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Chris Pratt e Zoe Saldana: «I Guardiani della Galassia sono tornati»

Che cosa accade nel secondo capitolo della saga da oggi al cinema? Lo abbiamo chiesto a una donna verde e a un eroe spiritoso e molto sexy. Gli animaletti, purtroppo, non c'erano

Abbiamo visto tutti Guardiani Della Galassia vol.1, a parte la simpatia di Quill, Star-Lord, la figaggine (in versione verde Hulk) di Gamora, la satira di Rocket, Yondu e “Io sono Groot”, quello che veramente conta del film è la musica. parte integrante del DNA della franchise e narrativamente importante per Peter Quill, perché è la compilation che gli fece la madre prima di morire. David Bowie, Marvin Gaye, Norman Greenbaum, The Runaways, Raspberries, Jackson 5 e appunto i Blue Swede con Hooked On A Feeling… Quindi, boys & girls, cliccate su YouTube o infilate la cassetta, se siete vintage e partiamo con “Ooga chaka, ooga ooga/ I can’t stop this feeling deep inside of me“. (E peccato che non possiate sentire tono e voce dei protagonisti, perché, anche se Amendola era the best come doppiatore, la vostra Bestia ci tiene a farvi sapere che un “Fuck you” detto da Travolta è completamente diverso dai “Fuck you” detti da Pacino, Hoffman, Stallone e anche De Niro, e che nessuno di loro è romano).

Spoiler alert (odio questa frase!) non ce ne sono, visto che James Gunn (che dirige anche il Vol.2), Chris Pratt (Quill) e Zoe Saldana (Gamora) sono abbottonatissimi su personaggi e trama. Ma vi basti sapere che: in Vol.2 David Bowie è l’unico ad avere un’altra canzone (Suffragette City); abbiamo intravisto Sylvester Stallone; il padre di Star-Lord è il mitico Kurt Russel, nei panni di Ego The Living Planet con tanto di “dick-pene” dalle misure soddisfacenti, ed è accompagnato dalla sensitiva Mantis; vi innamorerete di Baby Groot; la storia comincia con un loro incarico sul pianeta Sovereign… E che esce il 25 aprile, il giorno del mio compleanno!

Qual è il tono del film?
Pratt: È spiritoso come il Vol.1, ma anche più serio e intenso. Le parti comiche sono più di- vertenti, le battute più taglienti, mentre quelle drammatiche sono amplificate, più profonde. Ci sono molti elementi del primo, ma qui sia- mo di fronte a un’altra storia, un film diverso. Nei sequel, se il film ha avuto successo, molti registi sono tentati di replicare la formula: non è questo il caso. Le loro relazioni sono più complesse, Star-Lord è più vulnerabile, i suoi amici sono diventati la famiglia che non ha mai avuto, c’è una dinamica di relazioni amplifica- te, tutto è più dilatato, conflitti, discussioni, sentimenti vari, perché tutti iniziano a conoscersi meglio. In più, Peter incontra finalmente suo padre, e tutti i rapporti si complicano, non solo per lui, ma anche con Yondu, Rocket e Groot, Gamora e Nebula.

Star-Lord/Peter Quill (Chris Pratt) e Drax (Dave Bautista) in una scena di “Guardiani della Galassia vol.2” ©Marvel Studios 2017

Nel primo film i ruoli furono scritti prima del casting. Credi che in Vol.2 James li abbia adattati pensando alle vostre rispettive personalità?
Pratt: Sicuramente! Drax ha molti aspetti di Dave Bautista, Rocket e Gamora sono stati plasmati su misura per Bradley (Cooper) e Zoe. Venendo a me, Gunn ha voluto che il mio Peter improvvisasse di più: James sa che il mio stile è informale, libero, spesso slegato dalla sceneggiatura. Mi ha dato spazio, sa che in ogni ruolo aggiungo parecchi elementi di me stesso. Rispettavo i miei dialoghi, ma, se mi veniva un’i- dea, improvvisavo. Un po’ come fa un musicista jazz, aggiungevo il mio assolo qua e là.

Che relazione hai con Gamora, visto che litigate spesso?
Pratt: Partiamo col dire che discutiamo, io odio litigare. Non litigo mai, nemmeno con mia moglie. Con Quill e Gamora ci saranno molti sviluppi inaspettati, ti dico solo che la loro relazione diventerà molto più interessante. Mentre già ti confesso che voglio fare anche il Vol.3 e andare con gli Avengers (ride).

Quindi, Zoe: nessun litigio con Quill, mentre la relazione con Nebula come si evolve?
Saldana: Ogni personaggio fa un percorso che rivela il suo passato. Gamora ha molti sensi di colpa, cerca di riappacificarsi con la sorella, anche se hanno un rapporto difficile, danneggiato. In questo film scopriamo dei lati sconosciuti di entrambi. Gamora vuole redimersi per tutto il male che ha fatto nella vita passata. Attraverso la loro relazione capiamo meglio il rapporto che hanno con Thanos. Alla fine del primo film, Gamora è l’eroina positiva, mentre Nebula è la cattiva. Adesso scopriamo che le loro personalità sono molto più complesse. Come in tutte le relazioni, quando ascolti entrambe le parti, ti rendi conto che nessuna delle due ha torto o ragione. James ha voluto dare più spazio a due donne egualmente forti e ha aggiunto Mantis (l’attrice Pom Klementieff, ndr), fondamentale per equilibrare il testosterone di Drax.

