Asia Argento: «Ho raccontato i cazzi miei in tv per mantenere i miei figli» | Rolling Stone Italia
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Asia Argento: «Ho raccontato i cazzi miei in tv per mantenere i miei figli»

Una mostra di polaroid a Torino, il ritorno al cinema dopo la delusione a ‘X Factor’ e "gli scarafaggi" che l'hanno perseguitata durante il durissimo anno che ha vissuto

Asia Argento: «Ho raccontato i cazzi miei in tv per mantenere i miei figli»

Foto di Thierry Chesnot

«Stavo giocando a Monopoly con i miei figli». Interrompo la quotidianità di Asia Argento per questa intervista che arriva dopo un reciproco rincorrersi. Un via vai di messaggi su Whatsapp, per un paio di giorni e finalmente troviamo il punto d’incontro. L’occasione per parlare con Asia è la mostra Asia Argento Antologia Analogica (a cura di Stefano Iachetti), al Museo del Cinema di Torino fino al 27 maggio.

Un’esposizione che inizia già dalla cancellata esterna della Mole Antonelliana, con 23 immagini (pellicola 35 mm) realizzate tra il 2001 e il 2004. E quattro scatti di Iachetti che ritraggono l’attrice sul set di Incompresa. Nell’Aula del Tempio, all’interno del museo, si possono ammirare 170 polaroid «sulle quali ho dipinto sopra da gennaio a una settimana prima che inaugurasse la mostra. In realtà ne ho fatte più di 400, ma non sono tutte esposte». Parlare con Asia è come tenere, tra le mani, un cuore di cristallo pieno di crepe: si ha paura di romperlo da un momento all’altro.

Una persona (prima che un personaggio) fragile, con le mani e le ginocchia sbucciate da un anno terribile, che metterebbe alla prova chiunque. Le vicende le conosciamo tutti, inutile stare qui a rivangare. Con la Argento, però, voglio essere un ascoltatore attento più che con gli altri, sentire quello che ha da dire. Un flusso di parole con l’anima più pura di questa artista.

Foto di Asia Argento

Asia, cosa rappresenta questa mostra?
Questa mostra è stata importante a livello di sopravvivenza.

Perché?
Riuscire a creare, nel momento in cui si sta male, non è facile, ma è necessario. Non sono riuscita a esprimermi nelle maniere che conoscevo meglio, quelle della scrittura e con la regia.

Come mai?
Ho passato un grossissimo periodo di solitudine, di riflessioni e di autoanalisi senza riuscire a cavare fuori nulla. Ho avuto, però, la consapevolezza che solo la creazione, in questo caso fisica – di manipolare, toccare con le mani –, è stata la maniera per uscire fuori da un anno terribile. Poi è anche primavera, mi sembra davvero una rinascita.

Cos’hai provato in quest’anno?
Quando sono stata sotto quest’onda nera, che sembrava non finire mai, non vedevo proprio luce, non vedevo neanche il tunnel.

Cosa hai fotografato, ma soprattutto che visione hai voluto dare?
Con uno sguardo ossessivo, sono sempre gli stessi soggetti che non avevano apparentemente e non hanno, per me, ancora, un significato intrinseco: c’è questo giornale anni ’80 con la foto del cantante dei Bauhaus, ci sono vinili, frasi, immagini e quella poesia che si trovavano nella mia camera da letto e nel mio bagno: non riuscivo a uscire da questo recinto. Imprimerle era come stare chiusi in una stanza di gomma, continuavo a vedere gli stessi oggetti, che non avevano senso.

E poi?
Il fatto di manipolarli, dipingendoci sopra e colorando le immagini che svaniscono dei vecchi rullini della polaroid, era come bloccare questo attimo, tirarlo fuori da me. Imprimerlo per liberarmene per sempre.

‘Angel Tatoo’ di Asia Argento

Un aiuto, insomma.
Il flash della polaroid ha illuminato una zona buia in cui brancolavo, ma che non era dentro di me, era fuori di me. Come quando accendi la luce e scappano via tutti gli scarafaggi. È questa la sensazione.

Quanti scarafaggi hai incontrato quest’anno?
Alcuni erano scarafaggi, altri erano veri e propri serpenti, pericolosi, velenosi. Un giorno, forse, tutto questo avrà un senso. Capirò perché ho dovuto affrontare queste persone. Dovevo crescere, stare più attenta, fidarmi di meno. Dovevo proteggermi come una specie a rischio, come fanno al WWF. Sono stata attaccata da animali feroci, da predatori, persone cattive, spiriti bassi. Penso agli scarafaggi e ai serpenti perché strisciano, stanno in terra, ma sono molto furbi. Per questo mi sono tatuata un serpente, per farmelo amico.

