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Sì, va bene Barbie. Ma a rubare la scena è l’eterno wannabe fidanzato che non fa pace col fatto di essere “solo”… Ken. Nello sfottò di un patriarcato tutto cavalli e tavole da surf, Ryan Gosling centra quello che è forse il personaggio migliore (e certamente più iconico) dell’anno, sublimato da una canzone-manifesto. Can you feel the Kenergy?
E se di patriarcato si parla, ecco il personaggio simbolo dell’annata italiana. La Delia di Paola Cortellesi, costretta al ruolo di moglie “mazziata", racconta le conquiste delle donne di ieri che non sono finite nei libri di Storia, e parla alle donne (e non solo) di oggi e di domani in cerca di parità, libertà e diritti. E che non vogliono più restare “a bocca chiusa”.
Nell’“altra” Storia americana di Martin Scorsese, il vero cuore non è né la superficialità colpevole di Ernest (DiCaprio) né l’avidità sanguinaria dello zio (De Niro), ma la fierezza della Mollie di Lily Gladstone. Una doppia rivelazione: quella di uno dei tanti personaggi sepolti dalla Storia “bianca” e quella di un’attrice che potrebbe meritatamente passare da zero a Oscar. Speriamo che anche al Kodak Theatre si presenti avvolta in uno dei suoi poncho mai-più-senza.
Controverso, imprendibile, tormentato. Ma anche, nel ritratto che gli ha reso Christopher Nolan, a suo modo cool. Il regista inglese ha rimesso la scienza al centro del cinema (e del dibattito) usando un personaggio ambiguo ma affascinante che, nonostante la freddezza glaciale, ha saputo conquistare le folle di tutto il mondo. Merito anche della prova di Cillian Murphy, finalmente e indiscutibilmente promosso a lead actor del cinema di Serie A.
Se Barbie si fa rubare la scena da Ken, David Beckham nella docuserie Netflix che lo racconta scompare di fronte ad almeno un paio di epic moments della moglie Victoria. Dalle millantante origini working class (quando andava a scuola in Rolls-Royce) ai racconti delle crisi matrimoniale prima che arrivasse Ilary Blasi (e con molta più classe). La Posh Spice che non sorride mai si scopre una figura autoironica e irresistibile: Vicky forever.
Va bene la straordinaria dinamica tra i due protagonisti (il Joel di Pedro Pascal e la Ellie di Bella Ramsey), ma forse i personaggi della prima stagione di The Last of Us che resteranno nella memoria sono Bill e Frank (Nick Offerman e Murray Bartlett), gli amanti alla fine del mondo che incarnano perfettamente la fragilità e insieme la speranza dei nostri tempi difficili. Ricordandoci cosa significa essere umani.
A dispetto delle stroncature che ha ricevuto la serie (e anche dell’odio “ad personam” che gli è stato indirizzato), il Tedros di The Idol resterà una figura chiave dell’annata televisiva 2023, nel bene e nel male. Il suo creatore e interprete The Weeknd, alle primissime armi dal punto di vista recitativo (e si vede), mette molto di sé e si compiace fin troppo. Ma fa discutere mezzo mondo: mission accomplished.
Era praticamente impossibile rendere giustizia all’originale, cioè la Andréa di Camille Cottin. Ma, nella versione italiana della serie cult francese, il casting di tutti gli agenti è stato impeccabile. A partire da Sara Drago nei panni della più tosta (ma anche a suo modo fragile) del gruppo. Dal teatro al primo ruolo sullo schermo, sembra che non abbia mai fatto altro. Giocandosela da vera “pro” con la crème del nostro star system. Attendiamo con ansia la seconda stagione.
Tecnicamente è un personaggio del 2022, ma il film di Todd Field in Italia è uscito quest’anno, regalandoci uno dei character study più memorabili della carriera di Cate Blanchett, e non solo. Lydia Tár è più vera del vero, tanto che sembra di guardare il suo biopic. E va dritta al cuore della “conversazione” di oggi, tra MeToo e cancel culture. Da Oscar… ehm, no.
Non si può non considerare il vero fenomeno pop della tv italiana di quest’anno (e pure prima), capace di estendersi a tutti i (social) media e di generare un nuovo star system di giovanissimi. Nella terza stagione, la new entry che ha trascinato le folle è Rosa Ricci (interpretata da Maria Esposito), la figlia del boss nonché Giulietta del Romeo partenopeo, ovvero il Carmine di Massimiliano Caiazzo. Faccia giustissima e “cazzimma” da vendere.
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