Sì, domani inizia il secondo lockdown. E sì, pare già un nuovo incubo. Per fortuna che c’è sempre Wes Anderson con i suoi consigli di visione, tra classici assoluti e meraviglie da scoprire o riscoprire (recuperate da un’intervista con Rotten Tomatoes di qualche anno fa). Se non ora, quando?
Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York (1968) di Roman Polanski
Il cult horror di Polanski è «un film a cui torno spesso», ha raccontato Wes. «Ha sempre avuto una grande influenza su di me, è stato fonte di idee, è uno dei miei preferiti. L’interpretazione di Mia Farrow è grandiosa. E ho letto il copione: è fantastico».
Arancia meccanica (1971) di Stanley Kubrick
Altro giro, altro titolo di culto assoluto: «Parliamo di Stanley Kubrick al suo meglio, è un film pensato in modo molto particolare: evoca questo mondo che non hai mai visto descritto così in un film prima di quel momento ma, allo stesso tempo, c’è spontaneità e grande energia. E, come Rosemary’s Baby, è tratto da un bellissimo libro, l’adattamento è perfetto».
Mancia competente (1932) di Ernst Lubitsch
Il terzo favourite del nostro è una commedia romantica di Lubitsch, in cui un ladro gentiluomo e una borseggiatrice uniscono le forze per truffare la proprietaria di una compagnia di profumi: «Un grande film di Lubitsch. Con Herbert Marshall, Miriam Hopkins e Samson Raphaelson, che ha scritto diversi film del regista, alla sceneggiatura. Non so se qualcuno è più in grado di fare un lungometraggio del genere: quel tono perfetto, è un film “soufflé”. Una chicca».
Toni (1935) di Jean Renoir
«È Jean Renoir prima della Grande illusione, prima della Regola del gioco, ed è ambientato nel sud della Francia tra gli immigrati italiani che lavorano come braccianti. È bellissimo, lirico e molto triste; un grande film di Renoir. Credo che le persone non lo guardino più tanto, ma è meraviglioso», ha detto Anderson.
Chi ha paura di Virginia Woolf? (1966) di Mike Nichols
«Chi ha paura di Virginia Woolf? è un altro film che ho rivisto di recente. Quando l’ho guardato per la prima volta non è stato un colpo di fulmine, tutt’altro. Ho adorato Il laureato da subito, ma non ero entusiasta di questo, perché mi trasmetteva una sensazione negativa. Ma quando l’ho ripreso in mano di recente ho pensato che fosse il film più bello, ispirato, appassionante. Mike Nichols è uno dei registi più creativi di sempre. E questa è una straordinaria opera prima», ha spiegato Wes.