Questione di Karma è una commedia sull’intangibile. Non è la prima volta che il regista Edoardo Falcone si cimenta con temi che richiamano la spiritualità, messa in scena sullo sfondo di una Roma borghese in cui le divisioni tra classi sociali sono più marcate che altrove. Dopo Se Dio vuole – film del 2015 in cui Marco Giallini ed Alessandro Gassmann si contendo le attenzioni e la stima di un adolescente che decide di entrare in seminario – anche questa volta il regista torna con un cast di prim’ordine.
Che Fabio De Luigi abbia il dono di far ridere gli italiani lo sapevamo già. Anche se gli anni di Mai dire… sono ormai lontani, figure come l’Ingegner Cane restano purtroppo più attuali che mai e i suoi personaggi – uno su tutti, Olmo – sono entrati a pieno titolo nella storia della comicità made in Italy (o made in Gialappa’s, che è la stessa cosa). Elio Germano, invece, negli ultimi tempi ci ha fatto piangere spesso: riuscendo a far digerire Vasco Rossi anche ai più snob grazie a una delle scene più belle del cinema italiano degli ultimi anni – ruolo che gli è valso la Palma D’Oro a Cannes – ma anche offrendo un volto e un’interpretazione non didascalica al pessimismo cosmico.
Come nelle migliori coppie della commedia all’italiana, anche qui siamo di fronte a un ingenuo quanto colto esponente dell’alta borghesia, interpretato da De Luigi, che incontra un ragazzo della Roma non perbene, il quale cerca di raggirarlo facendogli credere di essere la reincarnazione del padre. Tutto questo per colpa delle filosofie orientali e, quindi, del karma, argomento che ultimamente gli italiani hanno dimostrato di apprezzare in più occasioni. Nel cast, anche una splendente Stefania Sandrelli che – se fosse stata con noi – forse sarebbe riuscita a moderare il linguaggio dei due, i quali, alla fine dell’intervista, hanno ammesso di credere temporaneamente nelle filosofie orientali in quanto «Attori quindi puttane». Per contestualizzare al meglio la frase, se non l’avete già fatto, guardate l’intervista.