Nandini Bapat non è stata cresciuta come una che si arrende. Ha iniziato a recitare nel 2012 e da allora si è destreggiata tra ingaggi a tempo pieno e piccoli ruoli in serie come Scream Queens, Barry e Physical. E dopo lo sciopero degli attori dello scorso anno, durato quasi quattro mesi, è ancora convinta che valga la pena lottare per la sua carriera d’attrice.
Così, quando ha ottenuto il suo primo lavoro dopo lo sciopero in una produzione della Warner Bros. e un contratto che le chiedeva di acconsentire alla creazione della sua replica digitale, ha scritto “no” e si è diretta verso il trucco-e-parrucco. Dopo aver girato le sue scene per quella giornata, dice che un rappresentante della Warner Bros. ha chiamato il suo agente e ha minacciato di mandarla a casa se non avesse acconsentito alla clausola sull’intelligenza artificiale. (La Warner Bros. ha rifiutato di commentare le affermazioni di Bapat. Una fonte vicina allo Studio dice a Rolling Stone: “Le considerazioni sul casting variano a seconda dei ruoli e delle produzioni specifiche”, e osserva che “un’ampia gamma di ruoli può includere la creazione di repliche digitali”.)
«Ho sentito la Warner Bros. in tutta la sua potenza che mi fissava per farmi acconsentire a quella clausola», racconta Bapat a Rolling Stone.
Lo scorso 14 luglio, gli attori hanno iniziato a marciare in tutta la nazione per ottenere un compenso equo, aumenti residuali e tutele per quanto riguarda l’intelligenza artificiale. Dopo 118 giorni di sciopero e 35 giorni di trattative nelle sale di negoziazione, a dicembre i membri della Screen Actors Guild e dell’American Federation of Television and Radio Artists (SAG-AFTRA) hanno ratificato un contratto pluriennale per il settore televisivo e teatrale con gli Studios e gli operatori di streaming di Hollywood. Descritto dall’Alliance of Motion Picture and Television Producers come “il più grande guadagno mai ottenuto da contratto a contratto” nella storia della SAG-AFTRA, il nuovo accordo ha permesso agli attori di ottenere un salario minimo più alto, aumenti residuali tra cui una percentuale di bonus che premia i programmi di streaming di successo, e disposizioni che richiedono il consenso e il compenso per l’uso di repliche realizzate tramite IA. Tuttavia, a quasi un anno dall’inizio dello sciopero, stando alle nostre conversazioni con diversi membri della SAG-AFTRA, alcuni attori considerano ancora l’uso della tecnologia, in particolare la creazione di repliche digitali, una potente minaccia per i loro mezzi di sussistenza.
Bapat era felicissima di tornare al lavoro, avendo ottenuto un ingaggio in una delle sue serie preferite (non ha però voluto fare il nome della serie per paura di ritorsioni). Ma la luce si è spenta quando il consenso alle repliche digitali è diventato una condizione di lavoro. Bapat ricorda che la sua denuncia è stata inoltrata all’ufficio legale della Warner Bros., che, a suo dire, all’inizio si è rifiutato di modificare l’accordo.
«I miei rappresentanti mi hanno praticamente detto: “Se ce ne andiamo adesso, i rapporti con l’ufficio casting si incrineranno”», racconta Bapat.
Quando la SAG-AFTRA ha trovato un accordo per la prima volta lo scorso novembre, Duncan Crabtree-Ireland, direttore esecutivo nazionale e negoziatore capo del sindacato, ha dichiarato a Rolling Stone che gli Studios e gli streamer non avrebbero più potuto inserire nei loro contratti una clausola di base sulle repliche digitali. «Ogni volta che una di quelle società ha intenzione di creare la replica di un attore utilizzando la tecnologia digitale, compresa l’intelligenza artificiale, deve comunicare all’attore per cosa verrà utilizzata. E l’attore ha il diritto di dire sì o no», ha detto Crabtree-Ireland. «Se dice di sì, viene compensato per questo, cosa che prima non accadeva».
Una «replica digitale relativa a un singolo impiego», come vengono spesso chiamate le “ricreazioni” tramite IA nei contratti di lavoro, utilizza la tecnologia digitale per clonare la voce e le sembianze di un attore. Prima che una replica digitale possa essere creata, secondo i termini negoziati dalla SAG-AFTRA nella risoluzione dello sciopero un produttore deve fornire una “descrizione ragionevolmente specifica” su come verrà utilizzata, cosa che Bapat sostiene che la Warner Bros. non abbia fatto.
«Faccio questo lavoro perché lo amo e perché mi diverte, e dare il mio consenso affinché un computer faccia il mio lavoro al posto mio vanifica lo scopo», dice Bapat.
Dopo un tira e molla tra il suo agente, i rappresentanti sindacali e gli avvocati della Warner Bros, Bapat afferma che lo Studio ha accettato di modificare il linguaggio contrattuale a proposito dell’IA e di compensarla per i giorni trascorsi sul set, ma non è chiaro se gli altri attori del progetto abbiano ricevuto lo stesso trattamento. Bapat sottolinea che non avrebbe potuto intraprendere questa battaglia da sola: «Se la SAG non mi avesse sostenuta, sarei rimasta una persona sola contro una forza gigantesca e potente, che mi avrebbe schiacciata come un insetto sotto i suoi piedi».
