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Conversazione con “tre sorelle”: Natasha Lyonne, Elizabeth Olsen e Carrie Coon

Le tre magnifiche attrici, protagoniste di un magnifico film (‘His Three Daughters’, su Netflix), ci raccontano come un incontro di lavoro si è trasformato in una grande amicizia

Foto: Sam Levy/Netflix

«Questo sarà il fottuto titolo di questo pezzo, vero?», chiede Natasha Lyonne nel modo più Natasha Lyonne che si possa immaginare. «“Natasha Lyonne non entra nei DM dei registi”. E, credetemi, ci sarà un sacco di gente che vi scriverà per dire che non è vero!». L’attrice infilza una forchetta in una montagna di pancake che il suo manager le ha portato qualche minuto fa e che sta attaccando con quello che si può solo definire un gusto estremo.

Sedute a pochi metri di distanza, Carrie Coon ed Elizabeth Olsen scoppiano a ridere. Le tre hanno passato la giornata a fare uno shooting ai Pier 59 Studios di New York e sono completamente esauste. Lyonne aveva davvero bisogno di un’iniezione di zuccheri. Coon e Olsen avevano davvero bisogno di una risata. «Non scivolo mai nei messaggi di lavoro. Assicuratevi di scriverlo», dice Lyonne.

È la prima volta che le protagoniste di His Three Daughters, il nuovo film di Azazel Jacobs disponibile su Netflix, si vedono da quando le riprese si sono concluse nel 2022. La storia delle tre sorelle che si sono allontanate e che si riuniscono nell’angusto appartamento di famiglia a Manhattan per dire addio al padre morente è stata scritta dal regista di Momma’s Man e Fuga a Parigi pensando specificamente a ciascuna di queste interpreti. Jacobs le conosceva già tutte: aveva lavorato con Olsen nella serie Facebook Watch del 2018 Sorry for Your Loss; era amico di Coon grazie a suo marito, Tracy Letts, che ha recitato nel suo film del 2017, The Lovers – Ritrovare l’amore; e, almeno stando alla versione di Jacobs, aveva conosciuto Lyonne dopo che lei lo aveva contattato per complimentarsi con lui per uno dei suoi film, da cui la precisazione del DM. (Nel corso di un Q&A successivo alla proiezione di His Three Daughters, Jacobs ha raccontato che prima che si incontrassero formalmente ha partecipato a una festa di compleanno di Lyonne, con grande sorpresa di lei. Quando gli è stato chiesto come si fosse intrufolato, il regista ha ammesso di essere andato come +1 dell’attore Lucas Hedges. “Quindi Lucas era la talpa!”, ha esclamato Lyonne).

Ma a causa dello sciopero degli attori dello scorso anno, Coon, Olsen e Lyonne non hanno potuto partecipare alla prima del film al Toronto International Film Festival 2023. Essendo le tre attrici impegnatissime tra cinema e Tv in questo momento, e avendo a disposizione solo un breve periodo di tempo per lavorare insieme, sono entusiaste di essere finalmente di nuovo in compagnia l’una dell’altra.

La dinamica sullo schermo tra le tre sorelle immaginarie oscilla tra il gelo e l’ostilità: Katie (Coon) è una personalità rigida, di tipo A, con un debole per il vino rosso e l’atteggiamento passivo-aggressivo; Christina (Olsen) è una madre premurosa che funge da paciere della famiglia; la sorellastra Rachel (Lyonne) è una tossica che vive ancora a casa, e che ha accudito il padre malato fino a quando le cose non si sono messe male. L’unica cosa che hanno in comune è il padre. E anche il bisogno di chiudere le questioni in sospeso mentre lui trascorre i suoi ultimi giorni di vita.

«È buffo, perché nessuna di noi si conosceva, ma Aza ha scritto tutti questi ruoli per noi sapendo che ci saremmo completate a vicenda», dice Coon. «Eppure nessuno di essi è fatto su misura per noi. Voglio dire, io posso essere dispotica, ma non è che Natasha sia una fattona».

