Appena ha rimesso piede sul set di Captain America: Civil War (al cinema dal 4 maggio), Robert Downey Jr. ha provato di nuovo il senso di libertà che l’aveva colpito al suo ingresso nell’universo Marvel. «Oggi è diventata un’industria gigantesca, ma in fondo si tratta sempre di diventare Tony Stark, cercare di essere credibile e divertirmi al tempo stesso», confida Downey. Civil War nasce da «un’idea sexy e intelligente». «Lo spettatore ha paura di vedere una crepa nel
rapporto tra Iron Man e Captain America», continua, «perché sa quanto gravi potrebbero essere le conseguenze».
E quella tra Steve Rogers e Tony Stark è una frattura seria, causata dagli Accordi di Sokovia, che intendono mettere gli Avengers sotto controllo governativo.
Inaspettatamente, Steve e Tony si trovano su fronti opposti, rispetto a ciò che il pubblico si aspetterebbe: il primo è contrario a un intervento del governo, mentre Tony è favorevole. Downey non ha problemi con questa scelta: «Il mio approccio nell’interpretare Tony Stark è sempre lo stesso: è un uomo razionale, convinto di essere dalla parte della ragione. Nel film, però, è evidente che non si trova sempre d’accordo con ciò che deve fare».
Civil War si apre con Stark impegnato su più fronti. Spiega Downey: «Ci sono un sacco di eventi già in moto, quando il film inizia. Pepper si è allontanata da Tony, e il loro rapporto ha bisogno di tempo per recuperare. Gli Accordi di Sokovia sono nell’aria, e Tony ha stretto una difficile alleanza con Thaddeus Ross (William Hurt). Come se non bastasse, Tony è stato assalito da uno sconosciuto, che l’ha accusato dei danni collaterali causati dagli Avengers». Continua Downey: «La reazione di Tony è la meno ovvia: diventa più conservatore. Nessuno è più giustificato di lui, perché l’ultima volta che è entrato in azione ha visto Jarvis (Paul Bettany) diventare un essere viola, un’intelligenza artificiale senziente che galleggia ed è in grado di sollevare il martello di Thor. Quello non è più Jarvis, e Tony non era preparato a una cosa del genere. Così fa un inventario degli eventi recenti, e si ritrova favorevole agli Accordi».
Il rapporto tra Steve Rogers e Tony Stark non è mai stato così in pericolo come in questo film. Dice Downey: «Credo che, alla base, ci sia il fatto che il migliore amico di Steve, Bucky Barnes (Sebastian Stan), è colui che ha creato così tanti problemi. Steve continua a proteggere questo individuo pericoloso. In quanto padre di mezza età, io vedo Tony come genitore protettivo, mentre vedo Steve come un adulto irresponsabile».
Downey fa notare, con un certo orgoglio, che sebbene dalla parte di Captain America si schierino alcuni forti Avengers, anche nella squadra di Iron Man il talento non manca. «Avere la Vedova Nera dalla mia parte è stimolante», dice l’attore. «Fin da Iron Man 2, Natasha e Tony non hanno passato un minuto insieme senza cercare di ingannarsi a vicenda. E dopo Winter Soldier, in cui lei e Steve si sono avvicinati molto, non mi aspettavo che le cose potessero cambiare. Nel team, poi, entra qualche interessante nuova recluta».
Anche se Steve Rogers e Tony Stark non si vogliono troppo bene in questo nuovo film, nella vita reale le cose sono molto diverse. Per Downey, Chris Evans è il Captain America perfetto. «Chris è una sorta di Spencer Tracy per i film Marvel. È onesto, è un duro, e in tutto questo riesce a essere credibile. Captain America era il personaggio più difficile da lanciare dell’universo Marvel, e Chris è riuscito subito nell’impresa. Persino lui è un po’ spiazzato dalla quantità di affetto che riceve dai fan».
In Civil War, William Hurt riprende il ruolo del Segretario di Stato Thaddeus Ross, che aveva già interpretato in L’incredibile Hulk (2008). Downey ne è felice: «La cosa divertente è che Tony ha un rapporto molto difficile con il suo personaggio, ma io adoro William. Potrei passare ore a osservarlo lavorare, o a discutere con lui di meditazione e di Storia. È della vecchia scuola, ma al tempo stesso è immerso nel presente, ed è stato d’ispirazione per tutto il cast».
Downey crede che il pubblico sarà sorpreso e affascinato dalla parabola che compie il personaggio di Captain America in Civil War. «È facile accettare il lato un po’ folle di Tony», dice Downey. «Lui è sempre pronto a incasinare le cose, ma in fondo sta dalla parte giusta. In questo film, invece, vi chiederete da che parte sta davvero Captain America».