Marie Fink, che ha eseguito stunt per attrici del calibro di Shailene Woodley, Cobie Smulders e Sigourney Weaver, è stata assunta in aprile per la terza stagione di The Sex Lives of College Girls. Come Bapat, Fink dice che le è stato chiesto di firmare un documento che autorizzava la creazione di repliche digitali di sé stessa e ha rifiutato. (Una fonte vicina alle produzioni Warner Bros. ha dichiarato a Rolling Stone che lo Studio non ha effettuato scansioni di repliche per The Sex Lives of College Girls.) Fink aveva lavorato alla serie girata prima dello sciopero, e dice che le repliche dell’IA non facevano parte del suo precedente contratto.
«Ho detto al [rappresentante] della Warner Bros. che ho paura di ritorsioni, che temo di non poter mai più lavorare per la serie o addirittura per la Warner Bros.», dice Fink, che aggiunge di essersi «guadagnata da vivere» con i film della Warner Bros. Sebbene Fink sostenga che il rappresentante le abbia assicurato che lo Studio non avrebbe «mai fatto una cosa del genere» e che sicuramente le sarebbe stato chiesto di tornare al progetto, afferma che «da allora non ho più lavorato alla serie. Non mi è mai più stato chiesto».
Anche se Fink è stata pagata per essere andata sul set quel giorno, dice che in futuro non riceverà i pagamenti residui per quel lavoro, e che quella produzione non sarà conteggiata per i contributi relativi alla sanità e alla pensione.
Secondo una fonte a stretto contatto con le produzioni televisive della Warner Bros. lo Studio non ha ricevuto alcun avviso di reclamo dalla SAG-AFTRA. La fonte aggiunge che la società «rispetta tutte le regole della SAG-AFTRA, comprese le nuove linee guida stabilite dall’ultimo accordo del 2023 che riguardano le repliche digitali», e che la Warner Bros. «prende molto sul serio questo impegno».
Da quando il sindacato degli attori ha raggiunto l’accordo lo scorso novembre, gli stuntman sono particolarmente preoccupati per le limitazioni nei nuovi contratti in materia di intelligenza artificiale. Dopotutto, se i salti mortali e le complesse scene di combattimento possono essere creati con l’IA, a che servono le controfigure? Shaan Sharma, membro del consiglio nazionale della SAG-AFTRA che ha criticato a gran voce le disposizioni sull’IA approvate dal sindacato, sostiene che gli stunt performer sono particolarmente vulnerabili perché i produttori possono ricorrere alle repliche ogni volta che una controfigura fa qualcosa che potrebbe mettere in pericolo la propria vita, riducendo così in modo significativo i costi di assicurazione.
A peggiorare le cose, le opportunità di lavoro sono state poche da quando è terminato lo sciopero. Nel 2023, le serie nuove o le nuove stagioni di produzioni già in corso erano già crollate del 21% in parte a causa dei due scioperi sindacali, secondo il 2023 Year-End Film and TV Report pubblicato da Luminate a gennaio. Nel primo trimestre di quest’anno, i progetti cinematografici e televisivi sono diminuiti di circa il 7% rispetto allo stesso periodo del 2023, secondo la piattaforma di ricerca ProdPro. Anche i lungometraggi hanno registrato un calo di produzione del 24% rispetto all’anno precedente, secondo ProdPro.
«Le persone che fanno da controfigura agli attori di serie A in tutte le loro produzioni lavorano per giorni alle serie tv, rallentando moltissimo i loro ritmi», afferma Fink, riferendosi agli stuntman che hanno accettato lavori episodici per compensare la mancanza di ingaggi per i film a grande budget. «Se stai girando un lungometraggio, non stai cercando, non cerchi giorni di lavoro nelle produzioni televisivi.
Gli “attori digitali” non sono una nuova invenzione, ma la nascita di questa tecnologia non è stata priva di controversie. Nel film Rogue One: A Star Wars Story del 2016, i produttori della Lucasfilm hanno utilizzato filmati esistenti dell’attore Peter Cushing, morto da oltre vent’anni, per creare una replica digitale del suo Grand Moff Tarkin, visto in Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza (1977). Sebbene il progetto sia stato intrapreso con il permesso degli eredi di Cushing, molti hanno criticato la mossa come una violazione etica. L’Huffington Post l’ha definita “nauseante” e “una gigantesca violazione del rispetto per i morti”. Dopo l’uscita del trailer, il 26 giugno scorso, del film di Robert Zemeckis Here, in cui vengono utilizzati strumenti di intelligenza artificiale generativa per ringiovanire Tom Hanks e Robin Wright, la BBC ha definito la tecnologia “inquietante”, nonché una minaccia per le carriere degli attori più giovani. Negli ultimi anni, la tecnologia digitale è stata usata anche in modi meno scontati, ad esempio per riempire le platee in Daisy Jones & The Six e lo stadio di calcio in Ted Lasso attraverso avatar virtuali.
