FOTO
60 anni da Gladiatore. Russell Crowe festeggia questo compleanno tondo, e noi con lui. Ripercorrendo i 10 ruoli cult di una carriera che l’ha portato dagli esordi australiani all’Oscar, dal lavoro con alcuni dei più grandi autori del cinema contemporaneo (su tutti il fedelissimo Ridley Scott) a quello col nostro Gabriele Muccino. Tra rock, scelte a volte azzardate, e una stagione più recente che l’ha lasciato un po’ più lontano dagli schermi. Ma mai dal cuore del “suo” pubblico. Buon compleanno, Gladiatore.
Dopo gli esordi nella natia Australia (il più famoso resta Skinheads, del 1992), la prima vera occasione hollywoodiana arriva con questo western “alla maniera di” Sam Raimi. Attorniato da un super cast (Sharon Stone, Gene Hackman e un giovanissimo Leonardo DiCaprio), Russell veste i panni di Cort, ex pistolero diventato prete. Ma verrà presto riconvertito ai “mezzogiorni di fuoco”… Il primo colpo americano va subito a segno.
Foto: Columbia TriStar Films
Ma è il neo-noir di Curtis Hanson a farlo diventare a tutti gli effetti uno dei volti di cui la Hollywood di fine anni ’90/inizio 2000 non potrà più fare a meno. Accanto a Kevin Spacey, Guy Pearce e una Kim Basinger da Oscar, Crowe è l’agente Bud White, un tipo violento col debole per le belle donne, come ogni detective hard-boiled che si rispetti. Duro, sexy, ma anche umanissimo: è definitivamente nata una stella.
Foto: Warner Bros.
Prima grande trasformazione fisica per la prima vera prova drammatica. Diretto da Michael Mann e con accanto un mostro sacro come Al Pacino, Russell è l’ex dirigente di un’azienda di tabacco che decide di svelare la verità sui traffici loschi della società. Cinema d’impegno civile, ma animato dalla mano action del maestro dietro la macchina da presa. Prima candidatura all’Oscar come miglior attore protagonista.
Foto: Touchstone Pictures
Parlavamo di Oscar? Un anno dopo arriva grazie al kolossal epico di Ridley Scott che riscrive il genere peplum. Russell Crowe è Massimo Decimo Meridio, il legato ispano-romano che giura vendetta contro l’imperatore Commodo (Joaquin Phoenix). L’attore soffia il ruolo a Mel Gibson, Antonio Banderas e Hugh Jackman. E scatena l’inferno. Tutto il resto è Storia.
Foto: Universal Pictures
Altro giro, altra nomination all’Oscar. Grazie al ruolo di John Nash, matematico affetto da schizofrenia che avrebbe ricevuto il Nobel nel 1994, nel biopic di Ron Howard. Crowe “scompare” dentro il personaggio, riconsegnando tutto il suo genio e il suo dolore. L’Academy Award a ’sto giro non arriva (lo vincerà la collega Jennifer Connelly), ma il nostro incassa Golden Globe e BAFTA.
Foto: Universal Pictures
Uno dei più grandi film “marinari” di sempre, diretto da uno dei più grandi maestri del cinema degli ultimi quarant’anni. L’australiano Peter Weir sceglie il connazionale Russell e gli affida il ruolo del capitano Jack Aubrey, che guida un veliero della Marina britannica nelle troubled waters delle Guerre napoleoniche di inizio ’800. Un film all’epoca sottovalutato da pubblico e critica, in realtà una grandissima prova d’autore e d’attore.
Foto: 20th Century Fox
A quasi dieci anni dal Gladiatore, arriva uno dei ruoli più inaspettati di Russell Crowe. Abituato a vederlo nei panni del duro-e-puro, lo ritroviamo qui in quelli decisamente più ordinary dello stropicciato giornalista d’inchiesta che fa luce sui segreti di un deputato (Ben Affleck). Ma anche qui c’è parecchio eroismo, ça va sans dire. Una delle sue performance migliori, completamente trascurata dai premi.
Foto: Universal Pictures
Dopo altri tre film insieme (la rom-com Un’ottima annata – A Good Year e i thriller American Gangster e Nessuna verità), il “suo” Ridley Scott lo rivuole nei panni stavolta di una delle più grandi icone della letteratura e del cinema inglesi: colui che “rubava ai ricchi per dare ai poveri”. Al fianco della Lady Marion di Cate Blanchett, Crowe è un eroe tenero e crepuscolare, lontano dai “principi dei ladri” precedenti. Anche questo ruolo (e film) avrebbe meritato di più.
Foto: Universal Pictures
Il miglior Muccino? Probabilmente no, ma un film sincero e sentito come la prova del suo protagonista. Russell Crowe veniva da anni accidentati: gli sfottò per la sua performance canora in Les misérables, il pastiche/pasticcio Noah di Darren Aronofsky e il flop della sua opera prima da regista The Water Diviner). E Gabriele nostro gli offre un personaggio in cui finalmente può tornare a far vibrare le sue corde. Col risultato che, in qualche modo, si “salvano” a vicenda.
Foto: 01 Distribution
Russell Crowe non aveva mai davvero rivelato fino in fondo le sue doti comiche. Lo fa finalmente in questa buddy comedy ambientata nella Los Angeles anni ’70, in una gara di figaggine/brillantezza col collega più giovane Ryan Gosling. Non un grande successo di botteghino, ma il plauso unanime dei critici. E lui sembra il primo a divertirsi un mondo. La stella di Russell è ancora intatta.
Foto: Lucky Red
Restiamo
in contatto
Ti promettiamo uno sguardo curioso e attento sul mondo della musica e dell'intrattenimento, incursioni di politica e attualità, sicuramente niente spam.