FOTO
Dunque è davvero il suo turno? Parrebbe proprio di sì. Dopo due candidature (come protagonista di Charlot nel 1993 e come supporting per Tropic Thunder nel 2009), sembra che il ruolo del presidente della Commissione per l’energia atomica Lewis Strauss porterà a Robert Downey Jr. la sua prima statuetta. Sancendo definitivamente una delle parabole che piacciono tanto all’Academy: talentuosissimo giovane attore tra gli ’80 e i ’90, poi il buio delle dipendenze, quindi il riscatto (grazie a Iron Man) e il ritorno nella Serie A di Hollywood. Manca solo l’Oscar…
Foto: Universal Pictures
L’estate scorsa sembrava il favorito assoluto. Anche per Ryan Gosling due candidature alle spalle (come protagonista di Half Nelson nel 2007 e di La La Land nel 2017) e la stima indiscussa dell’Academy. E la parte di Ken nel film di Greta Gerwig sembrava il giusto mezzo per arrivare alla statuetta: il divo si prende amabilmente per il culo (sodissimo, va detto), ma piazzando una performance da vero trasformista. Però, se sfida in casa Barbenheimer dev’essere, pare che la seconda metà di quel fenomeno avrà la meglio, almeno in questa categoria.
Foto: Warner Bros.
Alcuni avrebbero voluto anche Willem Dafoe, splendido “dottor Frankenstein” inventore di Bella Baxter (Emma Stone) nel Barbie punk di Yorgos Lanthimos. Ma cinque posti son pochi, e alla fine l’ha spuntata solo Mark Ruffalo, bravissimo anche lui nei panni del “Ken” asfaltato dal revanscismo femminista della protagonista. Già candidato tre volte sempre come supporting (per I ragazzi stanno bene, Foxcatcher – Una storia americana e Il caso Spotlight), meriterebbe finalmente un riconoscimento. Ma sembra che nemmeno stavolta toccherà a lui.
Foto: Searchlight Pictures
L’ultima candidatura, su nove totali, risale ad appena quattro anni fa (per The Irishman, sempre del “suo” Marty), e di statuette ne ha già vinte due (per Il padrino – Parte II e Toro scatenato). Dopo anni di “sfottò” da parte di industry e pubblico per ruoli non sempre all’altezza, il grande Bob sembra essersi finalmente riscattato anche agli occhi dell’Academy, che lo ama da sempre. Non vincerà, ma il suo abominevole William Hale in quest’ultimo Scorsese è un personaggio destinato a restare. E lui resta un “King”.
Foto: Apple TV+
La sua nomination non era scontata, e anche questo lo rende il cavallo più debole della corsa. Vincitore di due Emmy, un Golden Globe e un SAG Award per la serie strappacuore This Is Us, Sterling K. Brown piazza con American Fiction la sua prima candidatura agli Oscar grazie a un ruolo che ribalta lo stereotipo del maschio, perfetto contraltare dell’altrettanto vulnerabile “fratello” Jeffrey Wright (nominato tra i protagonisti). Anche se non porterà a casa il trofeo, la sua vittoria è già questa.
Foto: Orion Pictures
Restiamo
in contatto
Ti promettiamo uno sguardo curioso e attento sul mondo della musica e dell'intrattenimento, incursioni di politica e attualità, sicuramente niente spam.