Ah sì?
È l’unico modo: se il serpente è mio amico, gli altri avranno paura ad avvicinarsi. Come si dice? Keep your friend close and your enemy closer.

Non pensi che, quest’anno, abbia in qualche modo oscurato la tua carriera?
Non l’ha oscurata, si è spostata l’attenzione dalla creazione, da quello che ho fatto, a una morbosità sul mio privato. Sono diventata un fatto di cronaca per quello che faccio, le persone che vedo, che mi circondano, che vedono i miei messaggi. Tutto ciò è stato completamente alienante e sfido qualsiasi essere umano. Però anche questo fa parte della longevità del mio mestiere: ne ho viste e ne ho vissute di cotte e di crude, non solo in questo anno.

Cosa intendi?
Lavoro nello show business da quando avevo nove anni e ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare. Quindi quest’anno, sì, è stato terribile, ma le altre cose, grazie a Dio, me le sono tenute per me.

Ma ci sarà una differenza tra le difficoltà che hai passato quest’anno, rispetto a quelle vissute in tempi meno recenti…
Quest’anno mi è sembrato di vivere ancora più sotto i riflettori, cosa che io, assolutamente, non cerco. Sono lontana dai pettegolezzi e dalla mondanità. È andata così, l’universo voleva che andasse così.

Ok, ma se non volevi stare ulteriormente al centro dell’attenzione mediatica, perché andare a parlare di quello che ti è successo a Non è L’Arena, Domenica in e Live – Non è la D’Urso?
Mi hanno pagato tanto, amico mio. Come potevo sopravvivere, come mamma single di due figli, che mantengo da sola, avendo perso il lavoro – perché l’ho perso – e senza prospettive, sola al mondo? La gente pensa solo al fatto che sono figlia di Dario Argento, ma mio padre è un regista e ha fatto film di genere. Io sono cresciuta nella stessa stanza da letto con le mie due sorelle, mio padre non mi ha mai aiutata. Sono andata a vivere da sola, a diciotto anni, e mi sono sempre mantenuta autonomamente. Non è facile. Quindi, se l’unico introito che potevo avere era andare in tv a raccontare i cazzi miei, non ho nessun orgoglio in questo. Per mantenere la mia famiglia ho fatto di tutto, in questi anni.

Tipo?
Ho venduto qualsiasi cosa, come la mia batteria. Ci tenevo, aveva un valore per me. Non me ne frega niente dei soldi, l’importante è mantenere i miei figli. Quindi ho partecipato a queste trasmissioni per questo motivo, fratello, non te lo nego. Altrimenti non ci sarei mai andata in vita mia.

‘Frida’ di Asia Argento

Torniamo, per un attimo, alla mostra. Ci sono icone come Frida Kahlo che sono presenti. Quali sono le personalità che, in qualche modo, sono state fonte di ispirazione per la tua carriera?
Frida, sicuramente, è una di queste. Mi sento vicina al suo spirito, non a caso dovrei fare un documentario – non come regia, è un altro tipo di collaborazione – su di lei. Tutto torna. Ce ne sono mille di fratelli e sorelle spirituali, viventi e non. Mi danno la forza di andare avanti, sono artisti che sono sempre stati degli outsider. Loro si sono riconosciuti in me – quelli viventi – e io in loro. Ci unisce l’orgoglio di sentirci fuori dal coro, ma è una predisposizione con cui si nasce. Non è una cosa che ci si può prefiggere, è il destino.

Ti abbiamo vista al live di Salmo. Stai preparando qualcosa a livello musicale?
Mi piace tantissimo l’album di Salmo, è uno dei dischi che, in generale, ho ascoltato di più quest’anno. Anche con i miei figli, ci fa molto ridere quando mi “cita”. In questo momento, però, ho avuto la forza solo di fare queste polaroid.

Quindi niente musica…
Non ho avuto tempo per pensarci, ma sono in contatto con tantissimi musicisti e ci sono progetti in ballo. Sicuramente, quando starò meglio, mi verrà voglia anche di scrivere testi e collaborare. Ho fatto, però, tantissimi dj set quest’inverno, non li facevo da anni. Avevo smesso perché non mi divertivo più.

