A proposito di Crudelia – l’ultimo spin-off/prequel/live action Disney, dal 26 maggio nelle sale e dal 28 su Disney+ con accesso VIP – si parlerà molto, e giustamente, degli sfarzosi costumi di Jenny Beavan (già premio Oscar per quelli di Mad Max: Fury Road), o della colonna sonora infarcita di hit rock’n’roll anni ’70 e non solo (e alle musiche originali c’è uno dei migliori nuovi compositori, Nicholas Britell, quello dell’irresistibile sigla di Succession e dei paesaggi sonori dei lavori di Barry Jenkins, da Moonlight a La ferrovia sotterranea). Ancora di più, probabilmente, si elogeranno le performance di Emma Thompson e soprattutto di Emma Stone, impeccabili per l’ennesima volta nella loro carriera. Forse, però, si parlerà meno dello sceneggiatore, Tony McNamara, anche perché non è certo lo script il punto forte di Crudelia. Eppure, senza di lui, e senza il regista Craig Gillespie, il film sarebbe ancora nel limbo di una faticosissima pre-produzione.
«Sono ben sei anni che si parla di fare questo film, da molto prima che cominciassimo in pratica a girarlo», racconta infatti Emma Stone, che è stata legata al progetto praticamente dall’inizio (fin da quando, in effetti, l’idea era solo “Emma Stone fa Crudelia de Mon”, anzi, “Cruella de Vil”, come da nome originale, che questa volta resta pure nel doppiaggio italiano, nonostante il film s’intitoli comunque Crudelia). «Disney sapeva di voler sviluppare qualcosa attorno a questo personaggio. Ci sono stati parecchi scambi di idee, diversi tentativi, è stato un processo durato quattro anni, sono stati coinvolti diversi sceneggiatori e a un certo punto abbiamo temuto che non saremmo mai riusciti a fare un film su Cruella de Vil, perché, per quanto fosse divertente e affascinante, sembrava impossibile costruirle attorno un mondo che non apparisse forzato. Ma una volta che sono saliti a bordo Craig e Tony le cose hanno iniziato a girare per il verso giusto, e finalmente mi sono trovata a dire: “Oddio, lo stiamo facendo sul serio!”». Craig è Craig Gillespie, che per la Disney aveva già firmato L’ultima tempesta, ma, soprattutto, è il regista di Tonya con Margot Robbie, un film che a suo modo ha qualche punto in comune con Crudelia: prende un personaggio identificato dall’opinione pubblica come una villain irredimibile – in quel caso la pattinatrice Tonya Harding, che fece spezzare le ginocchia a una rivale; qui la temibile assassina di teneri cuccioli di dalmata a uso pelliccia – e prova a raccontarcene il contesto di provenienza, con uno stile veloce, ritmato, sfrontato e sopra le righe.
Tony, invece, è Tony McNamara, e Emma Stone ha già lavorato con lui in quella che è stata la sua prima vera volta in un ruolo “negativo”, in La favorita di Yorgos Lanthimos. Il terzetto – Stone, Lanthimos, McNamara – ha in preparazione un altro progetto, Poor Things, segno che nella scrittura dell’autore australiano, e nella sua predilezione per “l’esagerazione in costume” (è sua anche la dark comedy satirica The Great), l’attrice premio Oscar per La La Land si trova piuttosto bene. E, certo, Crudelia in quanto Disney movie non potrà mai avere la ferocia ironica e cinica di Lanthimos, ma qualcosa in comune con La favorita ce l’ha: in fondo si tratta sempre di giochi di potere, manipolazioni e menzogne alla corte di una imprevedibile sovrana, in questo caso la Baronessa interpretata con evidente divertimento da Emma Thompson, un personaggio decisamente più spietato, e meno sfaccettato, della regina Anna di Olivia Colman. «Mi ha davvero stupito quanto la Disney abbia concesso a Crudelia di essere dark», conferma Stone. «Hanno lasciato a Tony e Craig la libertà di esplorare luoghi che non ti aspetteresti in un film del genere. Certo, è pur sempre un film Disney per famiglie, non aspettatevi qualcosa di vietato ai minori!», ride. «Ma qualcosa di diverso dal solito, questo sì».
Più che con La favorita, però, fin dal primo trailer i fan non hanno potuto non notare le somiglianze con un altro cult movie ambientato nel mondo della moda e costruito sul confronto tra due personaggi femminili opposti: Il diavolo veste Prada. E infatti, leggendo i titoli di coda, si scopre che il soggetto di Crudelia è di Aline Brosh McKenna, sceneggiatrice della commedia con Streep e Hathaway (nonché co-autrice di una delle migliori comedy che non avete visto negli ultimi anni: Crazy Ex-Girlfriend). Prima di diventare Cruella de Vil, infatti, la nostra protagonista si chiama Estella, è una bimba “difficile” trasformatasi in giovane donna che tira avanti tra piccole truffe nella Londra degli anni ’70 insieme a due amici criminali (Gaspare e Orazio, naturalmente), ma sogna un futuro nella moda, grazie al suo innato talento di stilista. Dopo un inizio rocambolesco, trova lavoro nella maison della Baronessa von Hellman, una virago narcisista, glaciale e dispotica.
