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Tutti i film di Yorgos Lanthimos, dal peggiore al migliore

Black humour estremo, gusto per l’assurdo, l’inquietante, il dissacrante. O lo ami o lo odi, ma non si può negare che il regista greco abbia portato portato un nuovo spirito punk a Hollywood. Il listone definitivo, dagli esordi a ‘Povere creature!’ e ‘Kinds of Kindness’

Foto: A24

8

Il sacrificio del cervo sacro

2017

Un paziente muore sotto i ferri di un chirurgo ex alcolista (Colin Farrell, volto-feticcio del regista, vedi anche più avanti) che l’ha operato da ubriaco. E il figlio teenager dell’uomo (Barry Keoghan, prima della Barry Keoghan-mania) medita vendetta. Ma essendo un film di Lanthimos non può che essere “dente per dente” (pardon): il ragazzo vuole che il medico sacrifichi un membro della sua famiglia. Un puzzle disturbante e sadico, una sorta di versione biblica della Scelta di Sophie, un aggiornamento della tragedia greca (per chi ha fatto il classico: Ifigenia in Aulide di Euripide). E un gusto per la provocazione qui forse un pochino fine a se stessa. Per noi il titolo meno forte della sua filmografia.

7

Kinetta

2005

Il Lanthimos delle origini è criptico, perfino incomprensibile a tratti. Eppure sempre assurdamente affascinante, con molti dei temi che avremmo poi visto nei film futuri. In una desolata località balneare ellenica, il commesso di un negozio di fotografia, una cameriera d’albergo masochista e un poliziotto con una passione per le BMW sono in qualche modo collegati, anche se lo spettatore non scopre mai veramente come. Sappiamo però una cosa: condividono la passione di inscenare situazioni di violenza e filmarle. Tra voyeurismo e perversione, c’è già l’idea di cinema di Lanthimos, anche se ancora un po’ da affinare.

6

Kinds of Kindness

2024

Parlando di origini, l’ultimo film dell’autore greco, in concorso a Cannes 2024, riprende le atmosfere degli inizi. Non a caso, a firmare il copione insieme a lui è Efthimis Filippou, il fedelissimo collaboratore degli esordi. Ne esce un trittico disturbante, tragicomico ed esagerato (anche nella durata: quasi tre ore) che affonda la lama nei bisogni e nelle ossessioni del nostro tempo, in ognuno dei diversi ambiti pubblici e privati in cui si muove la vita degli esseri umani (il lavoro, la famiglia, la religione). Un grande cast – l’ormai attrice-feticcio Emma Stone, Jesse Plemons, Willem Dafoe, Margaret Qualley, Hong Chau, Joe Alwyn, Mamoudou Athie e Hunter Schafer – in cui tutti interpretano un ruolo diverso a seconda dell’episodio. A spiccare è Plemons, tornato dalla Croisette con il premio per la migliore interpretazione maschile.

5

La favorita

2018

C’è un’energia scabrosa, un black humour estremo, un mood punk e barocco in questa bizzarra period dramedy. La vera storia di Sarah, duchessa di Marlborough (Rachel Weisz), e della competizione con sua cugina Abigail, la baronessa Masham (Emma Stone), per i favori della regina Anna (Olivia Coleman, che vince l’Oscar per il ruolo) si sviluppa nella finzione in un orribile e disfunzionalissimo triangolo politico-sessuale tutto al femminile (in tempi di #MeToo), raccontato con un’eleganza selvaggia, quasi disumana. Alla sceneggiatura vivace e sboccata by Tony McNamara (vedi più avanti), il regista aggiunge il suo gusto per l’assurdo e una totale disinibizione. Il film che ha fatto piacere Lanthimos anche ai non lanthimosiani.

4

Alps

2011

Un film sulla rielaborazione del dolore, sull’affrontare una perdita, ma sempre à la Lanthimos, of course, tra distorsione e simulazione della realtà. Un’infermiera, un paramedico, una ginnasta e il suo allenatore fondano un servizio (che si chiama appunto Alpi, il loro capo è conosciuto come Monte Bianco) in cui impersonano persone decedute per aiutare i loro clienti nell’affrontare il lutto. Una commedia nerissima, certo, ma che nel suo humour assurdo mantiene una profonda dose di umanesimo. E che ama i suoi personaggi, anche se a volte fanno cose assolutamente incomprensibili.

3

Povere creature!

2024

Un nuovo feat. di Lanthimos con McNamara sull’adattamento della graphic novel dello scozzese Alasdair Gray. Bella Baxter è una giovane donna incinta che si getta dal Tower Bridge di Londra e viene “salvata” da un anatomista pazzo, diventandone l’esperimento preferito. Ma più che la versione femminile del mostro di Frankenstein, la protagonista è una figura sovversiva sulla via di un’emancipazione estrema, di un “fuck you” al patriarcato ancora più urlato e sì, goduto. Letteralmente. Emma Stone da (secondo) Oscar è la Barbie punk del regista greco (qui in modalità più pop che mai): fa pipì sul pavimento, abbaia, lancia piatti e, complice una mela, rischia di far impallidire lo Chalamet di Chiamami col tuo nome e la sua pesca. In sintesi: Barbie is for girls, Povere creature! is for women. Aspettando la notte delle stelle.

2

Dogtooth

2009

Di nuovo quel mix di humour freddissimo e violenza disturbante che è il tocco lanthimosiano, qui in versione drama familiare/coming of age da chiamare il Telefono Azzurro (o come si chiama in Grecia). Un padre padrone e manipolatore condanna i tre figli ormai cresciuti a uno stato di infanzia perenne, tenendoli prigionieri nella propria villa. Contorto, inquietante, perverso: è impossibile staccare gli occhi dall’assurda quotidianità dei protagonisti, così surreale da fare il giro e diventare una realtà crudissima. Una lucida radiografia delle paure sulla società e sul controllo. Cattivissimo Lanthimos (e ci piace per questo).

1

The Lobster

2015

La più weird delle dark comedy: una satira romantica in cui sai già che andrà tutto inevitabilmente male (anche se non sai ancora come). Siamo in una società futura in cui tutti devono trovare un compagno, pena l’essere trasformati in un animale a scelta. Con The Lobster, Lanthimos non si limita a prendere in giro i drammoni distopici, ma ridicolizza una cultura in cui il matrimonio può diventare una comoda distrazione dalla solitudine e quella del vero amore è una bugia. Dipingendo tutto sulla faccia di un Colin Farrell magnificamente impassibile. Il titolo che l’ha promosso da prodige greco alla A-list hollywoodiana.

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