Com’è andata?
È stato divertente, ma stancante. La nightlife, per me, è troppo faticosa: mi sveglio la mattina presto per portare i miei figli a scuola. Va bene per un periodo, mi è servito e mi piace sempre condividere la musica e i generi che conosco, però ora mi sono pure stufata.

Marilyn Manson scattato da Asia Argento nel 2004

Anche la regia, in questo momento, è difficile da ipotizzare?
Ho fatto solo polaroid, non ho avuto modo di pensare ad altro. Tutto il resto tornerà, in questo momento sono completamente svuotata. Ora farò una trasmissione su Rai 2, Realiti, con Enrico Lucci. Inizierà l’8 maggio, un format completamente nuovo, molto buffo, assurdo, una specie di Truman Show.

Cosa farai?
Diciamo che dirò la mia. In questo momento riesco solo a fare foto ed essere me stessa. Anche a X Factor dovevo essere semplicemente me stessa. Questa cosa mi risulta più facile di questi tempi. Tutti mi incoraggiano a scrivere, pensare a film, a regie, ma non è quello che mi sento di fare in questo momento.

Senti, ma X Factor, almeno come rivincita, lo rifaresti?
Come rivincita no, sarebbe come tornare insieme a un fidanzato che ti ha fatto tanto male, che ti ha trattato in malo modo. Quindi bisognerebbe vedere, col tempo, se si ha voglia di avere a che fare con questo fidanzato un po’ stronzo. Magari ne trovi uno più bello, più accogliente, più tuo e più innamorato di te.

Ma di The Voice of Italy che mi dici? Sembrava dovessi fare il coach.
Sono tanti i discorsi che si fanno, però come tutto quel che mi riguarda, anche quando i discorsi sono molto lontani, si danno per certi. Parlare di qualcosa non vuol dire che ci sia la volontà. Con The Voice non c’è stato nemmeno un vero discorso.

Foto di Asia Argento

E il lavoro di attrice, invece?
Ah, sì. Sto facendo un film. Lo vedi, non sono molto brava a farmi auto-promozione.

Di che film si tratta?
È l’opera prima della regista belgo-turca Banu Sivaci. Ha già fatto dei corti bellissimi. Lo giriamo in Belgio e in Olanda.

Il tuo ruolo?
Interpreto la madre del protagonista, che è un ragazzo di diciotto anni, ma sono solo nei suoi ricordi.

Qual è la trama?
È ambientato in un futuro distopico, in cui il sole fa venire l’acufene solo a una parte della popolazione. Questa cosa manda le persone fuori di testa e si fanno tutti di un collirio che, per un attimo, li distoglie da questo suono così forte che li porta a fare gesti estremi. Non tutti credono che alcuni essere umani sentano questi suoni e, questi sfortunati, sono costretti a vivere sottoterra. Questa è la storia.

Come sta andando?
Mi diverte molto, mi piace il film, mi piace l’atmosfera sul set, mi piace la regista. Poi è un lavoro che non mi toglie troppo tempo e non mi fa stare molto lontano dall’Italia, visto che ho due figli.

Il titolo del film?
Sans Soleil, che significa “senza sole” in francese.

Nella tua vita si può dire che il sole è mancato per troppo tempo.
Ma ce ne sono state più di una, di cose tremende. Ora che è qualche settimana che non mi succede niente di brutto, sto iniziando a ridermela sotto i baffi. Dopo avere ricevuto ogni giorno una brutta notizia, ho quasi paura a gioire, ma a questo punto ne ho talmente bisogno che me la rido.

Ci sono state, però, persone che ti sono state vicine, come Vera Gemma.
Perché lei è vera. Tutte le mie amicizie, le persone di cui mi fido, sono del mio periodo pre-lavorativo. Di loro mi fido.

Perché sono tutte del periodo pre-lavorativo?
C’è qualcosa nella fama e nelle cose fittizie e fatue, che per chi non ce le ha, sembrano la luccicanza extra terrena. Le persone con cui condivido e ho condiviso tutto me le tengo ben strette, le posso contare su una mano, non mi hanno mai tradito.

Qualcuno ti ha deluso?
Tutti, a parte la mia famiglia e questi tre/quattro amici. Però è bellissimo: è una grande pulizia, è come il serpente che cambia la pelle e si toglie tutta la zozzeria di torno. Gli scarafaggi sono rimasti attaccati alla pelle vecchia.

Come ti vedi da qui a un anno?
Non ci penso nemmeno. Già è tanto vivere alla giornata.

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