«Gli abiti creati per il film sono pazzeschi», si entusiasma Stone. «Il mio preferito in assoluto, senz’ombra di dubbio, è quell’outfit assurdo che indosso nella scena del camion della spazzatura, perché ha uno strascico di quasi 13 metri» (si vede brevemente anche nel trailer). «Naturalmente quello strascico non è davvero attaccato alla gonna, sarebbe impossibile muoversi: l’hanno cucito all’ultimo, nel momento in cui salgo sul camion per girare la sequenza e farlo volteggiare dietro di me come una lunga scia. È stato esilarante! Ovviamente nessuno potrebbe mai mettersi davvero una cosa del genere nella realtà, ma è proprio questo il bello… Ora che ci penso, c’è un altro momento fantastico legato a un abito, quello in cui mi arrampico sull’auto della Baronessa e ricopro tutta la macchina con la mia gonna. Anche quella scena è stata epica, per quanto faticosa da girare: è proprio uno di quegli istanti magici in cui ti rendi conto di essere davvero dentro un film».
E – per quanto chi scrive non apprezzi granché né i live action Disney né la recente tendenza a trasformare storici e irredimibili villain in personaggi sostanzialmente buoni, ma incompresi e psicologicamente tormentati – quello di Estella/Cruella è davvero un ruolo ideale per le abilità recitative di Emma Stone. Anche solo perché è “doppio”, un po’ come la carriera di Emma: che dopo aver convinto, adolescente, i genitori a lasciarle prendere la via di Hollywood, si è ritagliata la notorietà nella commedia (teen in SuXbad e nel successo rivelazione Easy Girl, romantica in Crazy, Stupid, Love., horror in Benvenuti a Zombieland, supereroica nel pur sfortunato dittico di Spider-Man con Andrew Garfield, alleniana in Magic in the Moonlight e Irrational Man) ed è diventata definitivamente una diva con ruoli via via più drammatici, da The Help a Gangster Squad alla prima nomination all’Oscar con Birdman. In La La Land e La favorita ha dimostrato tutta la propria impressionante versatilità, e in Crudelia può fare lo stesso, per di più senza freni. Lo riconosce lei stessa: «Ho una faccia da cartone animato, un po’ “di gomma”, con i lineamenti esagerati, per cui un ruolo così, tratto da un cartoon, è un dono prezioso. Di solito devo cercare sempre di limitarmi un po’, di moderare la mia espressività, e invece qui è successo il contrario, potevo essere larger than life ed è stata una gioia».
L’ambientazione nella Londra anni ’70, con ispirazioni punk, è sicuramente un punto di forza del film, anche se per Stone significa doversi nuovamente mettere alla prova con un accento diverso dal proprio. «Eh sì, gli accenti sono sempre qualcosa che ci metto un po’ a padroneggiare», confessa. «Ma la parte più complessa di questo lavoro è un’altra, e cioè il momento in cui sai di dover girare una scena emozionante, carica di significato, di quelle necessarie per far evolvere la storia. Sento sempre una grande pressione, in quei casi, anche perché non importa quanto tu sia stanca o come tu ti senta quel giorno: se bisogna girare quella scena, bisogna girare quella scena. Passo sempre una notte insonne, prima… è insieme la cosa più difficile da affrontare e il motivo per cui amo questo lavoro. L’angoscia se ne va lavorando: quanto più riesci a essere presente a te stessa, tanto più velocemente ti tranquillizzi. È anche per questo che ho scelto di fare l’attrice: sono di natura molto ansiosa, e ho scoperto che nei momenti in cui facevo improvvisazione, commedia, teatro, quelli in cui non hai tempo di pensare o preoccuparti ma devi solo reagire, ecco, in quei momenti ero più attenta, calma, consapevole. È questo che mi regala la recitazione: non mi libero dell’ansia, ma uso il mio lavoro per passarci attraverso».
E in fondo, conclude, anche Crudelia è «una storia su come quelle che percepiamo come debolezze possano diventare la nostra forza. Quello che nella giovane Estella viene considerato un difetto – la sua tendenza a infiammarsi d’improvviso, a reagire d’impulso – diventa ciò che le permette di sviluppare la propria creatività, il proprio genio. Certo, Cruella non è esattamente un personaggio da prendere a modello, anzi, e lasciamo allo spettatore la responsabilità di decidere se sia “cattiva” in modo innato oppure per colpa di quel che le capita. Ma certo è un personaggio che vuole coltivare con testardaggine il proprio talento, ed è pienamente se stessa, senza vergogna o limiti. Si accetta per quello che è, è del tutto autonoma, e per questo è entusiasmante».