I magnifici sette (1960) di John Sturges – da noleggiare su Apple TV+
Yul Brynner, Eli Wallach, Charles Bronson… e Steve McQueen. Aka Vin, uno dei componenti della banda western più cult della storia del cinema. E, di conseguenza, nel ruolo che lo impone definitivamente nell’immaginario popolare. Tre sequel e un remake (pardon: reboot) recente con Denzel Washington e Chris Pratt, che però non eguaglia l’originale: che discorsi. Battuta cult: «Mi viene in mente di quel tale che è caduto dal decimo piano. Mentre precipitava, ad ogni piano diceva: “Per ora va bene”».
La grande fuga (1963) di John Sturges – da noleggiare su Apple TV+
Altro giro, altro John Sturges. Ovvero il regista (fin troppo sottovalutato) che ha contribuito a creare il “mito McQueen”. Vedi, nella fattispecie, la parte del capitano Virgil Hilts nel terzo film insieme (il primo era il meno celebrato Sacro e profano, 1959), leader del gruppo di inglesi rinchiusi in un campo di prigionia tedesco che pianificano l’evasione. Da una storia (incredibilmente) vera, nasce una leggenda del grande schermo. Battuta cult: «Sta per succedere qualcosa…».
Bullitt (1968) di Peter Yates – da noleggiare su Amazon Prime Video
È il caldissimo 1968 ed è con Bullitt che Steve McQueen entra per sempre nell’Olimpo del cinema. Il personaggio del titolo è il tenente della omicidi di San Francisco incaricato di proteggere un mafioso pentito. Ma tutto, chi l’avrebbe mai detto, si complica presto. Indimenticabile l’imitatissima tenuta “giacca e dolcevita” del protagonista, e soprattutto l’inseguimento alla guida della mitica Ford Mustang GT390 Fastback. Battuta cult: «Senta Chalmer, sia detto una volta per tutte: lei mi è antipatico».
Le 24 ore di Le Mans (1971) di Lee H. Katzin – da noleggiare su Amazon Prime Video
Se avete visto Le Mans ’66 – La grande sfida, dimenticatelo. O, quantomeno, rivedetevi il capostipite. Non che il recente drammone sportivo con Matt Damon e Christian Bale fosse brutto, tutt’altro. È che quello starring il nostro Steve resta uno dei film automobilistici più iconici di sempre, se non il più iconico. E quello che lo lega per sempre al binomio: divo e motori. Battuta cult, stavolta presa dalla vita reale: «Gareggiare è vita. Tutto ciò che viene prima o dopo è solo attesa».
Papillon (1973) di Franklin J. Schaffner – su RaiPlay
Altra prigionia-cult e altra fuga che non si dimentica. McQueen è Henri Charrière, detto Papillon per via della farfalla tatuata sul petto. E la sua odissea esistenzial-carceraria diventa ancora più memorabile grazie al suo compagno di colonia penale, sperduta nella Guyana francese: il falsario Louis Dega interpretato da Dustin Hoffman. Anche per questo film un remake recente e passato inosservato, nonostante i protagonisti Charlie Hunnam e Rami Malek. Battuta cult: «Maledetti bastardi… sono ancora vivo!».