne e Mitski). Ma Everything Everywhere All at Once ha altre 10 nomination e punta ovviamente altissimo (a ragione, è IL film dell’anno). E tra Gaga, Rihanna e l’agguerritissima hit indiana, quasi sicuramente avrà la peggio.

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