Non appena Shazam! Furia degli dei comincia, scopriamo che il nostro eroe sta soffrendo di una sorta di sindrome dell’impostore. Sdraiato su un divano mentre si confida con uno strizzacervelli (che si rivelerà essere un semplice pediatra), il supereroe ancora senza nome (Zachary Levi) spiega che è solo un bambino che ha avuto un colpo di fortuna, che gli eroi davvero fighi esistono già e che lui ovviamente non fa parte del mucchio. Il che lo rende il protagonista perfetto di questo sequel e di questo intero franchise targato DC. Questi film non hanno le atmosfere cupe degli ultimi Batman, né il calcolatissimo piglio da bad boy (o bad girl) della Suicide Squad. Piuttosto, puntano solo ad essere divertenti: dei prodotti di intrattenimento intelligente che non vogliono prendersi troppo sul serio.
L’idea portante è la stessa del primo film. Un veloce ripasso: al teenager di Philadelphia Billy Batson (Asher Angel), abbandonato dalla famiglia d’origine, vengono conferiti per mano di un antico mago (Djimon Hounsou) tutti i poteri degli dèi. Torna dunque nella casa famiglia in cui vive – probabilmente la più amorevole casa famiglia di tutto il pianeta Terra – e trova il modo di condividere questo dono con cinque dei suoi fratelli acquisiti, che si trasformano in adulti dotati di superpoteri quando gli eventi lo richiedono.
Questa premessa regala a entrambi i film di Shazam! un elemento supereroistico originale. Al centro ci sono storie di ragazzini emarginati: sono loro, questi adolescenti lasciati indietro dalla società, i veri supereroi. Parte del divertimento di questi film sta dunque anche nella formula “adulti che interpretano la versione infantile di sé stessi” (vedi casi precedenti come Quel pazzo venerdì o 30 anni in 1 secondo).
Ma stavolta veniamo a sapere che questi ragazzini hanno rubato i poteri da veri (vabbè) dèi e dee, che non sono per niente felici di questo. Ecco dunque entrare in scena le figlie di Atlante: Hespera (Helen Mirren, che, beata lei, pensa di stare recitando Shakespeare), Kalypso (Lucy Liu) e Anthea (Rachel Zegler). Attraverso mezzi che non staremo qui a spiegarvi, volano a Philadelphia decise a riprendersi quel che è stato loro tolto e a punire gli umani e chi li protegge.
Il secondo capitolo di una saga di supereroi è sempre molto importante. Il primo episodio serve a illustrare le origini del mito, il viaggio dell’eroe, la sua ascesa al potere. Il numero 2 deve invece impegnarsi a fare davvero qualcosa con tutto il materiale di partenza. Shazam! Furia degli dei risponde a questa sfida aumentando il tasso di problemi e sofferenze che i protagonisti devono affrontare.
Il leader del gruppo, Billy, pensa appunto di essere un impostore, e passa il tempo a fare autocritica: se mai verrà realizzato un biopic di Jimmy Fallon, Levi è l’attore giusto da chiamare. Freddy (Adam Brody nella versione adulta, Jack Dylan Grazer da ragazzo) è un tipo insicuro che trae forza dall’idea di essere un supereroe. Mary (Grace Caroline Currey) è invece una ragazza piuttosto incazzosa che vuole solo divertirsi: a un incontro con il team, si presenta chiaramente in hangover. Il fatto è che Furia degli dei ha davvero a cuore queste storie e questi personaggi, e trova il modo di inserirle all’interno del solito chiassosissimo impianto action.
E diciamolo: il casino è considerevole. Shazam! 2 è uno di quei film in cui vengono rase al suolo intere aree metropolitane (ma senza che sul campo restino vittime). La maggiore forza distruttrice è nelle mani della Kalypso di Lucy Liu, che non vuole scendere a nessun compromesso con i mortali. Quando pianta una mistica mela nel suolo del Citizens Bank Park, un albero si mette a crescere all’infinito su tutta la città, con le sue radici che travolgono altissimi grattacieli mentre un’armata di bestie mitologiche fa il suo ingresso a Philly. Furia degli dei si diverte a mettere in scena questo spettacolone catastrofico, accompagnando sempre questo delirio apocalittico al suo gusto per lo humour: ma è proprio questa dissonanza ad esaltare il divertimento.
Come il capitolo precedente, Furia degli dei funziona perché strizza l’occhio a sé stesso più che allo spettatore, e sa essere cinico quanto basta. Anche quando le cose non hanno molto senso – e succede spesso – non importa davvero: Shazam! non ha grande personalità, ma va benissimo così. Perché è tutto fuorché un impostore: è una presenza più che benvenuta, in un pantheon di supereroi che spesso non sanno cosa sia la leggerezza.