Lovely Boy di Francesco Lettieri – Giornate degli Autori
Il “regista di Liberato”? Non solo, non più. Dopo aver costruito un vero e proprio immaginario d’auteur con i videoclip del misterioso cantautorapper napoletano, Francesco Lettieri è rimasto “in loco” con la sua opera prima, Ultras, prodotta da Netflix. Ora resta nel mondo musicale, ma passa alla trap (e a Sky/Vision). E regala ad Andrea Carpenzano (La terra dell’abbastanza dei Fratelli D’Innocenzo, Tutto quello che vuoi di Francesco Bruni), il ruolo che potrebbe imporlo definitivamente tra i neodivi italiani, com’è giusto che sia. E liberamente ispirato (così si dice) alla parabola della Dark Polo Gang. Sounds (very) good.
Mondocane di Alessandro Celli – Settimana della Critica
Dov’è Mostra, c’è Borghi. Che – dopo l’esordio al Lido con lo spartiacque Non essere cattivo di Claudio Caligari, il ruolo di “madrino” nel 2017 e il suggello definitivo di Sulla mia pelle in cui era uno Stefano Cucchi umanissimo e doloroso – torna alle Giornate degli Autori con un titolo che mette insieme distopia e periferia. L’esordio di Alessandro Celli è ambientato in una città fantasma in cui nessuno può mettere piede. Solo pochi ci vivono, anzi: ci sopravvivono. Tra gang e violenza quotidiana, una storia di ragazzini (i protagonisti si chiamano Christian e Pietro, detto Mondocane) a cui Alessandro offre la sua partecipazione come sempre dura e pura.
Il paradiso del pavone di Laura Bispuri – Orizzonti
Habituée dei festival internazionali con i precedenti Vergine giurata e Figlia mia, entrambi con Alba Rohrwacher, Laura Bispuri arriva a Venezia (nella sezione Orizzonti) con una storia sempre al femminile. C’è ancora la sua attrice-feticcio, ma anche la grande Dominique Sanda del Conformista, Maya Sansa, Fabrizio Ferracane e il Leonardo Lidi scoperto nell’Incredibile storia dell’Isola delle Rose. Una famiglia si ritrova per un compleanno, e un pavone si innamora di una colombetta dipinta in un quadro: proprio così.
La ragazza ha volato di Wilma Labate – Orizzonti Extra
Wilma Labate è una “vet” del nostro cinema: vedi il suo più grande successo, La mia generazione, del 1996. Ma sa aggiornarsi al presente. Infatti prende una sceneggiatura dei Fratelli D’Innocenzo (presenti quest’anno anche in concorso col loro terzo, attesissimo film: America Latina); e ingaggia Alma Noce, rising star benedetta da Gabriele Muccino (era la “piccola” Micaela Ramazzotti negli Anni più belli) destinata a un avvenire luminosissimo. Per raccontare una storia di adolescenza “scomoda” che già sulla carta ci intriga parecchio.
Una relazione di Stefano Sardo – Giornate degli Autori – Notti Veneziane
Sceneggiatore apprezzato tra cinema (Il ragazzo invisibile 1 e 2 di Gabriele Salvatores) e tv (In Treatment, la saga 1992), Stefano Sardo esordisce dietro la macchina da presa con una storia che, come dice il titolo, inquadra una relazione come tante e al tempo stesso uguale solo a sé stessa. E dirige due volti che erano presenti nell’affresco su Tangentopoli: Guido Caprino (l’indimenticato leghista che finisce “per caso” a Montecitorio) e Elena Radonicich (che interpretava la sorella di Miriam Leone).