Per l’attore e regista Justine Bateman, che ha ricoperto il ruolo di consulente sull’IA per la SAG-AFTRA nel 2023 e che ha parlato apertamente dei pericoli che la tecnologia rappresenta per gli attori, le scansioni digitali hanno solo peggiorato la scarsità di posti di lavoro a Hollywood. «Sono un sostituto, insulsamente assemblato con lo sforzo umano», dice Bateman.
Secondo il nuovo contratto della SAG-AFTRA per il settore televisivo e teatrale, anche se un attore è morto i suoi eredi o un rappresentante del sindacato può dare il consenso alla creazione di una sua replica digitale. La startup di intelligenza artificiale ElevenLabs ha annunciato all’inizio di luglio che i fan di Judy Garland, James Dean, Laurence Olivier e Burt Reynolds possono ora ascoltare alcuni libri letti da queste grandi star di Hollywood (ElevenLabs ha raggiunto un accordo con gli eredi di quegli attori).
«Tutti gli attori defunti sono sempre disponibili, attraverso una loro replica digitale», spiega Bateman. «Per gli attori, le probabilità di ottenere un lavoro si sono ridotte di molto. La concorrenza si è decuplicata, centuplicata».
La crescente minaccia è talmente preoccupante che persino i membri del Congresso hanno provato ad affrontarla. L’anno scorso, una coalizione bipartisan ha introdotto il Nurture Originals, Foster Art, and Keep Entertainment Safe Act (NO FAKES) per proteggere attori, musicisti e persone comuni dalla creazione di repliche digitali non autorizzate. Inoltre, a gennaio un gruppo bipartisan di legislatori della Camera degli Stati Uniti ha presentato una proposta di legge simile, il No AI Fraud Act, che difende il diritto degli americani sulla propria immagine e sulla propria voce contro i cloni o i deepfake generati dall’IA.
Crabtree-Ireland ribatte che l’avanzata della tecnologia è inevitabile e che l’obiettivo del sindacato, con l’accordo per la fine dello sciopero, è quello di responsabilizzare i propri iscritti richiedendo il consenso informato e un equo compenso per le scansioni e le repliche digitali. «Ci sono persone che vorrebbero vivere in un mondo in cui si possa semplicemente vietare del tutto la riproduzione digitale», dice Crabtree-Ireland a Rolling Stone. «Ma questa non è ovviamente una posizione realistica. Non era una posizione realistica da assumere prima della contrattazione, e tantomeno qualcosa che avremmo potuto ottenere dopo molti mesi di sciopero».
Crabtree-Ireland aggiunge che se una produzione viola il contratto 2023 del SAG, i dipartimenti contrattuali del sindacato e i rappresentanti sul campo affrontano immediatamente la questione e indicano alle case di produzione di modificare i loro contratti.
«Abbiamo ricevuto alcune segnalazioni su società che hanno tentato di chiedere il consenso per la replica digitale come una sorta di pratica standard per tutti i loro progetti», afferma Crabtree-Ireland, rifiutandosi di fare i nomi delle compagnie specifiche. «Questo è stato portato alla nostra attenzione da diversi artisti, e ci siamo immediatamente rivolti a quelle aziende ricordando loro che non è una cosa che possono fare in base al contratto».
Crabtree-Ireland osserva che non c’è stata una corsa all’implementazione delle repliche digitali, dopo l’accordo di novembre: «Non è come se si fosse acceso un interruttore e all’improvviso si fosse deciso di fare tutto con l’IA». Piuttosto, afferma, «c’è un aumento graduale dell’uso della tecnologia», che, a quanto gli risulta, «è conforme alle regole che abbiamo negoziato».
Nel frattempo, il membro del Consiglio nazionale della SAG Sharma, insieme ad altri artisti, ha sviluppato una clausola sull’intelligenza artificiale per il contratto del 2023, che rafforza le protezioni esistenti in materia di IA. Con il contratto televisivo e teatrale della SAG-AFTRA in vigore fino al giugno 2026, Sharma afferma di voler lottare contro la sostituzione degli interpreti.
«Sento [gli artisti] dire “bisogna cercare di sopravvivere ai prossimi 25 anni”, il che mi rende davvero triste, perché i nostri colleghi hanno già subìto così tanto negli ultimi cinque anni», dice Sharma. «Dobbiamo tutti continuare a sostenerci e aiutarci a vicenda in questi tempi difficili. È probabilmente uno dei periodi più difficili di sempre per un artista, soprattutto per chi non è in grado di sostenersi».
Alcuni artisti cercano di rimanere ottimisti. Duncan Anderson, che è stato recentemente scritturato per The Sex Lives of College Girls, ha acconsentito alla creazione di repliche digitali, ritenendo che l’IA non potrà mai sostituire la narrazione umana.
«Se penso che cambierà la mia vita e che mi toglierà il lavoro di attore e di artista? Non credo», dice Anderson. «Gli esseri umani troveranno un modo per adattarsi».