Gamora (Zoe Saldana)Star-Lord/Peter Quill (Chris Pratt) e Drax (Dave Bautista) in una scena di “Guardiani della Galassia vol.2” ©Marvel Studios 2017

Sei stata ballerina: è un talento che ti aiuta come attrice?
Saldana: Se non sapessi ballare non avrei mai potuto fare i film che ho fatto, è la ragione principale per cui mi ha scelta James Cameron. Grazie ad Avatar, sono arrivata a Star Trek e poi a Guardiani della Galassia con il ruolo di Gamora. Mia madre mi ha cresciuta ripetendomi che potevo diventare chiunque avessi voluto, ha insegnato a me e alle mie due sorelle ad avere coraggio e ad affrontare chiunque non ci rispettasse o ci considerasse inferiori.

Si dice che tu sia una geek, una nerd sci-fi…
Saldana: Verissimo. Mi piace il genere sci-fi perché posso essere multidimensionale. Sono libera di essere chi voglio, non sono definita dal colore della mia pelle, dalla mia cultura o etnia. Sono fuori da ogni schema, posso salvare il mondo, proprio come un uomo, se non meglio senz’altro alla pari. Amo la fantascienza, è una passione che condivido con mia madre che è una vera trekkie, da sempre innamorata di William Shatner (il capitano Kirk di Star Trek, ndr). Quando non giro guardo film di fantascienza, quando non li guardo leggo spessissimo Isaac Asimov, Philip K. Dick e Ray Bradbury.

Qual è stato il regista che ti ha dato il consiglio più utile per la carriera?
Saldana: Spielberg in The Terminal. Mi disse che, se avessi voluto diventare una brava attrice, avrei dovuto rispettare il mestiere e chi l’aveva fatto prima di me. Per la mia famiglia è molto importante rispettare radici e tradizioni, il nostro passato. I miei figli crescono parlando tre lingue, perché devono essere in grado di comunicare con tutti i nonni. Spero che rimangano curiosi di conoscere la storia dei nostri antenati, così troveranno il loro posto nel mondo.

Cosa pensano i tuoi bambini di Gamora?
Saldana: Hanno associato il colore verde a una mia strana relazione amorosa con Hulk, e quando guardano papà scoppiano a ridere!

©Marvel Studios 2017

Mentre Zoe e Chris sfilano per le foto di rito, ecco arrivare lo skipper della GdG2, quel James Gunn, genio poliedrico cresciuto come i ragazzini di “Stranger Things”: horror, zombie, video.

Da quando Chris Pratt ha fatto il primo Guardiani è diventato una mega star. Come hai capito che sarebbe stato l’attore giusto per te?
Gunn: Chris mi deve tantissimo, deve proprio tutto a me (ride)! Quando l’ho scelto, si sono chiesti tutti perché proprio lui. Per me era già una star: ha un fascino alla Han Solo ed è bello come Gary Cooper. È forte e fragile allo stesso tempo, una combinazione rara che hanno pochi attori, è futuristico, moderno, fa parte di quel cerchio di movie star. Nella Storia ce ne sono forse una ventina.

Parliamo di musica. James, è vero che ascoltate tutte le canzoni mentre siete sul set?
Gunn: La musica per me è come se fosse un altro attore del film. Tutto ha inizio da bambino, quando scopro che Ennio Morricone consegna a Sergio Leone la colonna sonora prima dell’inizio delle riprese, così da poterla suonare sul set. E visto che la loro collaborazione ha dato tra i risultati più stupefacenti della storia del cinema, ho deciso di fare lo stesso. Poter avere la musica mentre si gira dà risultati straordinari: non solo aiuta gli attori a recitare in modo più coinvolgente ed emotivo, ma aiuta anche i movimenti di macchina. Quando ascolti certe canzoni, ti rendi conto che un attore dovrebbe recitare meno e vivere di più il momento, e la musica aiuta la mimica facciale. Creativamente è tutto molto più intenso.

Come nasce un tuo film?
Gunn: In genere scrivo un trattamento, dove ci sono tutte le info sui personaggi, che mi aiuta a capire meglio come muovermi con la sceneggiatura. Dentro c’è tutto: musica, dialoghi, descrizione ambienti, abiti, schizzi e osservazioni personali. Per questo film ne ho fatto uno di 70 pagine, molto elaborato. Una volta finito, scrivo la sceneggiatura vera: mi diverte molto di più perché in genere ho già risolto la maggior parte dei problemi di coerenza, in questa fase elaboro i dialoghi, lavoro sull’interazione dei personaggi. A volte, poi, disegno prima lo storyboard, perché per me il colore è molto importante. Per questo Vol.2 mi sono ispirato a Flash Gordon, sia la versione prodotta da Dino De Laurentiis, sia le versioni dei fumetti di Al Williamson.

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