«No, mi presento solo come tale», dice Lyonne. «L’erba non fa per me. In realtà sono un’ex tossica. Ma capisco perché ha pensato a me, anche se all’inizio mi dicevo: “Oh, no, sarà un altro: ecco Natasha nei panni di una drogata”, perché è un ruolo che ho già fatto così tante volte, sullo schermo e nella vita. Ma poi, una volta iniziate le riprese, ho incontrato queste due fantastiche colleghe e ho pensato: “Devo farlo per loro”. E ora queste due sono tra le mie persone preferite di sempre. Magari non ci sentiamo tutti i giorni, ma è un sentimento così reale».

Dopo aver girato quello che è un vero e proprio studio di caratteri a tre, Coon, Olsen e Lyonne sembrano decisamente sorelle vere e proprie ora, rannicchiate insieme intorno a un tavolino. Sono protettive, affettuose e hanno la tendenza a finire le frasi l’una dell’altra o a ridere fino alle lacrime per battute in codice. Non sarebbe sorprendente se all’improvviso si lasciassero andare a quello speciale linguaggio segreto solitamente riservato ai gemelli.

«Ci sdraiavamo letteralmente l’una sull’altra tra una ripresa e l’altra», ammette Coon. «Di solito durante la pausa pranzo pensi: “Ho bisogno del mio spazio, voglio stare un po’ da sola”. Questa volta invece è stato come…».

«“Vieni qui e aiutami a fare la gara di spelling del New York Times!”», urla Lyonne.

«La mattina, se una di noi voleva un frullato, dovevamo prenderlo tutte», ricorda Olsen.

«Ricordo un sacco di» – Coon si lancia in una perfetta imitazione di Lyonne – “Chi vuole un frullato?!”».

«È una fanatica della salute», dice Olsen, indicando Lyonne mentre manda giù un altro boccone di pancake.

«Sì, forse è una cosa che non si sa di Natasha, ma ogni decisione che prende riguarda la sua salute», dice Coon, senza peli sulla lingua, mentre Lyonne con il cibo che quasi le esce dalla bocca.

Da sinistra: il regista Azazel Jacobs, Natasha Lyonne, il direttore della fotografia Sam Levy e Carrie Coon sul set del film. Foto: David Godlis/Netflix

Questa amicizia basata sull’ammirazione reciproca si è formata rapidamente nei quattro giorni in cui il cast e Jacobs hanno provato nell’appartamento in cui poi avrebbero girato, nel Lower East Side. C’era la sensazione che il regista stesse attingendo a qualcosa di ognuna di loro che non potevano vedere. Olsen dice che spesso le vengono proposti ruoli più duri e aggressivi, per cui è rimasta sorpresa dal fatto che Jacobs l’abbia voluta per una persona «più morbida, più accudente». Lyonne – che qui offre la migliore interpretazione della sua carriera – ammette che all’inizio non si sentiva all’altezza delle sue colleghe. Quando ha perso la voce verso la fine delle riprese, è stata disposta a farsi somministrare degli steroidi da un medico per riuscire a farcela. Sia Coon che Olsen le hanno detto di dare priorità alla sua salute, e Lyonne afferma che «questo ha creato una grande vulnerabilità tra noi. Aza ha visto che potevo essere vulnerabile, ma è stato solo quando loro due mi hanno fatto sentire abbastanza a mio agio che ho potuto lasciarmi andare davvero».

Coon non è rimasta sorpresa dal fatto che Jacobs l’abbia considerata per la parte della sorella più prepotente – «Penso che la mia famiglia pensi lo stesso!» – quanto per il fatto che pensava che sarebbe stata il terzo angolo perfetto di questo particolare triangolo. Ma ha notato che far parte di questo specifico insieme ha aperto qualcosa in lei che ha trovato istruttivo. «Mi ha costretta a riconoscere i modi in cui tendo a trattenermi», dice. «Ad esempio, le amicizie vere e profonde sono arrivate molto tardi nella mia vita. È qualcosa su cui sto ancora lavorando».

«Ma con noi non è successo», dice Lyonne. «È una tale gioia esserti amica». E prima che tu te ne accorga, tutte e tre si asciugano le lacrime, ridono e si stringono insieme come se non ci fosse altro posto in cui queste amiche preferirebbero essere.

Da Rolling Stone US

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